sabato 25 aprile 2020

Genova e Carlo Felice 1821-1831







Ci eravamo lasciati con la fine dei "moti del 1821",  l'abdicazione di V. Emanuele I e Carlo Felice che assume il potere, bacchettando il "reggente" Carlo Alberto, per la sua affrettata concessione della "Costituzione", subito rigettata.  
Carlo Felice, un principe "cadetto" promosso "re" da una insurrezione popolare che aveva "domato" con l'aiuto degli autriaci, rimanendo al sicuro a Modena (stato "straniero" dove era ospite).
Non era nato per fare il re, ma fece, a modo suo, il suo "dovere" con l'energia e la risolutezza che era mancata al suo fratello e predecessore.

Da: La Meravigliosa Storia Di Genova-Dal 1797 ai Nostri Giorni - Maurizio Lamponi -Mondani edit.



Carlo Felice inizia il suo regno con piglio deciso sia dal punto di vista della repressione d'ogni idea "liberale" che da quello della costruzione di valide infrastrutture per il suo nuovo dominio.

Si inaugura la carrozzabile dei Giovi (peraltro già terminata nel 1821) e si amplia quella della Val Polcevera, si progetta la "Carrettabile Carlo Alberto" da piazza del Principe a Piazza Nuova di Ferreria (ora piazza Matteotti), e le famose "Terrazze di Marmo".  Si progetta la ferrovia e si mette mano alle strade di lunga percorrenza già progettate dai francesi.

Da: La Meravigliosa Storia Di Genova-Dal 1797 ai Nostri Giorni - Maurizio Lamponi -Mondani edit.



Iniziative non sempre fortunate.  Come successe alla nuova carrozzabile verso Albaro, spazzata via nel 1822 dal "diluvio di San Crispino" mentre era in costruzione la prima parte, quella che doveva attraversare la valle del Bisagno (poi chiamata via Minerva)

L.Garibbo 1822 

Nel 1825 viene riaperta l'università genovese, sempre sotto la rigida direzione dei Gesuiti, che avevano l'arduo il compito di far rigare diritti i giovani ribelli. (era stata chiusa nel 1821)

Sempre ne 1925 Carlo Felice venne a Genova in forma ufficiale, per accogliere l'alleato, imperatore austricaco in visita di cortesia.

Francesco II d'Asburgo - foto dal web



Per quanto riguarda i Genovesi dobbiamo ricordare l'abolizione "ufficiale" della schiavitù e gli accordi con i governanti di Libia, Algeria, e Marocco per impedire la "tradizionale guerra di Corsa" contro i mercantili del Regno.
A questo proposito  ricordiamo la missione navale a Tripoli per costrigere il Bey locale a rispettare i trattati.

Il forte del porto di Tripoli . foto dal web



Di questo si avantaggiarono le navi liguri ed il commercio del regno in generale, che cominciò a riprendere vigore, nonostante fosse ancora gravato da onerosi dazi doganali.
Il Re diede anche il permesso alla fondazione di alcune banche private, istituzioni indispensabili per il progresso economico di Genova la cui economia era allora basata sul commercio.

1817 Elizabeth Frances Batty- panorama del porto commerciale genovese


 
Nel 1828 viene inaugurata la strata carreggiabile Nizza-Genova (iniziata da Napoleone).

Ma Carlo Felice non pensava solo alle infrastrutture (ed alle opere militari).  Da persona di buon gusto ed amante dell'arte, diede l'assenso (ed anche parecchie "palanche" dalla sua "cassa personale) alla costruzione a Genova del nuovo teatro (che prese e conserva ancora il suo nome).

Da: La Meravigliosa Storia Di Genova-Dal 1797 ai Nostri Giorni - Maurizio Lamponi -Mondani edit.



Il nuovo teatro, giudicato secondo solo a quello di Milano venne inaugurato il 7 aprile 1928.

Da: La Meravigliosa Storia Di Genova-Dal 1797 ai Nostri Giorni - Maurizio Lamponi -Mondani edit.


A Carlo Felice Genova piaceva, e ci risiedeva spesso, in forma privata ed in alternativa alla Savoia ed a Torino, città che non amava ma che doveva frequentare per "dovere d'ufficio".
A Torino Carlo Felice morì nel 1831, a 66 anni, lasciando a malinquore il regno a Carlo Alberto.

Ma di Carlo Alberto parleremo la prossima volta...
...male, naturalmente, vista la nostra dichiarata poca simpatia per Casa Savoia, antipatia  della quale non ci scuseremo nè oggi nè mai.   😎













1 commento:

  1. ci sarebbero da modificare due date 1825 e 1828 invece che 1925 e 1928. Permettimi di fare una piccola critica a chi, per il ruolo che ricopre in questo gruppo, dovrebbe non lasciarsi fuorviare dal risentimento per accadimenti certamente negativi e certamente da non dimenticare. Per evitare di imitare la parte meschina e limitata che fanno oggi i cosiddetti "neoborbonici" che hanno evidentemente letto "un libro solo" sul regno delle due Sicilie, credo che sarebbe doveroso, se non in questo blog, magari in un altro appositamente dedicato, ricordare cosa ha avuto Genova in termini di sviluppo industriale e di ricchezza dall'entrata in campo dei Savoia fino a tutti gli anni '60 del Novecento. A cominciare proprio da ciò che viene esposto nell'ultima parte di questo blog: la costruzione del Carlo Felice.

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