Spazi Per La Memoria Storica –Archivio Di Stato 2004 |
C'era una volta la collina di Carignano, con le sue 54 ville, soggiorno estivo dei patrizi genovesi.
Alcune ville erano magnifiche, altre più modeste ma tutte erano circondate da giardini, orti e frutteti che rendevano la collina un vero paradiso.
Su tutte dominava la residenza estiva dei Fieschi, posta accanto alla chiesa di S.Maria in Via Lata fino alla sua distruzione nel 1547, dopo la congiura di Gian Luigi Fieschi contro Andrea Doria.
Lì vicino, accanto alla chiesa di S. Maria in Via Lata, era stata edificata in data imprecisata una villa estiva che Nicolò di Guiso cedette a Piero de Franceschi. Questi, dal 1459 al 1468, fece modificare, ampliare e ridecorare la villa.
1584, affresco posto nel loggiato superiore del palazzo Doria-Spinola, opera di Felice Calvi. |
Nel dipinto qui sopra vediamo al centro S.Maria Assunta in Carignano ancora incompleta (con un solo campanile) e S.Maria in Via Lata senza la splendida villa/palazzo dei Fieschi ormai abbattuta.
La villetta segnata a destra del campanile sarà la "nostra" villa De Franceschi?
Per capirci meglio riportiamo uno stralcio dalla mappa di Giacomo Brusco del 1785. Gli edifici e le pertinenze della villa in tale data sono stati segnati in rosso. Al centro la piazza di S. Maria in Vialata dalla quale si stacca il vico di S.Ignazio che costeggia la proprietà De Franceschi e sbuca in Piazza San Leonardo. Qui, in piazza San Leonardo, si trovava l'entrata principale della villa, fiancheggiata dalle casette dei "manenti". Da qui un viale portava alla villa.
Il Complesso Monumentale Di Sant'Ignazio-Roberto Santamaria-
Archivio Di Stato-Sagep
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Passano circa 200 anni. Nel 1659 i Gesuiti comprano la villa per stabilirci un noviziato. Nasce così, nel 1660, il Noviziato di S. Ignazio e subito comincia a crescere.
Si inizia con una bella mano di "tenacissima tinta rossa" sugli affreschi dei soffitti (di cui parleremo più avanti), per evitare ai novizi troppe "distrazioni" .
Quindi si pone mano agli ampliamenti, con nuove sale e nuovi dormitori per i novizi.
Ampliamenti che stravolgono completamente la funzionalità degli ambienti precedenti adattandoli alle nuove esigenze, con l'aggiunta della chiesa e di tutta una nuova ala ad uso dei novizi.
Modifiche che possiamo apprezzare nella piantina di inizio 1800 che segue.
(facciamo notare che la piantina riporta anche il percorso delle mura e dell'acquedotto)
Il Complesso Monumentale Di Sant'Ignazio-Roberto Santamaria-
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Schema delle successive variazioni del complesso
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Prospetto ovest attuale del complesso di S.Ignazio
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Già sapete che ci piacciono le mappe ed anche qui ne faremo uso per vedere bene dove si trovavano gli edifici di cui stiamo parlando. Nella mappa che segue vediamo la posizione del complesso di S.Ignazio già ampliato. Anche se non espressamente segnata dovrebbe esserci anche la chiesa, che è stata costruita nel 1722.
particolare dalla Pianta di Giacomo Brusco 1766 (dalla raccolta del Giolfi Palazzo Rosso ufficio Belle Arti) |
Qui invece la chiesa si vede chiaramente
Antonio Giolfi - Incisione su carta 1769 - Museo Galata |
Nel 1773 la Compagnia di Gesù fu temporaneamente soppressa da Papa Clemente XIV ed il complesso divenne sede delle monache Convertite di Santa Maria Maddalena. Dopo l'annessione di Genova all'Impero Francese venne requisito e trasformato in caserma. La chiesa, soppalcata in muratura, divenne dormitorio nella parte superiore e stalla in quella inferiore.
Tornando alle suore, sotto l'attuale foyer (l'antica sacrestia) è stata rinvenuta una cripta con 24 loculi dove le monache erano state sepolte (in posizione seduta).
Il Complesso Monumentale Di Sant'Ignazio-Roberto Santamaria-
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In questa tela del 1827, che ha per "protagonista" S. Maria in Via Lata, ci par di veder spuntare all'estrema destra la parte più antica del S. Ignazio, già adibita a caserma .
S.Maria in Via Lata- Garibbo 1827 |
ancora una mappa del1846
Anche in questa foto spunta la parte antica di S.Ignazio
S.Maria in Via Lata ante 1859 - foto di Antonino Vallone |
Infine venne la seconda guerra mondiale.
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Come vediamo dalla foto qui sopra, ci pensa la seconda guerra mondiale a "sloggiare" anche la caserma. Le macerie restarono "a prendere il sole" fino al 1986. quando iniziarono i lavori di restauro, che resero possibile usufruire degli spazi già per le celebrazioni colombiane del 1992
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La pianta del piano nobile della villa. Ingresso con scale in via Santa Maria in ViaLata (destra)
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Prospetto (attuale) della facciata della Villa su via S.Maria in Via Lata
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Il restauro ha cercato, sul piano artistico, di ridare alla "villa" ed alla chiesa il loro aspetto originario.
La soppalcatura della chiesa è stata demolita ricavandone un auditorio.
Qui il solaio/dormitorio "prima della cura" (si nota il pavimento a metà delle colonne)
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Dopo la "cura"
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Ex salone piano nobile, ora sala di consultazione
Foto degli autori del post |
foto degli autori del post |
Loggia di Psiche
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Per quanto riguarda la parte strutturale vorremmo mostrare un particolare interessante della struttura del tetto della chiesa.
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Qui siamo nell'attuale cortile interno, e vediamo la facciata della antica villa che dava sul giardino, a nord della villa. Un tempo dalla loggia si godeva una vista aperta dal giardino alle colline. Poi i Gesuiti hanno costruito la due ali. Infine un corpo di fabbrica costruito fra le due ali (che vedremo nella prossima foto) che fa corpo unico con la chiesa ha cancellato il panorama. La pavimentazione su due livelli ha poi cancellato il giardino.
Prima della cura:
Dopo la cura:
Spalle alla loggia della foto precedente, guardiamo a nord, dove vediamo le due ali unite dal corpo di fabbrica che nasconde la chiesa e la terrazza superiore del cortile.
foto degli autori del post |
Ci scusiamo se siamo stati poco chiari, (e incompleti) ma non era agevole descrivere un edificio così complesso ed i suoi cambiamenti nel corso del tempo. Se siete rimasti dubbiosi e curiosi di saperne di più vi invitiamo a visitare il complesso.
Pensiamo che questa costruzione non ha messo in imbarazzo solo noi e siamo convinti che il personale dell'Archivio di Stato ha affrontato notevoli difficoltà per riadattare alla funzione di "archivio consultabile" una struttura così complessa e nata per altri scopi.
Una struttura tanto parcellizzata e frazionata, con lunghi corridoi, stanze e "rebighi", da sembrare un "labirinto" ad un visitatore occasionale.
Bellissimo e interessantissimo! Grazie!
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