venerdì 8 aprile 2016

Genova stereoscopica.





Titolo strano,  Genova stereoscopica.

Titolo strano per un post un po' diverso dal solito schema.

Parliamo di fotografie e di Genova antica,  beh, non proprio così "antica" anzi  quasi "moderna" dato che parliamo comunque di foto, quindi storicamente siamo proprio nell'era moderna  per quanto "antiche" possano essere le immagini.

Per non risultare tediosi facciamo solo un piccolo riassunto di ciò che potete facilmente trovare sul web a questo proposito.

La "stereoscopia" ovvero la visione tridimensionale di una immagine è anteriore alla fotografia in quanto già nel 1838 era stato brevettato un congegno col nome di "stereoscope" che dava l'illusione di una visione tridimensionale di un normale disegno.

Successivamente applicato alla fotografia, questo sistema ebbe grande diffusione finché l'affermazione del cinematografo, con le sue immagini in movimento non mandò visori,vetrini e foto stereoscopiche ad ammuffire in soffitta.

Ed eccoci al materiale che vi mostreremo, salvato dalla "muffa" per la passione di quel collezionista che ci ha lasciato tante memorie dei tempi passati.

Vetrini stereo e loro contenitori d'epoca






Apparecchio "moderno"  con regolazione della messa a fuoco.  Il "vetrino" è inserito e si vede spuntare al centro dell'apparecchio. Due cerniere laterali tengono tutto al suo posto.

Apparecchio stereoscopico "moderno" funzionante

Qui l'apparecchio è aperto col "visore" abbassato ed il vetrino è inserito nella apposita scanalatura.
Questa operazione era necessaria per cambiare vetrino su questo apparecchio in quanto le due cerniere ora aperte tengono il "visore" in pressione contro il "vetrino" (la terminologia usata da noi è inventata sul momento... è probabile che le parti abbiano un nome tecnico diverso...)
apparecchio "aperto" il doppio vetrino è posizionato nella apposita scanalatura


Questi vetrini venivano poi stampati dando origine alle "Cartoline stroboscopiche"  in uso a cavallo tra il la metà del XIX e gli anni 30 del XX secolo.

Anche le cartoline potevano essere viste in 3D mediante un apposito apparecchio:

Modello per visionare le cartoline stereoscopiche

Dice: "Cartoline postali con relativo stereoscopio"

Visore stereoscopico per cartoline, aperto in posizione di utilizzo, con la cartolina inserita nell'apposito spazio. Sembra strano ma funziona ancora.






Alcuni esempi di cartoline stereoscopiche cominciando dalle più "vecchie"



Pubblichiamo anche il "lato indirizzo" con commento:

Ci veniva da dire "il retro" ma avremmo sbagliato termine. Chiamare "retro" il lato dell'indirizzo è "sbagliato".  Lo dice la cartolina stessa : "sul lato anteriore della presente cartolina si scrive soltanto l'indirizzo" .... più chiaro di così.....
Quindi il lato "anteriore" è quello dell'indirizzo mentre l'illustrazione è relegata nella parte posteriore.
Sulle prime cartoline, infatti, l'indirizzo prendeva l'intera pagina ed i saluti andavano messi in un piccolo spazio sotto alla foto o di fianco ad essa. Solo i saluti se no si pagava di più.




Sempre della stessa serie una immagine della Lanterna



Questa di Carignano appartiene ad una tipografia diversa (dell'Avo) ma ha la stessa "struttura" delle precedenti per cui vi risparmiamo la faccia dell'indirizzo




Poi le cose cambiano, ed insieme all'indirizzo si comincia a scrivere anche un pò di testo.



Ma all'epoca di questa cartolina il "nuovo"  modo non aveva ancora preso piede il tutte le nazioni, quindi troviamo posto per i saluti anche sotto la foto, mentre il lato "anteriore" reca un chiaro avviso:




Lo stesso in questa cartolina di Sori delle "Edizioni del Portofino, Kulm" di cui vediamo entrambe le facce. In questa  però lo spazio sotto la foto per eventuali saluti è quasi inesistente.




Da qui in poi "l'avviso" sparisce ma lo spazio bianco sotto la foto rimane, anche per mantenere il formato tradizionale della cartolina dato che non si può cambiare la forma delle foto.

 







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