Nel 1846 chi avesse voluto andare da Piazza San Domenico (attuale p. De Ferrari) al Bisagno avrebbe percorso via Giulia fino a Porta degli Archi, di lì poteva prendere per via San Vincenzo verso Porta Romana o proseguire "quasi" diritto per via della Consolazione (o via della Pace) ed infine imboccava la via al ponte Pila , ed usciva dalla città attraverso Porta Pila
Particolare da Carta Topografica della Città di Genova ed. Grondona 1846 - di proprietà degli autori |
In questo particolare vediamo il percorso sopra citato leggermente ingrandito per miglior comprensione.
Particolare da Carta Topografica della Città di Genova ed. Grondona 1846 - di proprietà degli autori |
Abbiamo citato il doppio nome per via della Consolazione (ovvero via della Pace) in quanto questo tratto stradale, a seconda delle epoche, probabilmente rispondeva ad entrambe le denominazioni.
Via della Consolazione prendeva nome dalla Chiesa e Convento della Consolazione (anche conosciuta come chiesa di Santa Rita da un altare ivi dedicato alla Santa) tuttora esistente .
Via della Pace prendeva nome dalla Chiesa della Pace, che si trovava quasi di fronte alla Chiesa della Consolazione, un pò più in basso, verso il Bisagno (vedi piantina qui sopra) e che è stata demolita a segiuto della costruzione di via XX Settembre.
Chiesa dell Pace- foto dal Web |
Già, via XX Settembre, una della grandi opere della fine del 1800, che corre larga e dritta da piazza De Ferrari a piazza della Vittoria, si è mangiata tre strade, due chiese, e quasi tutte le case circostanti.
Oggi via della Consolazione è una traversa di via XX, che unisce la stessa con via Colombo passando a fianco della Chiesa della Consolazione. La Chiesa è sopravissuta ai radicali cambiamenti della zona ma per accedervi bisogna scendere alcuni gradini in quanto il piano stradale di via XX Settembre è sopraelevato rispetto all'antico percorso.
Ed ecco alcune immagini della zona prima dei "grandi lavori" :
La via Giulia era stata aperta negli anni intorno al 1650 come strada carrozzabile per agevolare il traffico di carri e carrozze verso il levante e per realizzarla si dovette demolire un tratto delle mura del Barbarossa (ormai strategicamente inutili) in corrrispondenza del Portello di S. Egidio.
Qui siamo in piazza San Domenico (De Ferrari), all'altezza dei portici dell'Accademia e vediamo l'inizio di via Giulia con il campanile della chiesa di Nostra Signora del Rimedio, che verrà demolita e ricostruita in Piazza Alimonda.
Sulla sinistra, all'altezza della edicola del giornalaio, vediamo una vettura a cavalli che sta imbarcando passeggeri per un viaggio verso il Bisagno; nei pressi uno spazzino con la scopa, mentre un tizio vestito di nero con un fagotto in mano corre per non perdere il "tram".
Sulla destra carrozze in attesa davanti alla farmacia Baudoin
Cartolina - ed. Dossi e Bolognini - non circolata |
Ecco una immagine della Chiesa di Nostra Signora del Rimedio in via Giulia prima della sua demolizione. Mondani non ci da la data della stampa ma dai costumi pensiamo che la stessa sia antecedente al 1800.
Partendo da sinistra ci par di vedere una donna con un cesto (di frutta?) sulla testa che fa l'elemosina (un frutto ?) ad una donna inginocchiata a bordo strada.
Due figure al centro sembrano un cacciatore a cavallo col fucile ed un servo a piedi che conduce un grosso cane al guinzaglio.
Completano la scena tre passanti a piedi ed un doppio tiro di buoi che trascinano una slitta con un grosso blocco squadrato di pietra (o marmo?)
da Genova Antica e dintorni - ed. Mondani |
Ancora la Chiesa del Rimedio in una via Giulia affollata nella prima metà del 1800 .
Partendo da sinistra si rileva una bambina che regge un cestino sul braccio destro ed un bidoncino tipo latte con la mano sinistra (ti ha mandato la mamma a fare un pò di spesa?)
Una signora in abito chiaro e capellino scuro sembra accompagnata da un signore in soprabito scuro e cilindro.
Dietro di loro un uomo trasporta a spalla un barile (speriamo per lui che fosse vuoto..... altrimenti gli sarà venuto un bel mal di schiena...)
Dalla parte opposta una "popolana" con il cestino, ed un drappo di tela impigliato ad un lampione che sporge dalla facciata dell'edificio.
Al centro, in fondo, quasi a chiudere la strada si intravede un edificio con i ponteggi; lì forse già iniziano le demolizioni per far largo a via XX
da Album Fotografico di Genova Antica - ed. Mondani |
Qui invece siamo dalla parte opposta di via Giulia, vista da Porta d'Archi.
Per combinazione incontriamo nuovamente la vettura a cavalli alla fermata di Porta D'archi durante il viaggio di ritorno verso il centro, sovrastata da in'alto fanale a gas.
Possiamo notare la Farmacia Bignone al piano terra e l'insegna del Dispensario Medico Chirurgico al primo piano dello stesso edificio.
Sulla sinistra tanti manifesti pubblicitari fra i quali siamo in grado di riconoscere solo quello del Fernet Branca.
Sulla destra, accanto all'edicola un tizio con la camicia bianca espone merci su un banchetto ... sarà il giornalaio stesso che sta ampliando la supefice espositiva ?
Accanto all'edicola le scale portano alla soprastante Chiesa di Santo Stefano.
Cartolina - ed. Dossi e Bolognini - non circolata |
La stessa veduta, con un campo più largo ed in un'epoca successiva in quanto vediamo già in avanzato stadio di costruzione i portici sotto la Chiesa di Santo Stefano al posto del muraglione con scala della foto precedente, mentre sulla sinistra vediamo le baracche di un cantiere e l'edicola è stata spostata davanti alla farmacia.
Il "dispensario medico" è diventato "gabinetto sanitario"
A sinistra il manifesto del "Fernet Branca" in questa immagine ha un look più "moderno" di quella precedente.
Sul marciapiede di destra e sulla strada sono depositati mucchietti di masselli di pietra del selciato stradale che forse è in riparazione o forse serviranno a ripavimentare le zone ancora transennate su entrambi i lati della strada.
cartolina - ed. Mangini - non circolata |
Scendendo lungo via Giulia arriviamo alla chiesa di Santo Stefano (di cui parliamo in un post a parte) ed alla Porta degli Archi.
Li vediamo entrambi in questo acquarello di Cambiaso Domenico Pasquale, ripresi da via Giulia.
Più che la porta degli Archi, qui vediamo la facciata "a monte" del palazzo del Genio Militare che era stato costruito addossato alla struttura interna della Porta, in modo che , entrando in città, si dovesse transitare sotto il Palazzo stesso, il cui cavedio poteva risultare una trappola per un eventuale invasore che avesse sfondato la porta
Per miglior comprensione ho indicato sulla mappa del Brusco del 1755 la Porta con la freccia nera ed il palazzo del Genio con la freccia rossa . Da notare che a quel tempo la porta era "dell'Arco" in quanto aveva solo il fornice centrale.
I due fornici laterali sono stati aperti in epoca più "recente" per le aumentate esigenze del traffico essendo anche cessata l'importanza strategico-militare della porta stessa con l'avanzamento delle nuove mura della città verso il Bisagno.
Sulla porta e lungo i bastioni correva una stretta strada che congiungeva i due lati della valle e che veniva chiamata indifferentemente "ponte di S.Stefano" o "ponte dell'Arco" , ma che comunque faceva parte della struttura della porta stessa.
Per la costruzione di Via XX Settembre sia il Palazzo del Genio che la porta degli Archi sono stati smantellati. Pochi metri più a valle della Porta è stato costruito l'attuale Ponte Monumentale (a cui dedichiamo un post tutto suo).
Qui Vediamo il "ponte degli archi" ancora in piedi dopo che è stato smantellato il Palazzo del Genio che vi si appoggiava.
da Genova Scomparsa - edito da Mondani |
Qui invece la porta/ponte degli Archi è in fase avanzata di demolizione e lascia scorgere la struttura portante del Ponte Monumentale
Foto pubblicata sul Web da Renzo Bonzini |
Il "paramento" principale della Porta degli Archi è stato smontato e rimontato su un portello preesistente in via Banderali, sotto le mura delle Capuccine.Ci mettiamo due nostro foto recenti.
ma come fai avere tutta questa documentazione? ciao
RispondiEliminafacile: mio suocero era un collezionista, cartoline, libri, riviste, tutto quanto parlava di Genova non gli scappava....
Eliminastiamo ancora "scavando" nelle sue cose ed ogni tanto spunta qualcosa da pubblicare... e ... abbiamo appena cominciato...
peccato che Lui non c'è più, perchè certe cose lui le sapeva, le aveva vissute o almeno sentite raccontare di prima mano e noi no, da giovani certe cose non ci interessavano ... avevamo altri interessi, altre priorità.
Ora, pentiti, cerchiamo di fare ammenda e far conoscere, nei limiti del possibile, quello che Lui aveva conservato.
che meraviglia questo insieme di ricordi, bella la nostra città e complimenti per il tuo lavoro certosino :-*
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RispondiEliminagrazie per condividere questi preziosi documenti!!
RispondiEliminagrazie a voi
EliminaGrazie per questo splendido lavoro
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