Nel 1874 i "recalcitranti" comuni limitrofi furono annessi al comune di Genova che ebbe così a disposizione le aree necessarie alla propria espansione.
L'area più appetibile perchè pianeggiante ed immediatamente disponibile era la piana del Bisagno dal ponte di s. Agata alla Foce. Già il comune della Foce, prima dell'annessione, aveva tracciato la Via della Libertà ed aveva iniziato la sua edificazione.
Era l'area di esondazione naturale del Bisagno, come numerose innondazioni avevano già insegnato ma, stranamente, questa realtà incontestabile all'epoca non preoccupava nessuno dei responsabili di allora, che presero a studiare il modo "migliore" di riempire l'area di edifici.
Vennero prodotti e bocciati numerosi piani e progetti, finchè il 20 giugno 1877 venne approvato il "Piano Regolatore e di ampliamento della città di Genova nella parte piana delle frazioni suburbane"
fonte di tutte le alluvioni passate e future.
Un piano speculativo, demenziale, fors'anche criminale che ha disposto la costruzione della piana alluvionale del Bisagno in barba a tutte le esperienze di alluvioni che fino ad allora avevano tormentato la zona.
Per aumentare la superficie edificabile si sono anche ristretti gli argini del torrente, ed invece di tenere l'edificato (strade incluse) all'altezza di via Minerva, hanno pensato bene di abbassare questa via , che anni prima era stata costruita in posizione elevata di 2,5 metri rispetto alla piana circostante apposta per evitare di essere allagata in caso di piena.
ALBARO E LA FOCE - Genova storia dell'espansione urbana del Novecento - di R.Luccardini - ed. SAGEP |
Ed ecco l'abbassamento di Via Minerva, nel 1896, per portarla al livello della piana circostante.
da: Album Fotografico di Genova Antica - edit. Mondani |
Non è da credere che il famigerato piano regolatore del 1877 fosse il peggio che le autorità di allora potessero approvare.
L'architetto Riccardo Luccardini ha pubblicato numerosi interessanti documenti a questo proposito nel suo libro "Albaro e la Foce - Genova - Storia dell'espansione urbana del Novecento". Dai polverosi archivi comunali sono usciti progetti ben peggiori, per fortuna non adottati, come i due che seguono.
Il primo, partorito negli uffici comunali nel 1874, prevedeva di spostare ad occidente il corso del Bisagno con una curva accentuata che lo avrebbe portato a sboccare sotto la chiesa di San Pietro. Questo avrebbe permesso di costruire palazzi di pregio anche sull'attuale alveo, area più "appetita" rispetto alla "sponda opposta", in quanto "contigua" al centro della città.
Si sarebbe comunque arginato il torrente nella stessa misura del corso attuale che (chissà con quale criterio) veniva considerata sufficiente.
ALBARO E LA FOCE - Genova storia dell'espansione urbana del Novecento - di R.Luccardini - ed. SAGEP |
Ma il progetto che secondo noi era il peggiore, è venuto fuori nel 1905. Prevedeva di canalizzare il Bisagno in 8 canali mediante muri paralleli di cemento armato destinati a sostenere la copertura del torrente e la costruzione dei palazzi sovrastanti (i palazzi costruiti sopra al torrente).
L'alveo utile sarebbe stato così ridotto a meno di 60 metri .........
Ancora era "l'avidità" di costruire in quel punto a muovere la "fantasia" degli architetti.
ALBARO E LA FOCE - Genova storia dell'espansione urbana del Novecento - di R.Luccardini - ed. SAGEP |
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