mercoledì 30 ottobre 2013

Largo della Zecca e galleria Giuseppe Garibaldi




Largo della Zecca prende il nome dalla Zecca che era stata qui spostata nel 1805 ed è rimasta in funzione fino al 1860, quando fu chiusa per la demolizione dell'edificio che la ospitava.
"Povera" Zecca, sfrattata prima da Napoleone,  e poi definitivamente cancellata dalla apertura della galleria allora intitolata a V.Emanuele II.

Infatti, nella mappa  del Brusco (del 1766), la piazza ha ancora l'antica denominazione "Forni"  in quanto vi si trovavano i forni pubblici.  La piazza, fra le due "grandi guerre" fu anche intitolata a Filippo Corridoni. 
Oggi a Filippo Corridoni (sindacalista, combattente, medaglia d'oro al valore della prima guerra mondiale) è intitolata la strada che da Corso Gastaldi conduce a Montallegro.

Particolare dalla Pianta di Giacomo Brusco del 1766  - dalla raccolta del Giolfi - Palazzo Rosso ufficio Belle Arti (2)


Nella piantina del T.C.I. del 1916 vediamo ancora la dicitura "piazza Zecca"
Notiamo altresì la linea rossa tratteggiata ad indicare la galleria tramviaria fino al Portello.

particolare dalla piantina del TCI del 1916


Largo Zecca in una foto molto antica, ristampata a cartolina in epoca successiva dal Mangini.
Dalla fontana, due vie mattonate salgono fino al palazzo che oggi troviamo al n.4 di via Edilio Raggio.
La fisionomia della pazza cambierà completamente con la costruzione della galleria tamviaria, inaugurata nel 1897.

cartolina -  ed. Mangini - non circolata


La stessa identica foto, tagliata (con dubbio gusto)  nella parte superiore, ci viene fornita dal Mondani. (i carretti sono identici e posizionati nello stesso punto ed anche le ombre corrispondono per cui se si trattasse di due foto diverse si tratterebbe di due scatti successivi quasi contemporanei , ma siamo del parere che siano invece due "tagli" diversi dello stesso "vetrino" fotografico)

da Album Fotografico di Genova Antica -  ed.  Mondani


Ed ecco la galleria da poco terminata come si deduce dai materiali di costruzione che ancora si vedono davanti alla galleria e dal muraglione di via E.Raggio ancora da costruire.

La cartolina porta il timbro postale del 1908, ma dato che la galleria è stata inaugurata nel 1897,  ci sembra strano che i lavori di rifinitura siano così in ritardo. Probabilmente la cartolina è stata stampata qualche anno prima della sua spedizione.  Spedire cartoline "stagionate" sembra che all'epoca fosse di moda .... o forse le cartoline "vecchie" costavano meno..... (semmu de zena.....)

Il bar all'angolo di via Cairoli, di cui vediamo l'insegna,  può giustamente vantarsi di essere untracentenario.

cartolina - ed.  Modiano Milano - sped. 1908


Ed ecco che anche  il Mondani ci presenta la sua versione della galleria in un'epoca di  poco successiva, come si deduce dai materiali di costruzione che ancora si vedono davanti alla galleria e dal muraglione di via E.Raggio ancora da terminare.
da Album Fotografico di Genova Antica -  ed.  Mondani

Ed ecco la fase successiva, col muraglione terminato, anche se rimangono da togliere dei materiali che di intravedono in terra dietro al tram.
? forse che gli omini con i carretti a mano stanno provvedendo alla bisogna?
c'è anche una carriola posteggiata sotto il lampione all'inizio della salitina.

A sinistra, dietro al "Vittorio Emanuele" si intravede l'ingresso della funicolare del Righi.

cartolina -  ed. S.C.  - non circolata


Quasi la stessa inquadratura qualche tempo dopo
Le macerie sono sparite ed è spuntato un nuovo "fungo" , nel mezzo della piazza:  un alto palo di ferro, probabile sostegno dei fili elettrici dei trams.

cartolina - ed. S.T.A.  - spedita 1915


Nel 1926 la galleria fu allargata alle dimensioni attuali e l'edificio soprastante venne demolito e ricostruito come ci mostra questa immagine.  Nel frattempo si era pensato bene di cambiare il nome della Piazza, titolandola a Filippo Corridoni, come già accennato in precedenza. L'ampliamento della galleria fu terminato nel 1930.

Bollettino Municipale 1926


 Qui vediamo la galleria Terminata.


cartolina - ed. Marzari - sped 1939


Concludiamo con una immagine "moderna" fornitaci dal Secolo XIX

stampa -omaggio Secolo XIX  - 1978







mercoledì 23 ottobre 2013

Piazza Portello e Gallerie Bixio e Garibaldi





Piazza Portello è una invenzione "recente".
Infatti, fino al 1852 Piazza Portello non esisteva affatto.  C'era invece il "Portello" , nelle vecchie mura del Barbarossa, ancora esistenti.  A noi "contemporanei" rimane difficile immaginare la cinta di mura che scendeva dalla Villetta Di Negro (bastione di Lucoli) lungo la salita delle Battistine e risaliva verso il Castelletto lungo la salita di San Gerolamo, così ve la mostriamo con la nostra mappa del 1846:

1842 mappa edita da Grondona (part) di proprietà degli autori.

Da Piazza Fontane Marose, si attraversavano queste mura passando appunto dal "Portello" per salire ai colli sovrastanti verdeggianti di giardini ed orti ed abitati da pochi "manenti" , ville e sopratutto importanti monasteri. 
Poi, nel 1852, le "Mura del Portello"  vennero abbattute ed iniziò la costruzione di via Caffaro e della piazza.  Poi, nel 1897 arrivò il tram con le sue gallerie ed il luogo cambiò ancora fisionomia presentandosi così:

Mappa TCI 1916



Parlando di piazza Corvetto abbiamo già mostrato l'entrata della galleria Nino Bixio da piazza Corvetto nelle due successive versioni (quella tramviaria a senso unico e quella attuale).

La versione tramviaria a senso unico era stata inaugurata nel 1897, e la versione moderna nel 1930.
Inizieremo con le immagini dell'ingresso della galleria Garibaldi da piazza Portello verso Largo della Zecca.
Questa è la prima, con la galleria aperta da poco e l'entrata ancora da sistemare.

cartolina - ed. Mangini - non circolata


Qualche anno dopo l'ingresso è sistemato ed anche i trams hanno cambiato colore.

cartolina - ed. Calì - sped 1912


Ma nei primi anni del 1920 s'era di nuovo col piccone in mano......

cartolina - ed. Mangini - non circolata


Qualche anno dopo la galleria è già ingrandita e mostra due nicchie laterali che spariranno nella versione "finale"

riproduzione fotografica non annotata


Ed ecco la versione finale della allora galleria Vittorio Emanuele III

cartolina - ed. Calì - non circolata

E, visto che siamo al Portello aggiungiamo una immagine dell'inizio di via Caffaro nel 1870 prima della costruzione delle due gallerie.
Il posto sembra  del tutto deserto. (saranno tutti allla "birraria Muller"  a farsi una pinta?)
I materassi sulla sinistra, al bordo della salita S.Gerolamo,  segnalano la presenza di un materassaio al lavoro.




Passiamo alla  galleria Bixio che allora era chiamata "Regina Elena" e l'ingresso alla funicolare di S.Anna, che da Portello raggiunge ancora Corso Magenta.  Qui vediamo la prima versione della galleria , del 1897,  che aveva l'imbocco a fianco dell'entrata della funicolare, sotto ,la scalinata della salita delle Battistine. Non ci facciamo ingannare da "l'ingresso della Funicolare" che allora  era completamente diverso ed in una posizione differente. Infatti oggi, quel caseggiato si troverebbe nel mezzo della strada che esce dalla attuale galleria.

da "Le più belle cartoline di Genova"  di V.E.Petrucci SAGEP editore

Fate caso al palazzo a fianco della scala ed alla sua terrazza con i vasi.  Quel palazzo esiste ancora tale e quale a fianco della galleria.  Un tempo la  scala delle Battistine correva a fianco del palazzo per poi congiungersi al percorso attuale.    Quindi dove adesso c'è la galleria prima c'era la rampa di scale della salita delle Battistine e l'edificio che inglobava la stazione della funicolare.  La galleria del tram iniziava sotto alla scala come possiamo vedere dai binari del tram.  Mettiamo una visuale d'insieme della salita delle Battistine per chiarire meglio il concetto.  Fate ancora caso alla terrazza con i vasi sulla destra.

La foto non è nostra ma serviva per capire e l'abbiamo "pescata" da un "album" di foto "piratate" su FB 



Nel 1930 avevano già tirato giù scalinata e palazzo ed ingrandito la galleria come vediamo dalla foto che segue (ed anche oggi). Inoltre avevano rifatto il capolinea della funicolare più a monte, in un palazzo nuovo.

Anche questa foto ha la stessa origine "furtiva" della precedente


Forse la spiegazione precedente non è chiarissima, quindi vediamo di integrarla con un disegnino che facciamo sulla foto della galleria nuova, disegnandoci su la posizione della scalinata e del palazzo della funicolare. (vediamo se riusciamo così a confonderci maggiormente le idee)





Ora dovrebbe essere tutto chiaro.  Ma , siccome ci piace complicare le cose abbiamo ideato anche un fotomontaggio che però richiede un poco di fantasia. Infatti le due foto non sono prese dallo stesso punto di vista e bisogna ruotare "idealmente"  la foto piccola di 45 gradi in senso antiorario per avere la direzione esatta della Salita Battistine e quindi dell'orientamento della foto piccola rispetto alla foto grande.





 Buon peso, aggiungiamo il tratto finale della finicolare con questa cartolina del 1903.

cartolina - ed. non rilevato - spedita 1903






martedì 22 ottobre 2013

Via Madre di Dio





La zona nel sec. XIII  Da uno studio del Poleggi.  La mappa ci mostra la zona del Rivotorbido ancora spopolata.

Rivotorbido sec XIII da Una città portuale del Medioevo di Bianchi e E.Poleggi   ed. Sagep


Nel XV secolo le sponde del rio Torbido si erano già popolate di case ed attività artigianali e commerciali (tessitori, conciatori, tintori, lanaioli, etc)

sec XV da Una città portuale del Medioevo di Bianchi e E.Poleggi   ed. Sagep 9



Col passare del tempo un fitto agglomerato di case finì col popolare tutta la zona dal Rivotorbido, alle vechie  mura che ancora cincevano la zona di Sarzano.  Il Rivotorbido venne tombinato e divenne un percorso stradale che da ponticello scendeva al mare.

Abbiamo titolato semplicemente Via Madre di Dio, ma avremmo dovuto spiegarci meglio.
Ci riferiamo appunto  al suddetto percorso stradale che, seguendo il corso del rio Torbido, portava da Piazza Ponticello (Piazza Dante) al mare, passando sotto al Ponte di Carignano.

Percorso che, all'epoca,  prendeva tre nomi in successione:  Borgo dei Lanaiuoli,  via dei Servi, via Madre di Dio, sbucando in piazza Marco Reodano, fra le mura della Marina ed il retro dell'Albergo Popolare .  (qui illustrato da una cartina del 1916).

particolare della cartina del TCI  - 1916


Un percorso antico, che seguiva il corso del Rio Torbido, e dava origine ad un borgo che costeggiava le mura del Barbarossa e risaliva al XII secolo.

Un borgo originariamente abitato da tessitori di lana provenienti dalla Fontanabuona e perciò denominato Borgo dei Lanaiuoli.


Il borgo, infossato tra il colle di Sarzano e quello di Carignano,  mantenne nel corso dei secoli la sua caratteristica edilizia popolare: case alte che davano si viuzze strette su cui si affacciavano numerose "botteghe" artigiane.

Con la costruzione della chiesa di S. Maria dei Servi  (sec. XIV - officiata dall'Ordine dei Servi di Maria), il tratto prospiciente alla chiesa  prese il nome di via dei Servi.
La chiesa fu poi distrutta dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale e fu ricostruita alla Foce.

Il tratto finale, che passa sotto il ponte di Carignano, era denominato Via Madre di Dio.
Prendeva il nome dalla chiesa e convento della Madre di Dio fondato nel 1680, che si trovava e (miracolo?) ancora si trova accanto ad un pilone del ponte di Carignano.

La chiesa subì numerose traversie e bombardamenti, a cominciare da quello francese del 1684 e finire con quello della Seconda  Guerra Mondiale. Nel dopoguerra rimase a lungo in abbandono e solo nel 2008, dopo gli opportuni lavori di restauro, divenne la sede della Biblioteca Franzoniana.

La parte superiore del quartiere, dall'inizio del Borgo dei Lanaioli fino all'altezza della chiesa dei Servi, era già stata "erosa" nel  1935 con la creazione di Piazza Dante. Qui la vediamo ancora intatta in una immagine di fine 1800.

cartolina ed Valenti  non circolata

Questa immagine, più o meno della stessa epoca della precedente, ci da una vista del campanile e del tetto a terrazza della chiesa dei Servi.



Sempre via Fieschi, nel 1910. A sinistra vediamo il campanile della chiesa dei Servi e le case adiacenti, giù giù fino a piazza Ponticello  

cartolina - ed.Ferro - sped. 1910   



In questa foto del 1935 la "torre Piacentini" (grattacielo di p.Dante) si è già mangiata il Borgo Lanaiuoli e guarda dall'alto in basso la chiesa dei Servi e via Madre di Dio.
Sulla sinistra la chiesa dei Servi, via Fieschi e la chiesa di Carignano.  Al centro, via dei Servi ci appare transennata all'altezza del portone della chiesa. Le rovine dell'edificio in basso al centro fanno da deposito all'attrezzatura del cantiere.
Dietro, nei vicoli,  la vita scorre normale, almeno per ora.

cartolina - ed.  Mangini - non circolata


Dicevamo poch'anzi che era un quartiere di abitazioni popolari, caruggi, per cui nonostante i tanti secoli di vita intensamente vissuta ci sono pervenute poche immagini del "borgo" e di via dei Servi.

Invece via Madre di Dio, aveva come "attrazione" il pluridipinto e plurifotografato Ponte di Carignano, per cui valeva la pena di fare e spedire una cartolina. Quindi vi faremo vedere via Madre di Dio  "in tutte le salse" .


1875 (sostiene il Mangini) - il ponte non ha ancora le inferriate anti-suicidi

cartolina - 1875 -  ed. Mangini - non circolara


 Questa immagine è la più bella in quanto rappresentativa della popolazione del quartiere.



In strada solo pochi bimbi ed alcune "comari" mentre un mulattiere conduce due muli carichi, ignaro di passare al ricordo dei posteri. In alto è una vera festa di panni stesi (giorno di bucato ??)

cartolina - ed. Mangini - non circolata

1902- bottegai (col grembiule), passanti e fanciulli, tutti schierati in posa in mezzo alla strada, fanno "pendant" con i panni stesi al secondo piano

stampa omaggio del SecoloXIX

La stessa inquadratura nel 1978, dopo lo scempio edilizio del "centro dei Liguri" e dei "giardini di plastica"
stampa omaggio del Secolo XIX




Due immagini  del quartiere ancora intatto visto dall'alto.

v.dei Servi prima della demolizione da GENOVA di E.Poleggi e P Cervini

immagine tratta da :  Viaggio Nei Caruggi di Riccardo Navone  -  ed. Fratelli Frilli


La chiesa della Madre di Dio prima della demolizione del quartiere.

riproduzione fotografica non annotata


La chiesa (a sinistra) a demolizioni iniziate

riproduzione fotografica  non annotata


Demolizioni in via dei Servi.
In alto via Fieschi e Carignano
In basso i "lavatoi dei Servi" (o del Barabino) così detti perchè sorgevano accanto alla chiesa dei Servi.  Costruiti nel 1797, ai tempi della Repubblica Ligure (di ispirazione giacobina), sono stati smontati e ricomposti dalla parte opposta della valletta, sotto la via del Colle, dove sorgeva la "piazzetta dei lavatoi del colle" anch'essi cancellati dal "progresso".

riproduzione fotografica non annotata

Una  "panoramica" degli sventramenti,  come la si vedeva in quegli anni dal grattacielo di piazza Dante

riproduzione fotografica non annotata


Non si salvò dal piccone nemmeno la casa natale di Nicolò Paganini, in vico del Colle di Gattamora.





I lavatoi dei Servi sono stati spostati sul lato opposto della valle, nei "giardini di plastica, sotto via del colle e lì abbandonati al vandalismo dei "nuovi barbari".

Foto degli autori


Risparmieremo ai lettori una foto dei famigerati "giardini di plastica" e dei palazzi che gli fanno da contorno e ci concentreremo su una simpatica iniziativa a perenne ricordo dello scempio edilizio commesso :  la targa ricordo posta a cura degli abitanti degli antichi quartieri.

foto degli Autori








sabato 19 ottobre 2013

Via Fieschi




Via Fieschi fu costruita nel 1868, su terreni appartenenti alla omonima famiglia, per collegare Carignano (pallino rosso) a Via Giulia (p.giallo), passando per piazza Ponticello (p.verde).

Primo riferimento la mappa del 1846, che ci mostra la zona pochi anni prima dell'inizio della costruzione di via Fieschi.

Vediamo, contrassegnato con la lettera "A", il seminario arcivescovile  mentre quella con la crocetta è la chiesa dei Servi che contrassegna il percorso "Bogo Lanaiuoli"- via dei Servi - via Madre di Dio.

Via Fieschi taglierà diritta dalla chiesa di Carignano a piazza Ponticello lasciandosi a sinistra la chiesa dei Servi ed a destra il seminario.

Come si nota nella piantina la parte verso Carignano non era edificata per cui quella parte di via Fieschi fu costruita senza fare grosse demolizioni, a parte il muraglione che la sosteneva tenendola ad un livello superiore di via dei Servi e delle costruzioni a lei pertinenti.  Infatti, come vedremo nelle immagini successive, il tetto della chiesa dei Servi era di poco superiore al piano stradale di via Fieschi.

Invece la parte vicina al seminario (a nord di salita San Leonardo) era edificata. Gli edifici sulla sinistra (Borgo dei Lanaiuoli) rimasero intatti (per il momento), mentre quelli sulla destra (verso il Seminario)  furono demoliti e ricostruiti.

particolare dalla Carta topografica della città di Genova 1846 ed. Libreria Grondona di proprietà degli autori

Secondo riferimento è la piantina del T.C.I. del 1916, che ci mostra via Fieschi costruita fino a piazza Ponticello.




Siamo in piazza Ponticello, spalle a via Giulia (v. XX Settembre).
Vediamo a sinistra via Fieschi, in salita, con in alto l'inconfondibile sagoma della chiesa di Carignano
A destra, in discesa, il borgo dei Lanaioli con via dei Servi e poi via Madre di Dio.

cartolina, fine 1800, ed. Valenti - non circolata


Via Fieschi a sinistra mentre a destra vediamo il tetto della chiesa di Santa Maria dei Servi che aveva l'ingresso nella sottostante via dei Servi.
Notiamo il dislivello fra via Fieschi e gli edifici che davano su via sei Servi e via Madre di Dio.
In questa zona via Fieschi era edificata solo sul lato sinistro della cartolina.  

Aggiungi didascalia



Ed ora una veduta dall'alto, siamo nel 1910.
In fondo alla strada c'è sempre piazza Ponticello ed a sinistra vediamo il campanile della chiesa dei Servi quasi nascosto da casette modeste.

cartolina - ed Ferro - sped. 1910


Nel 1934,  un'altra demolizione selvaggia faceva tabula rasa del quartiere di Ponticello ed al suo posto sorgevano i grattacieli. Nell'occasione via Fieschi veniva "prolungata" fino a via XX Settembre con la costruzione di nuovi palazzi per uffici.

La via veniva inoltre "livellata" abbassandone la parte finale cosicché i vecchi negozi al pian terreno si trovarono improvvisamente al primo piano.  Inizialmente l'accesso venne assicurato mediante scala e passerella di legno, finché le ex cantine non furono riadattate come negozi.
Qui vediamo la prima fase, con la scala e la passerella di legno per l'accesso ai negozi ed al portone dell'edificio.

Foto di Gianvi Spezia


Prolungamento di Via Fieschi all'altezza della ex Piazza Ponticello, di cui, a nostro avviso, avrebbero dovuto conservare il nome in questo slargo

omaggio del Secolo XIX