sabato 21 marzo 2015

Vico Cartai






C'era una volta Vico Cartai e.... adesso.....  adesso è tale e quale, magari più degradato e deserto, avendo perso le antiche botteghe a favore degli attuali anonimi magazzini chiusi e sprangati.



Stavolta non vi tedieremo con le mappe, basti dire che il Vico di trova tra Palazzo San Giorgio (via Frate Oliveiro) e piazza Banchi, non ci si può sbagliare.

Riporto quello che c'è scritto sul secondo volume di "Le più belle strade di Genova":

"Il nome deriva dalle botteghe e relativi magazzini che i cartai avevano nel vicolo. Nei secoli passati, come è noto, i vari artigiani si riunivano in corporazioni, ognuna delle quali si stabiliva in una contrada che risultava maggiormente idonea alla propria attività. I cartai scelsero questo vicolo in quanto, essendo vicino a Banchi ed alla Dogana, venivano a trovarsi a diretto contatto con i mercanti, i quali, facendo largo uso di carta, erano i clienti più assidui.

I cartai genovesi non erano semplici rivenditori, ma erano anche produttori e dalle cartiere che essi avevano a Pegli, Prà, Voltri, Mele e Arenzano uscivano grandi quantitativi di carta, in massima parte esportati all'estero, dove il prodotto era particolarmente apprezzato. Il Parlamento di Londra, a quanto si narra, aveva stabilito che i documenti da riporsi in archivio fossero redatti sulla carta proveniente dalle fabbriche del genovesato.

 La Repubblica di Genova si mostrava particolarmente gelosa di questo ramo dell'industria, tanto da giungere al punto di vietare ai cartai di recarsi ad impiantare fabbriche fuori del dominio.

Una singolare attività svolse in questo vicolo, tra il 1848 e 1860, un ex comandante marittimo che, rimasto infortunato ad una gamba, fu costretto ad abbandonare la navigazione. Egli, che a causa della sua invalidità veniva soprannominato "o rango", eseguiva, in un locale situato appunto nel vicolo, apprezzati ex voto marinari. Le opere, che eseguiva ad acquarello, erano particolarmente richieste dai marittimi in quanto, data l'esperienza, l'autore riproduceva fedelmente la forma dei vari scafi.

Il vico Cartai fu tra i più colpiti dai bombardamenti navali del 1684, ad opera dei francesi, da quelli del Lamamora (fetente aggiungo io) del 1849, di cui si conserva tuttora, conficcata nel muro tra i numeri civici 17 e 18, una palla di cannone, e dai vari bombardamenti aerei inglesi e americani dell'ultima guerra.

La Compagnia di Navigazione di Raffaele Rubattino ebbe nel vicolo, al n° 8 R, la sua prima sede, alla quale si affiancarono poi altri "scagni" di mediatori di navi, spedizionieri ed altri piccoli armatori.

Al numero 5 Palazzo De Mari Serra, con portale composto da lesene doriche del XVII secolo. (attualmente in riparazione, non si presta ad essere fotografato)

17 e 19 rossi, edicola in marmo, con volute e testine d'angeli, all'interno del quale era conservata la pregevole statua di Madonna col Bambino (sec XVIII). Sulla destra si trova, conficcata nel muro, la palla di cannone di cui sopra.

Qui si trova, inoltre, un negozio di carta che continua ininterrotta, dai primi anni del XVIII, l'antica tradizione dei cartai genovesi. (?si trovava? io venerdi pm, quando ho fatto le foto, non vi ho trovato negozi aperti .....)

21 R, (angolo Piazza Banchi). Edicola in marmo giallo venato e con volute, contenente una statua di Madonna col Bambino (sec XVII)"




L'entrata del Vico da Palazzo San Giorgio (via Frate Oliveiro) è un breve passaggio voltato.

Foto degli autori



A circa metà del vicolo troviamo l'edicola e la palla di cannone descritte più sopra.

foto degli autori




Un primo piano della palla di cannone.

foto degli autori





 Il portone con i lavori in corso, visto da lato piazza Banchi

foto degli autori





L'entrata del vico da Piazza Banchi con l'edicola e la targa stradale

foto degli autori





Primo piano dell'edicola e della targa stradale nell'angolo con Piazza Banchi

foto degli autori





venerdì 13 marzo 2015

Genova - Piazza Cavour






Non sapremmo dire quando nasce questo spazio che oggi chiamiamo Piazza Cavour. 
Certamente c'era già in tempi molto antichi uno spazio interno alle mura funzionale allo smistamento delle merci che venivano sbarcate nel bacino del Mandraccio e sul Molo Vecchio. 

Nel 1766 l'attuale Piazza Cavour era ancora chiamata Piazza del Molo, come rileviamo da questa mappa, e questo ci porta ad immaginare che questo fosse il nome originale di questo spazio urbano arrivato fino a noi pur avendo subito mutamenti di forma e funzione.

Part. dalla Pianta di Giacomo Brusco 1766 - dalla raccolta dei Giolfi  - Palazzo Rosso ufficio Belle Arti



Con l'annessione al Regno di Sardegna, intorno al 1850, la piazza venne ampliata mediante la demolizione di alcune vecchie (antiche?) costruzioni che davano verso il porto e nel 1854-55 viene riportata come Piazza Raibetta nella mappa del Foppiani che segue. Questo per ottenere uno spazio maggiore per la raccolta e lo smistamento delle merci sbarcate e destinate all'imbarco, nonché il punto di raccordo tra la carrettiera Carlo Alberto e la "futura" circonvallazione a mare.  Era il tempo delle "grandi strade carrabili" , gli assi di comunicazione che "aprivano la città" verso il "nuovo Regno".

Foppiani - tip. Armanino-(da "Città vecchia e Città - il tesoro della memoria figurata" di Ennio Poleggi)



 
Pochi anni dopo viene ribattezzata "Cavour"  come possiamo vedere già nella mappa del 1862ca. che segue. 

 P.Allodi 1855 (part)




Vedremo ora tre "momenti pittorici" della antica Piazza del Molo che documentano aspetti della sua "trasformazione" nella attuale Piazza Cavour.



1- acquarello a seppia con le demolizioni in corso
da Aspetti di Genova nelle Vedute di P. D. Cambiaso - di P. D. Patrone & G. L. Blengino

 
2- la cosiddetta "casa del Boia" o "casa di Agrippa" (acq. a seppia)
da Aspetti di Genova nelle Vedute di P. D. Cambiaso - di P. D. Patrone & G. L. Blengino




Olio su cartoncino a demolizioni terminate.  da Aspetti di Genova nelle Vedute di P. D. Cambiaso - di P. D. Patrone & G. L. Blengino

 


Nella stessa epoca, 1860, veniva costruito in piazza Cavour, proprio sul giro delle Mura, l'edificio della "Casa Balnearia" che vediamo in questa immagine.

 la CASA BALNEARIA di piazza Cavour inaugurata nel1860 - da Genova Curiosa di Aidano Schmuckler



La vediamo di scorcio, sulla sinistra, anche nella immagine che segue e che ci mostra la piazza vista verso mare, con alla destra il Porto Franco e la Marinetta e di fronte l'ultimo palazzo di via del Molo.
Al centro la rampetta che portava sulle mura di Malapaga.
L'edificio della Casa Balnearia occupava più o meno il posto del successivo "mercato del Pesce".

 p. Cavour da GENOVA SCOMPARSA - ed. MONDANI




Ancora una vista della Casa Balnearia qualche anno dopo, subito dopo l'apertura di corso Quadrio (allora corso Principe Oddone).
Si vede ancora la breccia aperta nelle Mura della Marina, collegate da una passerella provvisoria, probabilmente ad uso pedonale.


 p. Cavour da GENOVA SCOMPARSA - ed. MONDANI



Questo edificio e la sua collocazione ci hanno incuriositi non poco. Lo abbiamo cercato e trovato anche in altre immagini che pubblichiamo per chiarire la sua collocazione, anche se queste immagini non hanno una stretta attinenza con la piazza Cavour.
Qui lo vediamo appena a destra del centro della foto.

 Le Grazie e scoglio Campana 1875 - edit. Mangini




Anche qui lo vediamo, sulle mura, proprio all'imbocco della costruenda Circonvallazione a Mare.
Anche qui possiamo notare la breccia nelle mura con la sovrastante passerella pedonale, proprio in corrispondenza dell'edificio in questione.

da Genova antica e dintorni  ed. Mondani



Terminata la "caccia all'edificio misterioso"  torniamo a vedere p. Cavour , stavolta da levante.
La foto dovrebbe essere della fine del 1800 in quanto si vedono quasi in primo piano i "nuovi" edifici dall'ampio porticato di via Turati costruiti dopo il 1865 demolendo la "ripa di coltelleria".

A sinistra la lunga cancellata che da sul piazzale portuale della Marinetta  è quasi nascosta da carri e carretti pieni di merci diretti al Molo.

 P.Cavour - da "album fotografico di Genova antica" - ed.Mondani




Facciamo un salto temporale di mezzo secolo per trovarci nello stesso luogo e pressapoco nella stessa situazione.
I carri a cavalli sono stati sostituiti da veicoli a motore ed il traffico ci pare meno caotico e più ordinato.

Cartolina - ed. Marconi - non circolata




Piazza Cavour ospita i resti di un edificio antico, risalente al XI-XII secolo, comunemente chiamato "casa del Boia"  in quanto si dice che nel medio evo vi risedesse il boia e/o vi si effettuassero le esecuzioni capitali.  La casa è anche chiamata impropriamente "casa di Agrippa"  da una antica iscrizione romana trovata nei pressi, che riportava appunto il nome di Marco Vispanio Agrippa, genero di Augusto.

casa di Agrippa p. Cavour - da Genova Curiosa di Aidano Schmuckler



Vicino alla casa del boia troviamo una costruzione comunemente (ed erroneamente) denominata "Porta della Marina", che forse si apriva sulle ancora esistenti Mura delle Grazie che proteggevano il versante della città prospiciente il mare. Diciamo "forse" perché non abbiamo ancora trovato alcun riscontro della sua presenza e presunta funzione nelle mappe ed illustrazioni finora da noi esaminate.  Perso ormai da tempo il suo valore strategico, la "porta"  ha subito diverse variazioni d'uso fino a diventare un ristorante.

Porta Marina  . da "GENOVA SCOMPARSA" -ed. MONDANI




Sul lato mare, prospiciente alle mura di Malapaga troviamo la caserma San Giorgio della Guardia di Finanza, costruita in stile "eclettico neo-gotico" tra il 1912 ed il 1915  (citando pari pari la sopraintendenza delle belle arti di Genova).







Quasi di fronte troviamo l'edificio del Mercato del Pesce  costruito nel 1933 nel tipico stile del "ventennio" .