Genova nel 1769 - stampa di Giolfi - Torricelli |
Eravamo alla fine del 1797 alle prese con la travagliata stesura della nuova Costituzione, che venne redatta sulla falsariga di quella francese, ed approvata il 2 dicembre dai "comizi popolari".
Secondo la nuova Costituzione, il potere legislativo era attribuito a due assemblee:
1) il Consiglio dei Giuniori (o dei Sessanta, in quanto composto da 60 membri)
2) il Consiglio dei Senatori (30 membri).
I due consigli eleggevano un Direttorio di 5 membri, detentore del potere esecutivo. Il Direttorio svolgeva le proprie funzioni attraverso un Segretario Generale e un certo numero di ministri.
Il passaggio di consegne, con la definitiva uscita di scena del Brignole, avvenne il 17 gennaio 1798.
I cinque nuovi "Direttori" furono Luigi Emanuele Corvetto, Nicolò Litardi, Paolo Costa, Agostino Maglione, e Giorgio Ambrogio Molfino.
Il nuovo governo si trovò subito a dover far fronte alla pesante crisi finanziaria ereditata dalla gestione precedente. Situazione aggravata dalle spese di mantenimento delle truppe francesi e da quelle dei prolungati festeggiamenti dell'anno appena trascorso.
Le entrate dal commercio erano scarse perchè i pirati barbareschi e la flotta inglese imperversavano nel mediterraneo, rendendo problematico il traffico marittimo ed i commerci.
Già si erano aumentate le tasse sui redditi di lavoro e capitale ad un livello eccessivo (si erano tassate persino le finestre dei caseggiati al punto da indurre alcuni proprietari a murare quelle non indispensabili).
foto da Google Maps |
Inoltre la repubblica, in primavera, si era cacciata in una piccola, costosa ed infruttuosa guerra con i Savoia, (la guerra di Carrosio) nata dal tentativo dei giacobini nostrani di far insorgere i giacobini piemontesi ed istallarvi una repubblica popolare. La reazione dei Savoia fu pronta ed efficace.
I Genovesi rischiarono di perdere tutto il Ponente e solo l'intervento dei reparti francesi presenti in Liguria potè riportare la situazione allo "status quo ante".
Il paese di Carrosio, da cui iniziarono gli scontri - Da: La Meravigliosa Storia Di Genova-Dal 1797 ai Nostri Giorni - Maurizio Lamponi -Mondani edit. |
Si iniziò a battere moneta... ma all'epoca la moneta voleva dire "argento" e l'unico posto dove l'argento abbondava era nelle chiese e nei monasteri, sotto forma di arredi religiosi ed ex-voto.
In questa situazione venne promulgato il decreto del 6 aprile 1798 che requisiva i beni appartenenti a chiese e conventi. Solo che nell'area di Sampierdarena, Cornigliano e Rivarolo si raccolsero 666,11 libbre d'argento e 2,25 d'oro.
Oggetti d'argento dell'epoca sopravvissuti alla fusione ed oggi inseriti a museo - foto degli autori del post - |
Purtroppo la maggior parte di queste "risorse" presero la via della Francia per sostene le sue campagne militari, ed ai genovesi restarono le tasche vuote.
Così in ottobre venne emanato un nuovo decreto che ordinava la concentrazione di suore e monaci in pochi monasteri ed i sequestro dei restanti edifici e dei loro beni.
Secoli di storia della devozione genovese presero ancora la "via della Francia" ed inestimabili capolavori di pittura restarono ad adornare stalle, caserme, teatrini, magazzini e fucine.
Improvvisati speculatori ricavarono cospicui guadagni trasformando antichi conventi in case di abitazione
Uno degli "adattamenti residenziali a S.Maria di Castello da: S.MariaDiCastello-e-Il-Romanico-a-Genova-Ennio Poleggi |
Tutte le rivoluzioni hanno le loro "vittime" e questa finora si era dimostrata poco "cruenta", limitandosi a sequestri e "deportazioni" di beni artistici. Un prezzo che i genovasi avevano pagato, come sempre, mugugnando; ma contenti di non dover vedere in azione tutti i giorni la ghigliottina, come era successo ai loro "colleghi" parigini.
Ma il "bello" (da bellum latino=guerra) sarebbe arrivato presto, seguendo le alterne vicende della "guerra italiana" di Napoleone.
La città avrebbe pagato un tremendo prezzo di sangue, carestia ed epidemie. Nonchè "pecunia". Ma di questo parleremo nella prossima puntata.
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