Dopo i duri bombardamenti degli ultimi mesi del 42, l'inizio del 43 ha visto i genovesi occupati a sgombrare macerie, rappezzare gli edifici danneggiati, e fare il bilancio dei danni.
da "Storia Fotografica di Genova nella seconda guerra mondiale" di Tito Tuvo Mondani editore vol. 3 |
Ed era un bilancio pesante: 120.000 senza tetto su un totale di 600.000 residenti rappresentavano un problema irrisolvibile per una città già stressata da un'economia di guerra.
Un apposito ufficio si occupava della cosa accogliendo le richieste di assistenza e valutando le necessità più impellenti.
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Cosa fare con 120.000 persone senza casa? Si tapulla.... un pò sfollati nei dintorni della città, altri sistemati dai
parenti, altri negli alberghi ed alcuni addirittura accampati nei rifugi
antiaerei.
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Rifugi attrezzati alla meno peggio con fornellini da campo e letti
addossati alle fredde pareti delle gallerie. La privacy assicurata da fogli di
cartone o coperte appese a cavetti fissati alle pareti e sostenuti da paletti
posticci.
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Si beve alla fontanella, dei servizi igienici non
si parla.....
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Ma nel rifugio arrivano autorità in visita e generi
di conforto
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Il personale addetto cura le pulizie
Nel rifugio è stato pure attrezzato un altarino dove viene un sacerdote a dire messa
Poi ci sono le mense per i senza tetto.....
Non è proprio un 5 stelle, ma tanti sono sopravvissuti anche così.
Non è proprio un 5 stelle, ma tanti sono sopravvissuti anche così.
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Ma c'erano anche le mense aziendali, come quella dello stabilimento S.Giorgio a Sestri, dove nel 44 pranzò, in incognito, Sandro Pertini.
Dopo mangiato ci vuole un buon caffè ... come lo preferite ? d'orzo, di cicoria, o magari un buon "caffè americano" ? ... Di "astragalo" originale DOC naturalmente! Lo trovate nelle migliori caffetterie della città ... un pò lunghetto.... ma saporito, considerato che siamo in "economia di guerra", naturalmente.
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Economia di guerra, dicevamo, in un contesto di penuria di materie prime e di cibo.
Continuava la raccolta dei rottami provenienti dalle demolizioni, e dalla raccolta pubblica caricando quest'ultima della solita propaganda per indottrinare le giovani generazioni.
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Recupero natanti affondati in porto
Archivio CAP - Antonio Di Lorenzi |
Mancanza di materie prime... scarseggiano metalli e carbone per una industria bellica sotto pressione che non riesce ad approvigionarsi adeguatamente ma, nonostante ciò, continua sfornare cannoni ed a varare navi, qui i cantieri di Sestri Ponente nella primavera del 1943
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Primavera 43 - varo della nave da carico Niccolò Giani
Primavera 43 - varo della torpediniera Audace.
Una vita quasi normale, insomma, si lavora ....
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....si studia.... chi in maniera normale....
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..... e chi in maniera più "politicizzata" col maestro in divisa e la testa rapata... ma c'è un vasetto di fiori sulla cattedra.... per addorcire l'atmosfera da collegio militare.
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e, per il doposcuola, tutti in marcia con zappe e carriola.
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Le sigaraie di Sestri lavoravano tranquille...
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salvo essere distratte dalla visita di cortesia del federale di turno che veniva a sollevare il loro morale.....
.... distraendole dallla monotonia del lavoro con edificanti sermoni patriottici:
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Più dura la vedo per il nostro "povero" federale andare a sollevare il morale degli operai dell'ILVA a Cornigliano, che dalle foto pubblicate, non sembrano dimostrare grande entusiasmo e partecipazione.
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Cominciava ad essere meno facile per il federale, raccontare che tutto andava bene, che bisognava lavorare e tirare la cinghia fino alla vittoria.... a metà del 43 non ci credeva neanche più lui.... ma si doveva andare avanti, il Duce era inflessibile con i quadri del partito che dubitavano della vittoria , li chiamava "tradiori" e li trattava come tali... e così avanti a fare propaganda .... anche alle Gavette....
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Erano momenti in c'era poco da stare allegri... si buscava su tutti i fonti, anzi, praticamente non avevamo più fronti. Salvo una disperata resistenza in Tunisia ci avevano buttati fuori dall'Africa, ma il regime tronfiamente garantiva "RITORNEREMO" .....
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.... "Ritorneremo" ... dicevano anche ai civili partiti per "civilizzarel'Etiopia" e rimpatriati sotto l'egida della Croce Rossa Internazionale con un viaggio speciale del Vulcania e del Saturnia, buttati fuori dagli inglesi cui davano fastidio altre bocche da sfamare. "Ritorneremo" (ci credevano davvero??)
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"Ritorneremo".... dalla Russia.... su quasi 230.000 partiti con gran squilli di tromba, ne erano tornati, malconci, solo centoventimila. Ed i reduci genovesi sfilavano in via Roma il 9.5.43 con gran codazzo di gerarchi del partito come mostra la foto.
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E si lasciavano catechizzare, i reduci dalla Russia, seduti al Giardino d'Italia (danneggiata dai bombardamenti).
Spero che, almeno a loro, non abbiano detto "ritorneremo"
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Cronache di Aprile 43
Propaganda: sul frontone del Carlo Felice troneggiava questo manifesto:
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insieme ad un altro "telone" che ammoniva i possibili ascoltatori di "Radio Londra" :
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Mentre proprio di fronte, sulla facciata del palazzo dell'Italia Navigazione, troneggiava questa dichiarazione dei genovesi .
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E la città era tapezzata di manifesti come questo.
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Persino il Sacramento della Cresima veniva sfruttato a scopo propagandistico
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In giugno, con la perdita di Pantelleria, si cominciava a sentire "odore d'invasione". Le truppe tedesche scendevano in forze a "sostenere lo sforzo bellico italiano" in caso di invasione.
Chi li ha "invitati"?
cronache di giugno:
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Continuava la "Battaglia del grano", cui il regime aveva assegnato un forte connotato propagandistico con un complesso cerimoniale che comprendeva messa da campo, e tanti discorsi.
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Gli Anglo-Americani sbarcano in Sicilia e noi rispondiamo con imponenti adunate.
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E la banda suonava.... si una delle tante bande militari tedesche suonava in piazza, nel quadro degli scambi culturali italo-tedeschi. Fra pochi mesi i Tedeschi ci avrebbero suonato un'altra musica, ma non è il caso di anticipare i tempi......
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