via di Francia anni 60 - Foto dal web |
Fin dalla seconda metà del 1800 si era provveduto a collegare Genova con San Pier D'Arena (allora comuni distinti con scarsa propensione a cooperare) con gallerie ferro-tranviarie.
mappa TCI 1916 |
Ma, con il progressivo sviluppo dell'industria nel ponente, si sentiva la mancanza di un collegamento stradale rapido ed efficiente tra il porto (di Genova) e le industrie, tutte dislocate al di là del promontorio di San Benigno.
Cercando di mettere da parte neo-campanilismi e sentimentalismi diciamo in parole povere: a ovest c'erano le industrie, che necessitavano del porto, all'est c'era il porto, che lavorava per le industrie.
In mezzo c'era questo monte... erto, invalicabile, ingombrante, che rallentava i trasporti e ne faceva salire i costi. Un problema per tutti... bisognava risolverlo, darci un "taglio"
da LA GRANDE GENOVA - BOLLETTINO MUNICIPALE 1929 |
Quel "taglio" veniva finalmente dato nel 1929: il "taglio del promontorio di San Benigno", fra Di Negro e Sampierdarena. Ne conseguiva l'apertura di via di Francia, ampia, diritta, imponente, quale non si era mai vista prima da queste parti. Uno "stradone", che di fatto sanciva l'avvenuta integrazione del ex Comune di San Pier D'Arena nella nuova "Grande Genova".
A quei tempi FB non c'era ancora, la censura controllava i giornali... quindi ufficialmente erano tutti contenti anche se qualcuno a bassa voce, fra amici fidati avrà continuato l'antica tradizione del mugugno.
Naturalmente il Bollettino Municipale doveva essere in prima fila a lodare l'opera, i suoi artefici ed il suo (vero o presunto ideatore) anche se si trattava di un personaggio che i genovesi non avevano mai amato.
Immagino che a pochi "piacerà" il seguente commento del Bollettino Municipale dell'ottobre 1929 (non è piaciuto nemmeno a me).
Ma vi prego di considerare il momento storico "particolare" in cui è stato scritto e risparmiarmi insulti e proteste verso il testo e colui che ha dovuto scriverlo.
Tutti oggi conosciamo i fatti del 1849 e condividiamo orrore e sdegno
per quanto avvenuto.
Ma dovete considerare che, all'epoca, questi
fatti erano stati da tempo volutamente dimenticati dalla "storiografia
ufficiale" e se ne poteva parlare solo in famiglia e con amici fidati.
Tanti , nel 29, effettivamente ignoravano, o avevano avuto un racconto
"edulcorato" dell'accaduto, ed in buona fede vedevano il bersagliere
non come "uno che aveva violentato la nonna" ma come un importante
"artefice dalla unità della Nazione", concetto che a quei tempi godeva di una altissima considerazione presso l'opinione pubblica anche da noi.
Ricordate il motto : "Dio, Patria, Famiglia, esattamente in questo ordine (con buona pace della nonna )
In parole povere, quel nome (La Marmora) che noi oggi associamo alle
parole "violenza e repressione", nel 1929 era invece tenuto anche a
Genova in grande considerazione.
Se siete riusciti ad arrivare sino a qui meritate qualche foto senza altre chiacchiere:
da LA GRANDE GENOVA - BOLLETTINO MUNICIPALE 1929 |
Ma non bastava. Pochi anni dopo iniziavano i lavori per la Camionale Genova-Serravalle e, nel 1935, via di Francia veniva affiancata e sormontata dalla "elicoidale"
Foto dal web |
Chiudiamo con una foto di repertorio fine anni 50, risparmiandovi la sopraelevata ed i successivi rebighi di cui parleremo (forse) una prossima volta.
Foto dal Web |
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