lunedì 26 gennaio 2015

Genova: San Benigno





La  collina di S.Benigno (o di "Capodifaro") era un baluardo naturale che separava Genova da Sampierdarena.
Si spingeva dai monti al mare, fino alla Lanterna.

Prendeva il nome dal Monastero che vi sorgeva fin dal medio evo e che dava ospitalità ai viandanti provenienti dal ponente che vi facevano tappa prima di raggiungere la città.
Data la sua posizione strategica il monastero venne coinvolto in varie vicende belliche finché alla fine del 1700 l'area venne fortificata e destinata ad uso militare.

Si suppone che il monastero fosse di origine molto antica, in quanto si trovava in posizione strategica, sulla strada romana  che portava da Genova a Sampierdarena che è ricordata dalle fonti come via Romana del Promontorio (o del Faro). 

L'origine è tuttora incerta ed un tantino controversa. Si parla di un antico monastero dedicato a S.Paolo, ma le prime fonti scritte citano solo la fondazione del monastero da parte dei monaci di S.Benigno Canavese nel 1121. Sta di fatto che la chiesa assunse entrambi i titoli, di S.Paolo e S.Benigno, che  mantenne fino alla sua soppressione, nel 1799.

Nel secolo XIV il monastero, data la sua posizione, subisce gravi danni a causa delle lotte intestine fra le fazioni genovesi e viene quasi abbandonato dai monaci. (in certi periodi si registra la presenza del solo abate).   Anche le risorse finanziarie del monastero ne soffrono, tanto che gli edifici, non riparati, vanno in rovina.

Ricostruzioni e distruzioni si susseguono per i 2 secoli successivi:  tutte le volte che c'era una guerra o una lotta intestina il Monastero diventava il caposaldo per uno dei contendenti e veniva assalito dalla parte avversa.  All'inizio del  1500 i monaci sono costretti a sloggiare e si trasferiscono in città.  Fino alla metà del secolo il monastero rimane abbandonato e in rovina.

MedioevoDemolito-SilviaColombo


Con Andrea Doria, cacciati i francesi, si ricostruisce ancora, ma poi il lavoro delle nuove mura del 1600 causano ancora danni.ed i monaci tornano in città.
I restauri riprendono nel 1700 ed i monaci tornano a godersi il panorama e l'aria buona ancora per qualche anno... per venire definitivamente cacciati nel 1799.

 Dei tempi "antichi" non abbiamo piantine della chiesa e del monastero. La prima su cui abbiamo messo gli occhi è quella del Brusco vero la fine del 1700.

MedioevoDemolito-SilviaColombo


Nel 1805 Il campanile viene scoperchiato e trasformato in torre di osservazione e segnalazione e l'intero complesso di lì a poco viene militarizzato. 



Qui vediamo la collina con il monastero, già munito di bastioni,  visti da ponente. Quella sulla destra non è la ..... "Torre di Pisa" .... ma bensì la nostra Lanterna che,  per uno strano effetto prospettico, ci appare un tantino "ubriaca".

Antonio Giolfi particolare da Incisione  su carta - 1769 - Museo Galata



 Per fortuna, passata la "sbornia",  la Lanterna si è subito raddrizzata  sotto lo sguardo vigile del Monastero di San Benigno.
Abbiamo cambiato prospettiva ed ora vediamo la Lanterna da levante.
In primo piano una bella scena di attività portuale : una  draga sta "sversando" una "cucchiaiata di fango" estratto dal fondale su una imbarcazione che provvederà poi a scaricarlo al largo.
Al Molo Nuovo, alle pendici della Lanterna sono ormeggiate le navi in  "quarantena".
Sulla sinistra vediamo una goletta ancorata nella rada interna con un'ancora di prora e ben 2 ancore di poppa.

Particolare da acquaforte colorata ad acquarello di G.Piaggio e di Del Pino 1818 ca Collezione topografica del Comune



Sempre da "Medioevo Demolito" abbiamo una piantina della chiesa

MedioevoDemolito-SilviaColombo


Ed una ipotetica ricostruzione della pianta del monastero nelle differenti epoche

MedioevoDemolito-SilviaColombo

Ed ecco come la vede il Garibbo nel secondo decennio del 1800

1812-14 Garibbo dis, Pittaluga inc. acquaforte e acquatinta acquerellata



Questa invece è invece la vista che ce ne da H.Perle Parker nel 1822

 PART.  DIPINTO DI HENRY PERLE PARKER DEL 1822 - COLL. CARIGE - TRATTO  DA ICONOGRAFIA DI GENOVA E DELLE RIVIERE- ED CARIGE




Poi arrivano i Savoia, fanno anche loro un disegnino:

MedioevoDemolito-SilviaColombo




Questo forse è l'ultimo "ritratto del monastero prima del "piccone risanatore" , come si diceva allora.

A. Guesdon 1849 Coll. Topogr. del Comune da Paesaggio e Immagine di Genova Ennio Poleggi Sagep




Facciamo un salto di qualche anno per ammirare questa veduta del porto ad inizio 1900, con le Caserme di S.Benigno già costruite sulla destra della Lanterna.
Infatti, con l'annessione al Regno di Sardegna il colle venne ulteriormente fortificato e vi furono costruite le due grandi caserme che possiamo meglio notare nelle immagini successive.

Cartolina edit. B&C Zurich sped 1907




In questa veduta abbiamo le caserme in primo piano.

Cartolina edit. non rilevato - spedita 1912





Qui abbiamo la planimetria del promontorio di S.Benigno con le caserme  e la strada che portava da Sampierdarena a Genova costeggiando il mare e la Lanterna.

Si notano le due porte della Lanterna, quella Vecchia e quella Nuova, di cui abbiamo già mostrato le immagini parlando della Lanterna.

dal libro:  "Forti di Genova"  di Stefano Finauri - Edizioni Servizi Editoriali




Sempre da Stefano Finauri abbiamo una rara foto di fine 1800 che ci mostra parte delle fortificazioni di S. Benigno sul lato mare.
 
dal libro:  "Forti di Genova"  di Stefano Finauri - Edizioni Servizi Editoriali
 



Intorno alla Lanterna, a difesa del porto erano state costruite, e potenziate, a varie riprese, batterie di cannoni che continuarono ad essere presidiate fino al 1915, anno della loro definitiva dismissione.


Cartolina edit. Gnecco - sped 1903


Le Caserme ospitarono la truppa fino al 1920 poi vennero anch'esse dismesse.

Il  22 giugno1930 ,  con una suggestiva cerimonia, veniva dato l'addio al complesso di Caserme e Batterie nel corso di una "adunata di saluto di fanti ed artiglieri alle demolende caserme di S.Benigno".
Per l'occasine venivano stampate le seguenti cartoline commemorative (foto Sciutto - ed. Industrie Grafiche Riunite). 
Le foto dei cannoni però risalgono al 1903 e sono state ristampate per l'occasione con la dedica alla commemorazione stampata sul retro.







La seguente cartolina di Mangini (non circolata) mostra la Batteria della Lanterna già abbandonata e diroccata nel 1925 con la diga foranea già prolungata a ponente ed un "pennello" del futuro Ponte S.Giorgio.






Ed ecco una veduta delle "pertinenze inferiori" delle caserme. Edifici già abbandonati dall'esercito ma non ancora demoliti.
I panni stesi  evidenziano l'occupazione da parte di qualche "abusivo"


Cartolina edit. Mangini - non circolata




Ed a questo punto il colle di San Benigno, persa la sua importanza strategica, diventa solo un "ingombro" , un ostacolo che limita l'espansione del porto ed ostacola le comunicazioni della città con il nuovo  "polo industriale" che si viene a creare a ponente della Lanterna.

Così il colle diventa una cava da cui verranno estratti per anni i materiali necessari alla costruzione dei nuovi moli del "Bacino della Lanterna" e del "bacino di Sampierdarena".

Qui vediamo la costruzione di Ponte Idroscalo effettuata cavando pietra e detriti dal Colle di San Benigno. Sulla sinistra si possono notare le strutture in ferro utilizzate per l'estrazione ed il trasporto dei materiali dalla cava.

foto da Autorità Portuale di Genova - Archivio Storico - Il Porto visto dai fotografi - a cura di Danilo Cabona e Maria Grazia Gallino - ed. Amilcare Pizzi




Siamo nel 1929 e questa foto illustra i lavori quasi terminati per lo sbancamento del colle di S. Benigno .  La vista è da Sanpierdarena e ci mostra il "polverone"  creato dagli scavi tra la Lanterna ed il colle.

 da " LA GRANDE GENOVA "- BOLLETTINO MUNICIPALE 1929




Via di Francia vista da Genova verso Sampierdarena verso la fine dei lavori di sbancamento e risistemazione del territorio.

da LA GRANDE GENOVA - BOLLETTINO MUNICIPALE 1929





Altra immagine del 1929 con i lavori praticamente ultimati visti da via Milano.
In fondo un tratto della "elicoidale" , tuttora esistente, che porta alla "camionale"  Genova/Serravalle, la prima autostrada italiana.

La  Autocamionale Genova-Valle del Po (o semplicemente " la camionale"), fu completata ed inaugurata nel 1935.

Gli edifici sulla destra sono stati sostituiti dall'odierno "Matitone".
Sulla sinistra in secondo piano notiamo la vecchia costruzione a facciata cieca sita in via San Benigno con i resti della collina originaria tuttora esistenti.

 da LA GRANDE GENOVA - BOLLETTINO MUNICIPALE 1929






Ed alla fine della collina non restò più nulla: spazio vuoto per le nuove strutture:  l'elicoidale per la camionale, in seguito raccordata anche alla strada sopraelevata Aldo Moro

elicoidale - edit. Campassi To - sped 1941

Elicoidale -  edit.  WDG




Ed ecco come si presentava la zona nel 1992, col Matitone e le torri del WTC.  Della collina di San Benigno non restava più traccia .

1992 particolare di foto da Il Porto di Genova visto dai Fotografi -1969-1995 di D.Cabona e M.G.Gallino
 



giovedì 8 gennaio 2015

Genova - Via Gramsci





Come possiamo vedere in questo particolare di mappa del 1766 la Porta S.Tommaso, che dava accesso alla città dal ponente, era collegata alla zona del porto commerciale da due stradine, poco più che due vicoli.

Particolare dalla Pianta di Giacomo Brusco - 1766 - dalla raccolta del Giolfi - Palazzo Rosso ufficio Belle Arti




Nel 1835 venne intrapresa la costruzione della Carrettiera Carlo Alberto che venne completata nel 1839 con la costruzione, sul lato mare, della "Terrazza di Marmo, lunga 400 metri , da Porta dei Vacca a Palazzo San Giorgio.

Terrazza sopraelevata - 1875 - edit.  Mangini - non circolata

  

Sotto la terrazza, lato mare, erano ospitati magazzini e negozi inerenti alle attività commerciali del porto.  Invece , dal lato della città, si apriva un porticato che costituiva una passeggiata coperta lungo via Carlo Alberto e Piazza caricamento e dava accesso alla terrazza stessa, come possiamo vedere il questa foto gentilmente fornitaci da Giuseppe Ruzzin.

Foto fortnitaci da Giuseppe Ruzzin



 La terrazza ebbe una vita breve in quanto fu smantellata tra il 1883 ed il 1886 per far posto alla linea ferroviaria portuale (fare e disfare......).
 
Terrazza panoramica nel 1875 da S.Giorgio a Porta di Vacca  ed.  Mangini



Nella foto precedente possiamo notare, nell'angolo interno della terrazza, verso il porto, una costruzione semicircolare che vediamo in dettaglio nella foto che segue.
Al suo interno ospitava la scala che dall'angolo via Carlo Alberto/piazza Caricamento portava alla terrazza. 

Foto fornitaci da Pier Giorgio Gagna



Fare e disfare..... già allora era di moda......
All'epoca infatti si smantellavano gli edifici, anche storici, con grande disinvoltura e siamo fortunati che per far posto alla "Carrettiera"  non abbiano smantellato anche la Commenda di Prè.
Infatti ci sono passati proprio vicini, lasciando per fortuna un congruo spazio pedonale davanti all'edificio, spazio che oggi  ci consente di ammirarne la struttura agevolmente, senza dover torcere il collo, come avviene per molte altre strutture "nascoste" nei vicoli.
Ecco due immagini dell'epoca.

Commenda - da "Genova antica e dintorni" - ed. Mondani


Via Gramsci e Commenda - edit: Trenkler Lipsia - non circolata



Questa piantina del TCI del 1916 ci mostra la sistemazione che abbiamo più sopra illustrato, successivamente alla distruzione della Terrazza Panoramica (alias Terrazza di Marmo) e la costruzione della linea ferroviaria portuale fino al Molo Vecchio.
Vediamo la Via Carlo Alberto, da Piazza Principe a Caricamento (Piazza Banco S.Giorgio).
Accanto ad essa si sviluppa la linea ferroviaria con la stazione merci di Caricamento.
Inoltre, vediamo segnato sulla cartina, in corrispondenza del Palazzo Reale,  il cosiddetto "Ponte Reale". Così era (impropriamente) chiamata la costruzione voluta dai Savoia per collegare il Palazzo Reale direttamente con la Darsena e la Ferrovia evitando il traffico cittadino.

particolare dalla piantina del TCI del 1916




Vista da ponente, con a destra il bacino della Darsena ed al centro il cosiddetto "Ponte Reale" che collegava il Palazzo Reale direttamente ai moli ed alla ferrovia.
Questa costruzione fu demolita nel 1964 per far posto alla "sopraelevata"

La vettura tranviaria, diretta verso Caricamento, traina a rimorchio un'altra vettura senza trolley, che potremmo chiamare "estiva" in quanto aperta sui due lati e schermata da tende. Questo "rimorchio" era familiarmente chiamato dai genovesi "rebellea" .

Gramsci-P.Reale - edit. Brunner Como - non circolata



Un'altra cartolina della stessa epoca "colorata" ci fa vedere il "Ponte Reale" più da vicino con un pezzetto del "Mercato Orientale" piuttosto affollato.
A centro strada uno spazzino é al lavoro. Traffico stradale quasi assente.







Qui invece abbiamo una foto (pubblicata su FB da Giangavino Pinna e che a cuor leggero, e senza autorizzazione qui "piratiamo") che mostra i lavori di costruzione della spraelevata e la contemporanea distruzione del "Ponte Reale" nel 1964.

Foto pubblicata su FB da Giangavino Pinna



Questa immagine di Valenti ci mostra via Gramsci agli inizi del 1900 vista da levante.
Sulla destra si indovina la presenza della Commenda, arretrata rispetto al piano stradale.
Sulla sinistra vediamo parte dei magazzini della Darsena. 


 via Gramsci primi 1900  Valenti editore




Qui vediamo via Carlo Alberto, piazza Statuto, e Palazzo Reale  nel 1903.  (Secondo noi piazza Statuto stava meglio senza l'attuale mercato). 

Via Gramsci - piazza Statuto sped. 1903



La didascalia  dice :  "Via Carlo Alberto" .  Per la precisione:  via Carlo Alberto era in fondo alla foto e proseguiva a sinistra verso la piazza del Principe mentre il fotografo ed il palazzo della Dogana (a destra) sono in via Rubattino (nel 1904 "rampa di San Tommaso", che collegava via Carlo Alberto alla stazione Marittima).
A destra vediamo il palazzo della direzione della Dogana che, sempre per la precisione, "guarda" su via Rubattino ma tecnicamente non è in via Rubattino in quanto  è compreso nella cinta portuale con ingresso dalla strada portuale sottostante. 

inizio via Gramsci - edit.  Garzini e Pezzini Milano -    sped. 1919




Spostiamo la visuale un pò più indietro per vedere l'inizio di via Carlo Alberto alla confluenza con via Andrea Doria in Piazza del Principe. Questo tratto di via Carlo Alberto oggi ha preso il nome di via "Bersaglieri d'Italia"

In primo piano vediamo la rampa d'inizio di via Lagaccio.

A destra si vede l'angolo del Palazzo del Principe e poi il Silos e l'edificio delle Dogane.

A sinistra sorge l'edificio dell'attuale albergo Crispi che mostra la reclame della "Francesco Parisi"sopra alle finestre  del secondo piano.

I due edifici al centro  appartenevano alla "Scuola Navale Superiore"  e non esistono più.


 
 inizio via Gramsci -  ed. Garzini e Pezzini Milano    sped 1919

Più o meno la stessa inquadratura, in tempi posteriori  (1935), ci mostra il "triangolo" stradale attuale
di v.Bersaglieri d'Italia/v.Fanti d'Italia/v.Alpini d'Italia al posto della vecchia Scuola Navale.

Da sinistra vediamo chiaramente  un pezzetto della Stazione Principe, poi l'edificio dell'albergo Crispi senza più la reclame della Parisi (che ha cambiato ufficio).  Quindi il palazzo della Dogana ed il Silos .

Nell'angolo basso a destra c'è la "dependance" del Palazzo del Principe.

Al centro in alto vediamo il grattacielo "piccolo" di Piazza Dante, ma non quello grande, ovvero la "Torre Piacentini" che evidentemente è ancora in costruzione. Questo ci ha fatto datare lo scatto nel 1935 (anno più/anno meno)

Come al solito, inconfondibile, spicca la sagoma della basilica di Carignano.


 via A.Doria e via Gramsci - ed.  Superfoto - non circolata



"Dulcis in fundo" (si fa per dire) abbiamo una immagine del 1978 con quella che ormai possiamo chiamare via Gramsci a pieno titolo sovrastata dalla Sopraelevata, costruita nel 1964.