1941, un anno che era cominciato male. Il bombardamento navale su Genova e le cattive notizie che filtravano dal fronte greco per bocca dei reduci in permesso e dei feriti avevano creato nei genovesi un clima di ansia cui la "roboante" propaganda del "partito" faticava a tener testa.
Le manifestazioni "patriottiche" si susseguivano incessanti così come le manifestazioni tese al "recupero" delle materie prime necessarie per la guerra.
In questa scena vediamo il recupero dei vecchi cimeli da avviare in fonderia.
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| Storia Fotografica di Genova nella seconda guerra mondiale di Tito Tuvo Mondani editore vol 2 |
Nel recupero dei materiali venivano coinvolti i bambini, qui i "balilla" in azione
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| Genova nella seconda guerra mondiale di Carlo Brizzolari, Valenti editore, vol 1. |
Anche nelle scuole si esortavano i bambini a cercare rottami metallici da donare alla Patria posizionando apposite cassette "tricolore" nelle scuole.
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Mancando di radar, il servizio antiaereo si doveva accontentare degli aerofoni, apparecchi acustici che rilevavano il rumore degli aerei in avvicinamento. Qui vediamo una postazione sulle alture dietro a Quezzi (?)
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Il tesseramento annonario ed i relativi razionamenti si facevano sentire come pure la propaganda del regime che cercava di giustificarlo e sostenerlo.
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Il pesante razionamento alimentare provocava fenomeni di borsa nera sempre più diffusi e generalizzati
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I media di allora curavano delle rubriche di cucina "autarchica" e gli "esperti" davano dimostrazioni
di come si potevano ottenere ottimi risultati con quello che passava il mercato.
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Fu un inverno particolarmente freddo, che accolse l'arrivo del 1941, come dimostra la foto della nevicata in piazza Dante......
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......e quella scattata al pupazzo di neve che vediamo in una piazza da identificare
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Faceva freddo, e la "Patria" aveva bisogno anche di lana per gli indumenti dei soldati che "gelavano" sul fronte greco e così si invitavano le famiglie ad "alleggerire" cuscini e materassi e si promuovevano le raccolte anche a scuola di questo "strategico" prodotto.
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Ma i soldati avevano bisogno anche di leggere qualcosa e quindi c'era la raccolta di libri e riviste da inviare al fronte. Quanto di questo materiale andasse al fronte, e quanto al macero per far carta per la propaganda non saprei dire.
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Oltre alla lana anche il cuoio e la gomma erano diventati "materiali strategici" ed erano riservati alla produzione bellica, così i fabbricanti di scarpe per i "civili" si dovevano sbizzarrire con i materiali "autarchici" loro concessi , e ci facevano anche delle mostre per reclamizzare i nuovi prodotti.
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Faceva freddo, ed era un'ottima occasione per far sfilare i "giovani fascisti" sciatori, qui a De Ferrari .
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Già, le sfilate. A sfilare erano proprio bravi. Sfilavano tutti, impettiti e marziali, secondo i precetti di allora. Sfilavano le "giovani italiane"
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Sfilavano i piccoli "balilla"
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Preceduti dai loro tamburini
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Con i loro piccoli fucili, in un gioco marziale e divertente. Quale maschietto non ha mai giocato alla guerra? E lì si poteva fare, la mamma non ti sgridava ed i "grandi" ti applaudivano ....
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Per i più grandi il gioco diventava "esercitazione" e le mamme cominciavano a preoccuparsi (se non finisce presto la guerra questi me lo mandano al fronte.....)
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Ad aprile, come aveva predetto Mussolini, viene il "bello": Una bella dichiarazione di guerra alla Jugoslavia.
Naturalmente il "popolo" inneggia:
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mentre la propaganda invita ad "odiare il nemico"
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con volontà metodica, tenace, incrollabile (in via Tolemaide).
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"rinforzare il corpo per rinforzare lo spirito" : Erano bravi anche negli esercizi ginnici i genovesi di allora e lo dimostravano con lodevole frequenza.
Stadio "Littorio" di Cornigliano
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Marassi
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ma..... se gli metto in mano un moschetto, la ginnastica gli riesce meglio.... avranno pensato al convitto Colombo......
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In aprile Hitler, dopo una guerra lampo contro la Jugoslavia ci toglieva
dagli impicci in Grecia, costringendola alla resa. Nemmeno il tempo di
"respirare" ed il 26 giugno ci "troviamo" ad essere in guerra con la
Russia dove mandiamo 300.000 soldati, (troppi per le nostre limitate capacità logistiche, fosse che "l'alto comando" abbia pensato ad una cosa come il "vuoto a perdere"?)
Arrivano i militari in licenza dal fronte greco, sono visibilmente contenti, nonostante il viaggio in carro merci.
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Per i militari in viaggio erano state disposte nelle stazioni appositi centri di ristoro. Qui alla stazione Principe
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A parte gli sconti sugli spettacolo pubblici, per i militari erano previste rappresentazioni riservate solo a loro come questa , tenutasi al Carlo Felice.
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mentre le bande militari (qui quella della Marina) davano spettacoli anche per i civili.
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Nel 1941 veniva inaugurata a Di Negro la sede della Cassa Marittima Tirrena.
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A maggio si inaugurano le piscine di Albaro
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Qualche foto a caso:
Adunata alla "casa del GIL" in via Cesarea
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Consegna del pugnale agli universitari del GUF che si arruolano volontari per la guerra.
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protezione del chiostro di S.Andrea presso la Casa di Colombo
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Il 42° reggimento fanteria schierato davanti alla caserma di Sturla
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Ma a Genova non ci ci si limitava a sfilare. A Genova si lavorava, si costruivano armi ed anche divise
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Si costruivano anche aerei, come vediamo in questa foto, ma non credevo che allora fossero ancora rivestiti di tela
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Partono 600.000 operai italiani, "arruolati" per andare a lavorare nelle fabbriche tedesche.
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Partono anche i "balilla", per le colonie estive.
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Coltivazione sul Bisagno
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mentre in città, negli "orti di guerra", si combatte la "battaglia del grano"
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Patate in piazza Verdi.
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Trebbiatura "artigianale" del grano genovese
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Orti sul Polcevera a Bolzaneto
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Giapponesi in visita al castello Mackenzie
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A dicembre il Giappone entra in guerra contro gli USA, lo fa anche la Germania e, naturalmente, anche l'Italia.
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