Una antica tradizione ormai scomparsa, gli offizieu, forse li vende ancora qualche negozietto a Chiavari, dove le tradizioni resistono di più.
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foto di Adriana Dagnino |
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foto di Paolo Oliveri |
Sono dolci?
No, candele.
Oggettini fatti con fili cerati di diversi colori, del diametro da una cannuccia da bibite ad un cerino; in pratica candele sottilissime arrotolate o piegate in modo da prendere una forma "accattivante" (più erano sottili i "fili" più costavano gli oggetti).
Li compravano le nonne per insegnare ai bambini ad onorare i defunti.
Infatti tenendo l'oggetto in mano, il calore aiutava a "svolgere il filo". Così il bambino poteva staccarne dei pezzetti ed accenderli (come candeline) davanti alle foto dei defunti negli "altarini" che si usava allestire per la ricorrenza dei "morti" .
Ai bambini piaceva accendere le candeline (giocare col fuoco) e così giocavano a svolgere il filo ed accendere candeline.
Si vendevano anche i fili a "metro" per il "fai da te" così le nonne più brave e "fantasiose" aiutavano i bambini a costruire il loro offizieu "fai da te" (da mostrare orgogliosamente ai parenti prima di disfarlo in candeline...).
Ma forse non era un uso solo genovese, ne ho trovato traccia in un Museo Etnografico dell'Alto Adige
Museo Etnografico di Teodone |
Museo Etnografico di Teodone |
Non siamo riusciti a sapere se erano semplici "sopramobili" oppure avessero un uso specifico come i nostri offizieu.
Sappiamo solo che erano regali per la prima comunione.... una tradizione augurale forse .... ma andavano conservati così? come ricordo? e perchè di cera? che se li dimentichi sulla stufa addio ricordo......
Siamo curiosi, ma sugli usi altoatesini investigheremo l'anno prossimo. A noi ora interessano i nostri offizieu affinchè il ricordo di questa tradizione non si perda.
Io ho un vago ricordo ma in casa mia non usava onorare i morti così... pensavo fossero semplicemente candele più elaborate... Grazie!!!
RispondiEliminagrazie delle belle immagini, io ho ancora degli offizieu molto consumati per l'uso, anni fa sono andata a Chiavari all'antica cereria Bancalari ma non ne hanno e non ne fanno piu, mi hanno regalato il cerino e ho provato a farli da me.Il loro uso originario era durante la novena dei morti quando si andava in chiesa per la recita dell'Ufficio (da qui il nome) era un modo per rendere ai bambini meno pesante la liturgia.Poi si usavano anche durante la recita del rosario in casa ,davanti all'altarino dei morti.Noi lo facciamo ancora ma senza le foto dei defunti, solo con il crocifisso e un'immagine diMaria.
RispondiEliminaSarebbe molto bello recuperare quesa tradizione che aiuterebbe i bambini a riscoprire il vero senso dei giorni dei Santi e dei Morti. Caterina Bisio
Ciao, Caterina Bisio, purtroppo le tradizioni si perdono, difficile riportarle in vita se perfino il materiale che queste tradizioni utilizzavano non viene più prodotto. Noi cerchiamo di tenere in vita i ricordi, non è la stessa cosa ma meglio che perdere anche quelli.....
EliminaPiccole opere d'arte e di pazienza.Ricordo ancora il Rosario che si recitava ,quando ero ragazza. La mamma diceva la prima parte dell'Ave.Maria...tutti gli altri rispondevano...dico "tutti" perché la casa piano piano si riempiva di vicine c.he silenziosamente entravano in casa. La porta era sempre aperta...!
RispondiEliminaChe bei ricordi! Noi li chiamavamo ( nel nostro dialetto) canderin, si accendevano in chiesa durante la messa per i defunti.
RispondiEliminaa me insegnarono a accenderli la notte tra il 1 e il 2 novembre perchè le anime dei nostri cari ritrovassero la strada di casa:non ho più gli officieux ma la sera dei santi accendo comunque le candele con lo stesso significato
RispondiEliminaComplimenti, ogni volta che perdiamo un pezzo della nostra cultura è una sconfitta per tutti. Purtroppo oggi è vincente solamente il global...
RispondiEliminaAnche io faccio parte di quei bei ricordi, però a breve credo che si potrà far "riemergere", quelle belle tradizioni, in maniera nuova con "Spirito" rinnovato. Ho fatto delle domande, attendo risposte, poi vi aggiornerò. Buon pranzo, Pietro Olmo, Rapallo.
RispondiEliminaGrazie per la spiegazione. Stavo leggendo il libro C'era una volta il futuro - un viaggio nell'archeologia industriale della Liguria (a cura di Rosso Del Brenna e Minella). Si descrive la tradizione degli Offizieu che però non mi era chiara. Grazie alla vostra spiegazione e fotografie ho capito. Preziosa. Grazie per l'articolo. Paola da Genova
RispondiEliminaMi piacerebbe tanto imparare a farli. Ma davvero non so da che parte cominciare
RispondiEliminaSono anni che cerco queste candele che mi ricordano la mia infanzia quando le accendevo per diverse sere durante la novena dei morti. Erano regali dei nonni e degli zii e posso dire di averli usati negli anni 60. Ora quando ne parlo nessuno li ricorda e mi guardano straniti. Erano molto belli. Peccato non si trovano piu.
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