I bacini di Carenaggio oggi - Google Map |
Da sempre le navi hanno avuto l'esigenza di ripulire periodicamente lo scafo, specie nella sua parte immersa nell'acqua (opera viva), dove proliferano piccoli organismi marini che aderiscono alla carena, danneggiandola e riducendo la velocità della nave. Da qui il "carenaggio" .
foto dal web - autore ignoto |
Nelle navi in legno questa operazione era accompagnata dal "calafataggio" che consisteva nel tappare le piccole fessure che a volte si venivano a creare tra due tavole di fasciame contigue. Questa operazione consisteva nel cacciare a forza stoppa e pece nelle fessure per rendere stagno lo scafo.
Quando le navi erano ancora in legno e di piccole dimensioni , bastava tirarle in secco (anche usando scivoli ed argani) quindi inclinarle su un fianco e si poteva lavorare "comodi".
Carenaggio al Molo Vecchio - part. foto Luciano Lulli |
Con l'aumento delle dimensioni (e del peso) delle navi l'operazione di tirarle in secco divenne difficoltosa e non più conveniente economicamente.
Si studiarono quindi altri sistemi e nacquero così i bacini di carenaggio.
Ci scusiamo per la premessa che vuole essere una spiegazione (rapida,sintetica ed incompleta) per coloro che non fossero già al corrente di queste procedure.
Chi volesse approfondire ulteriormente l'argomento può trovare utili notizie a questo indirizzo:
http://www.leganavale.it/portale/architetturanav_lez25.asp
Ma torniamo alle nostre immagini.
Il primo bacino di Genova fu costruito in Darsena nella prima metà del 1800 ed è ancora attivo.
Qui lo vediamo in una rappresentazione del 1850 ospitata al Galata Museo del Mare.
Più o meno coevo dovrebbe essere il bacino galleggiante in legno di cui abbiamo le seguente immagine (al centro della foto mentre sostiene un veliero a "secco") :
Cartolina Ed. Paganelli - non circolata |
Cartolina con Darsena e Bacino di Carenaggio circa fine 1800
Cartolina Ed. Bianco&Pancaldi - non circolata |
Nelle due ultime decadi del 1800 si ebbe un ampliamento del porto che a levante portò alla costruzione del Molo Giano e dei nuovi bacini in muratura come possiamo vedere in basso a destra in questa mappa del 1890
Venne così "mangiato" un tratto di costa molto bello e caratteristico dove le mura della città strapiombavano sul mare come mostra questa immagine
Cartolina Ed. Mangini - non circolata |
Il bacino n. 1 iniziò a lavorare nel 1891 mentre era ancora in corso la costruzione del n. 2 di cui abbiamo la seguente immagine.
Possiamo vedere che il bacino era già operativo e conteneva una nave a "secco" prima ancora di essere completato.
Copertina di Pubblicazione Periodica |
Ed ecco una veduta dei due bacini appena ultimati con una panoramica delle navi alla fonda e della rada fino alla Lanterna.
Sul centro/destra della foto si può notare anche un bacino galleggiante dalla forma peculiare di cui di seguito mostreremo un primo piano.
Cartolina ed.MTB - circolata con francobollo da 2 cent. ma data illeggibile |
Ecco il bacino galleggiante dalla forma peculiare (a L anzichè a U) cui abbiamo accennato più sopra.
La forma a L permetteva un risparmio sulle dimensioni in larghezza del bacino in quanto, mancando una sponda si aumentava la superficie utile per contenere navi di maggiori dimensioni a parità di ingombro del bacino stesso. La nave quindi non veniva centrata rispetto al bacino ma prendeva una posizione più verso destra (la parte senza sponda). Questo serviva anche a bilanciare il peso della sponda destra, oltre a consentire al bacino di servire navi di larghezza superiore a quelle che avrebbe potuto ospitare avendo anche la sponda destra.
Copertina di Pubblicazione Periodica - foto non datata |
Questo invece è un bacino galleggiante in ferro dalla forma classica.
Era stato costruito nei cantieri di Sestri Ponente nel 1873 e demolito dai cantieri Carena nel 1900 sullo scalo Giovanni Bettolo a Sturla.
Cartolina Ed. non rilevato - spedita anno 1900 |
Ancora i due bacini in muratura, in piena attività.
Si nota sulla sinistra un battello a ruota.
Sulla destra invece si vedono le prime officine al servizio dei bacini, con un'alta ciminiera.
Cartolina Ed. ISFIM - non circolata |
Il Bacino n 3 venne costruito nel 1928 ma fu ampliato nel 1931 per ospitare il Rex da 51.000 tsl.
SAGEP - Porto di Genova |
Tanto per dare una idea, qui si sta "dando acqua" al bacino n. 3
Foto archivio CAP messa in rete da Antonio Di Lorenzi |
Una nuova serie di immagini ci arriva da Carlo Carletto Scaparone. Si tratta di una pubblicità dell'ente Bacini del 1928
Nel 1934, la Guida Pagano riporta la seguente piantina dei bacini delle "Grazie"
Bacini delle Grazie da Guida Pagano 1934 |
Il resto è storia recente, di cui parleremo un'altra volta.
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