In memoria di Giovanni Assereto , disegnatore e collezionista, immagini e cartoline tratte dalla sua raccolta e dai suoi lavori.
giovedì 14 aprile 2016
Biglietto Postale e Lettera Illustrata
Questo è un post noioso.
"ma se è noioso perché lo fai??"
"Perché abbiamo del materiale che non sapevamo come classificare.... ci siamo informati... ed ora vi raccontiamo brevemente la storia del Biglietto Postale e della Lettera Illustrata.
Una storia.... che non è romantica, né avventurosa, nemmeno tragica....è solo una storia.... un po' noiosa.
Ecco: "c'era una volta... non tanto tempo fa, quando la gente non nasceva ancora con il cellulare in tasca, quando nemmeno aveva il telefono in casa, quello di bachelite nera, appeso in corridoio...... Come faceva quella la gente a comunicare, darsi appuntamenti, scambiare notizie con amici e parenti?
La gente scriveva... e chi non sapeva scrivere... dettava..... al prete, allo scrivano pubblico, al signor Tenente...
Si, la gente scriveva.... ed affidava alla posta pensieri, emozioni, speranze...
Si, alla posta, e questa funzionava alla grande... raccoglieva, smistava, trasportava, consegnava almeno due volte al giorno... spedivi la mattina alle 10 e la tua galante leggeva alle 16 dove l'avresti incontrata alle 18.... Non del giorno dopo, ma dello stesso pomeriggio. E tutto era controllato, pesato e timbrato a mano, altro che sofisticati meccanismi robotizzati.
I meno giovani di noi hanno sentito parlare e forse hanno anche visto dal vivo le lettere e le cartoline illustrate, e forse, da bimbi, hanno anche messo la loro incerta firma sulla cartolina spedita alle zie....
Quindi non ci soffermeremo a parlare di questi foglietti e cartoncini che già ci sono noti per averne sentito parlare dai parenti anziani, con una certa (incomprensibile) nostalgia.
Ma racconteremo di due "prodotti Postali" meno noti ai più, anche nella passata epoca della "corrispondenza cartacea".
E' nato prima l'uovo o la gallina ? questo non sappiamo dirvelo .... ma possiamo dirvi per certo che il "Biglietto Postale" è nato prima della "Lettera Illustrata" (non sappiamo tutto... ma questo lo abbiamo appena imparato....).
Il Biglietto Postale era un foglio piegato una o più volte in modi diversi secondo l'ente emittente, gommato lungo i bordi in modo tale da poter essere chiuso saldamente e perforato lungo gli stessi per poter essere successivamente riaperto agevolmente. Presentava su un lato un'impronta di carta valore del tipo francobollo utile a soddisfare l'esigenza di affrancatura per spedizione di oggetto postale. Solitamente il lato affrancato è fornito di righe per l'indicazione del destinatario, più raramente anche per il mittente. Sulle due facce interne del biglietto postale era possibile scrivere il messaggio da inviare.
Il Biglietto Postale è stato ideato dalle poste del Belgio e messo in vendita per la prima volta il 15 dicembre 1882. In Italia è stato introdotto nel 1889.
Questo è un Biglietto Postale sovraffrancato da 15 cent. "per uso interno" (?) emesso nel 1905.
Il Biglietto Postale preaffrancato era emesso dalle Poste e venduto alla stregua dei francobolli e valori bollati.
In seguito anche i privati vennero autorizzati ad emettere Biglietti Postali, illustrati e non affrancati.
Qui di seguito un modello pieghevole illustrato fronte e retro, sagomato come un telegramma. La linguetta superiore, ripiegata ed incollata, chiudeva il biglietto. All''interno anche le alette sono bianche, così era tutto disponibile per scriverci le tue avventure vacanziere.
Analogamente, sempre ad opera di privati, vennero ideate e stampate le cosiddette Lettere Illustrate.
Si trattava di fogli pieghevoli illustrati fronte/retro con un numero di fogli variabile a seconda del modello. Affrancatura tipo lettera.
Questa è un pieghevole in due pagine : fronte/retro illustrati ed interno ad uso corrispondenza.
I contorni erano incollati e traforati come il Biglietto Postale. Spedito 1938.
Questa invece è la versione pieghevole a tre fogli (4 facce scrivibili)
Altro "modello" : Fronte e retro non illustrati. 4 pagine graffettate lungo la piegatura. Spedita nel 1917.
Prima pagina scrivibile e prima illustrazione
Le due illustrazioni centrali
Seconda pagina scrivibile e quarta immagine
Per chiudere ecco un modello per veri grafomani: pieghevole con 6 illustrazioni e 5 pagine scrivibili.
Se state pensando: "che ci azzecca tutto questo con c'era una volta Genova?" sappiate che è la stessa cosa che stiamo pensando anche noi.
Che sia solo una scusa per pubblicare un po' di foto alla rinfusa ? e con questo dubbio vi lasciamo.
sabato 9 aprile 2016
Il Santuario della N.S. della Misericordia sul monte Gazzo
Già nel 1645 sulla vetta del monte Gazzo era stata eretta una croce. Nel 1657 un frate Cappuccino vi eresse una grande statua della Madonna che venne chiamata Vergine della Misericordia, già venerata dai Cappuccini di Sestri Ponente. Alla fine del 1600 venne eretta una piccola cappella.
In seguito la statua primitiva, deterioratasi nel tempo, venne sostituita da una nuova, la cappella fu ingrandita, dotata di un campanile, e vi venne costruito un ospizio.
Questo breve riassunto e le foto che seguono sono stati ricavati da un libretto, formato cartolina, stampato nel 1960 dalle "Arti Grafiche B.N. Marconi di Genova con l'imprimatur del Canonico A.Recagno.
Questa è la copertina
C'è anche la mappa stradale
L'effige della Madonna
Gli ex Voto
La processione
Anche il Kaiser Guglielmo II manifestò la sua devozione alla Madonna donando al Santiario un prezioso crocifisso
Vi arde perenne una lampada votiva donata dal Moto Club di Vigevano
La nicchia della Madonna
L'interno della chiesa.
Il Campanile
La grotta (una "nicchia artificiale con statuetta della Madonna). Oggi non esiste più ed al suo posto è stata messa una fontana.
Il cippo commemorativo eretto nel 1957
La strada Carrozzabile nel 1960
Oggi la strada per il Santuario è asfaltata e dotata di un ampio posteggio.
Una bella passeggiata nei boschi porta al Santuario della Madonna della Guardia. (Più facile ancora è fare il percorso inverso dato che in questo caso si scende dagli 800 metri del monte Figogna ai 400 del Gazzo....)
Nelle immediate vicinanze del Santuario, dal 1969, vi è un piccolo ma interessante museo speleologico.
Il luogo è purtroppo deturpato dai resti di numerose cave di calcare che hanno lasciato orribili solchi sui fianchi sulla montagna.
venerdì 8 aprile 2016
Genova stereoscopica.
Titolo strano, Genova stereoscopica.
Titolo strano per un post un po' diverso dal solito schema.
Parliamo di fotografie e di Genova antica, beh, non proprio così "antica" anzi quasi "moderna" dato che parliamo comunque di foto, quindi storicamente siamo proprio nell'era moderna per quanto "antiche" possano essere le immagini.
Per non risultare tediosi facciamo solo un piccolo riassunto di ciò che potete facilmente trovare sul web a questo proposito.
La "stereoscopia" ovvero la visione tridimensionale di una immagine è anteriore alla fotografia in quanto già nel 1838 era stato brevettato un congegno col nome di "stereoscope" che dava l'illusione di una visione tridimensionale di un normale disegno.
Successivamente applicato alla fotografia, questo sistema ebbe grande diffusione finché l'affermazione del cinematografo, con le sue immagini in movimento non mandò visori,vetrini e foto stereoscopiche ad ammuffire in soffitta.
Ed eccoci al materiale che vi mostreremo, salvato dalla "muffa" per la passione di quel collezionista che ci ha lasciato tante memorie dei tempi passati.
Vetrini stereo e loro contenitori d'epoca |
Apparecchio "moderno" con regolazione della messa a fuoco. Il "vetrino" è inserito e si vede spuntare al centro dell'apparecchio. Due cerniere laterali tengono tutto al suo posto.
Apparecchio stereoscopico "moderno" funzionante |
Qui l'apparecchio è aperto col "visore" abbassato ed il vetrino è inserito nella apposita scanalatura.
Questa operazione era necessaria per cambiare vetrino su questo apparecchio in quanto le due cerniere ora aperte tengono il "visore" in pressione contro il "vetrino" (la terminologia usata da noi è inventata sul momento... è probabile che le parti abbiano un nome tecnico diverso...)
apparecchio "aperto" il doppio vetrino è posizionato nella apposita scanalatura |
Questi vetrini venivano poi stampati dando origine alle "Cartoline stroboscopiche" in uso a cavallo tra il la metà del XIX e gli anni 30 del XX secolo.
Anche le cartoline potevano essere viste in 3D mediante un apposito apparecchio:
Modello per visionare le cartoline stereoscopiche |
Dice: "Cartoline postali con relativo stereoscopio" |
Visore stereoscopico per cartoline, aperto in posizione di utilizzo, con la cartolina inserita nell'apposito spazio. Sembra strano ma funziona ancora.
Alcuni esempi di cartoline stereoscopiche cominciando dalle più "vecchie"
Pubblichiamo anche il "lato indirizzo" con commento:
Ci veniva da dire "il retro" ma avremmo sbagliato termine. Chiamare "retro" il lato dell'indirizzo è "sbagliato". Lo dice la cartolina stessa : "sul lato anteriore della presente cartolina si scrive soltanto l'indirizzo" .... più chiaro di così.....
Quindi il lato "anteriore" è quello dell'indirizzo mentre l'illustrazione è relegata nella parte posteriore.
Sulle prime cartoline, infatti, l'indirizzo prendeva l'intera pagina ed i saluti andavano messi in un piccolo spazio sotto alla foto o di fianco ad essa. Solo i saluti se no si pagava di più.
Sempre della stessa serie una immagine della Lanterna
Questa di Carignano appartiene ad una tipografia diversa (dell'Avo) ma ha la stessa "struttura" delle precedenti per cui vi risparmiamo la faccia dell'indirizzo
Poi le cose cambiano, ed insieme all'indirizzo si comincia a scrivere anche un pò di testo.
Ma all'epoca di questa cartolina il "nuovo" modo non aveva ancora preso piede il tutte le nazioni, quindi troviamo posto per i saluti anche sotto la foto, mentre il lato "anteriore" reca un chiaro avviso:
Lo stesso in questa cartolina di Sori delle "Edizioni del Portofino, Kulm" di cui vediamo entrambe le facce. In questa però lo spazio sotto la foto per eventuali saluti è quasi inesistente.
Da qui in poi "l'avviso" sparisce ma lo spazio bianco sotto la foto rimane, anche per mantenere il formato tradizionale della cartolina dato che non si può cambiare la forma delle foto.
mercoledì 6 aprile 2016
Nel porto di Genova: ciattelle, mugugni e sospiri
Questo post, è diverso dai soliti. Come al solito è scritto a due mani, ma stavolta la "prima mano" non è quella di Loredana, ma quella del mio "amico di penna" (su FB) Antonio Di Lorenzi.
Ma cominciamo dal principio, con Antonio che pubblica sul nostro gruppo FB (c'eraunavoltaGenova) una bella veduta del porto commentandola così:
E' il 1966, la Michelangelo e la Giulio Cesare "ciattellano" beatamente in porto a pochi metri di distanza l'una dall'altra: la prima (sestrese purosangue) in uno strascicato dialetto genovese mentre la seconda avvalendosi di "ostregheta", "ciò" e "diobono" mette in mostra un bel dialetto triestino.
Nonostante tutto pare che le due ciattelle si capiscano alla perfezione ed ovviamente, come due pettegole che si rispettano, stanno sparlando degli altri transatlantici. In porto succede sempre così.
Foto da archivio Palazzo San Giorgio - Pubblicata da Antonio Di Lorenzo su FB |
Al che non mi rimaneva che continuare :
Mentre le "ammiraglie" spettegolano le "carrette" sgobbano.... E' sempre così.....
Due piccole navi da cabotaggio a ponte Spinola lavorano sodo aiutate dalle vecchie gru idrauliche di banchina, ed è naturale il mugugno...."quelle lì comode a ciarlare e a noi tocca sempre lavorare duro.... e siccome siamo piccole nemmeno possiamo usare i mezzi meccanici moderni... a noi tocca ancora lavorate di braccia e sudore..." "è un'ingiustizia però".
Ugualmente, il piccolo rimorchiatore al centro della foto, sbuffa trainando due grosse chiatte: "quelle due riccastre ormeggiate comode, in panciolle, tutte vestite di bianco... vorrei vederle a fare il mio duro lavoro, a quelle.... sempre tutto io devo fare.....
Le chiatte ormeggiate in mezzo al porto sono cariche di merce e replicano: "a noi ci vedono qui ferme e dicono che non facciamo niente....non sanno che fatica reggere tutto questo peso..... e che responsabilità abbiamo verso le merci che custodiamo con attenzione e cura....
A sinistra in basso, le chiatte "armate di ponti per il carenaggio" si riposano un momento tra un intervento di manutenzione e l'altro e sospirano stanche: "a noi ci fotografano sempre mentre stiamo a riposo, mai una volta che ci riprendano mentre stiamo lavorando duro a pulire le carene delle navi che se ne escono poi belle bianche ed eleganti, mentre noi rimaniamo sempre sporche di ruggine e di pittura,
Basta una foto, a caso, nel porto, per creare una storia di "ciattelle" e "mugugni"