martedì 1 ottobre 2013

Piccapietra, Piccon dagghe cianin





Il nome "Piccapietra"  evoca nei genovesi una ferita recente e quindi più difficile da "mandar giù".

Ma partiamo, come al solito, da lontano .... addirittura dal Barbarossa, che ha dato il nome alla cinta di mura cui facevano  parte sia la "porta dei Vacca"  che la "porta Soprana" , entrambe ancora esistenti.

Di quella cinta faceva parte anche la porta "Aurea" alias porta D'Oria perché costruita su terreni appartenenti a questa celebre famiglia.  Questa porta, pur secondaria e meno monumentale delle precedenti, vantava anch'essa due grosse e solide torri.

Nel corso dei secoli la zona prese il nome da questa porta e "porta D'Oria" venne contratto nella parlata comune  in "port'Oria" , oggi Portoria.

Per secoli, essendo fuori dalle "mura del Barbarossa", fu un un borgo operoso,  abitato da artigiani e piccoli commercianti, dalle cui attività presero il nome le vie che vedremo in dettaglio.

La piantina che segue ci mostra la situazione nel secolo XV  con le attività principali della zona (fucine e tintori). Per maggior chiarezza abbiamo evidenziato: Salita Piccapietra (freccia blu) ; Piano di Piccapietra (freccia viola) entrambi entro la cerchia delle mura "del Barbarossa" ;  poi la Porta Aurea (due torri gialle) ed infine la salita Cannoni (freccia verde) che però dalla porta Aurea al "futuro" Pammatone  andava in discesa. Questo perché la Porta Aurea e le relative mura erano poste sulla sommità di un crinale. (Il Pammatone non c'era ancora).



Le successive mura cinquecentesche inglobarono il "borgo" nella cerchia cittadina ma il quartiere mantenne invariate le sue caratteristiche e la tipolologia di occupazioni.

La porta "Aurea", cessata la sua funzione militare con la costruzione delle cinte murarie successive, fu inglobata nel tessuto abitativo del "borgo" (ci piace chiamarlo così) fino alla definitiva demolizione della zona avvenuta negli anni 60 del secolo scorso (1960 ....)

Qui di seguito ne vediamo una immagine presa dal Piano di Piccapietra con una persona che sta transitando sul piano di Piccapietra verso la Porta stessa, diretto alla salita Cannoni che percorrerà in "discesa" fino a Pammatone.

La foto è stata scattata fra le due guerre, quando la Porta Aurea era ancora inserita nel tessuto vivo del quartiere,  e poi .....

cartolina - ed. Mangini - non circolata


..... e poi .... il momento della demolizione, in cui una torre si erge ancora, circondata dalle rovine, in un panorama che dà ancora una stretta al cuore a chi, come noi, nel 1960  era lì a guardare....

foto d'epoca  -  al centro della foto la porta Aurea in demolizione


Il "sestriere" di Portoria occupava un'area più vasta, che andava dall'attuale via Roma alla via Madre di Dio, includendo le aree di Piazza Dante e via XX Settembre;  di alcune di queste abbiamo già parlato, di altre parleremo a suo tempo, ma oggi ci limiteremo alla zona di Piccapietra, che è l'oggetto di questo post.

Piccapietra era una zona di Portoria che prendeva il nome dalla principale attività che vi si svolgeva. Vi  "tenevano bottega"  numerosi scalpellini che lavoravano pietra, marmi, e sopratutto l'ardesia che veniva cavata in Val Fontanabuona.  Ci aveva  casa e bottega anche un nostro bisnonno che lavorava l'ardesia di Uscio, di cui la famiglia era originaria.

Per miglior riferimento pubblichiamo due stralci di mappe.

La prima è tratta dalla nostra solita mappa del 1846 che ci fa vedere la zona prima della costruzione di via XX Settembre.
La lettera D contrassegna gli edifici di pertinenza dell'Ospedale Pammatone.
La Lettera F contrassegna gli edifici di pertinenza dell'Ospedale degli Incurabili.
Via Ettore Vernazza non c'è ancora.

Particolare dalla Carta Topografica della Città di Genova ed. Grondona 1846 - di proprietà degli autori



La seconda,  maggiormente dettagliata della precedente, mostra già  via XX e via Vernazza completate ed in grigio le due chiese sopravvissute al "massacro degli anni 60" e di cui parleremo nel corso del post:  San Camillo al centro mappa e Santa Caterina (Santissima Annunziata) sulla destra.
Vediamo anche che gli edifici del Pammatone non hanno ancora cambiato "destinazione d'uso".
Stranamente non è evidenziato l"Ospedaletto" che pur ci risulta fosse in quegli anni ancora in attività e che è "coperto" dalla scritta "Accademia di Belle Arti"  .

dettagli dalla cartina del Touring Club Italiano 1916

Ma qui abbiamo avuto una "sorpresa" in quanto due gentili lettori ci hanno fatto notare che la cartina qui sopra é sbagliata in quanto chiama genericamente Salita di Piccapietra quelli che in effetti erano tre luoghi distinti ovvero:
1) Salita di Piccapietra :da  via Cebà (o meglio da Galleria Mazzini)  al Piano di Piccapietra.
2) Lo stesso Piano di Piccapietra: da sal. Piccapietra a salita Cannoni.
3) Salita Cannoni: dalla Porta Aurea, sul piano di Piccapietra, (in discesa) verso la Piazza dell'Ospedale o Piazza Pammatone che dir si voglia (abbiamo trovato entrambe le denominazioni su documenti diversi)

Al momento della "contestazione" mancavamo di documentazione che potesse contraddire la cartina del TCI in nostro possesso, ma fidandoci della buona memoria dei nostri lettori, abbiamo cercato ed infine trovato  due documenti:
a)  un "collage" fatto da noi con due pagine di una Guida Pagano del 1928 scovata alla Biblioteca Berio. Le due pagine avevano orientamento e scala diversa quindi in collage non è venuto benissimo ma lo riportiamo perchè ricco di particolari e di nomi.
b) una mappa di Portoria  dell'Ufficio Igiene del Comune di Genova edita nel 1906 e gentilmente  fornitaci dal sig. Enrico Bertazzoli.

Riportiamo per primo il "collage" dalla Guida Pagano che mostra chiaramente lo sviluppo contorto della prima parte della Salita di Piccapietra da Gall.Mazzini a via Cebà, mentre da via Cebà la salita proseguiva erta e diritta fino al Piano di Piccapietra.
Tra il Piano e la Salita Cannoni (accanto al civico 18) si vede la posizione della Porta Aurea che abbiamo visto in una foto precedente.




Ed ecco la mappa dell'Ufficio di Igiene del Comune di Genova del 1906, che viene a confermare ed ufficializzare quanto mostratoci dalla Guida Pagano anche se qui  il Piano di Piccapietra non viene evidenziato né menzionato.

Genova - Zona 15° pubblicazione del 1906 dell'Ufficio d'Igiene del Municipio di Genova

A questo proposito possiamo anche aggiungere (postuma, ma benvenuta) questa foto che ci mostra l'inizio di Salita Piccapietra dal lato di via Cebà.  Il Palazzo a sinistra appartiene alla Galleria Mazzini.

Foto pubblicata  su FB da Corallo Giorgio.




Ma ora  torniamo indietro nel tempo per fare un po' di storia.
Nel 1412 in vico Pammatone, Bartolomeo Bosco fondò l'Ospedale "della Beata Vergine della Misericordia" (passato però alla storia come l'Ospedale di Pammatone) che, ingrandito nel tempo grazie anche ai lasciti di numerosi benefattori, rimase per quasi 5 secoli il più grande ospedale della città.
Accanto all'ospedale sorse la chiesa della Santissima Annunziata, che oggi conosciamo come chiesa di Santa Caterina (contiene la spoglie mortali di S.Caterina Fieschi Adorno, che dedicò vita e beni alla conduzione dell'ospedale dal 1478 al 1510).
Poco distante dal "Pammatone", in salita Piccapietra, nel 1499, Ettore Vernazza fondò l' Ospedale degli Incurabili per ospitare i malati "cronici" (che all'epoca consistevano essenzialmente in sifilitici, malati mentali ed epilettici)  anche chiamato "Ospedaletto".

Qui vediamo piazza Pammatone, nel 1905,  con la facciata dell'Ospedale ed il monumento a Balilla. 

cartolina -  ed. Mangini, 1905  -  non circolata


La seguente immagine è la meno peggio che abbiamo trovato del monumento al nostro "fantomatico" Balilla, che avrebbe meritato scatti di miglior qualità .
Qui, a parte i bimbi che giocano in piazza, si vede l'insegna della "trattoria Balilla", proprio sotto l'insegna stradale della  "Salita del Cannone"  (proprio "del Cannone" al singolare (la "fantasia" delle targhe stradali non smette mai di stupire);  di seguito, a destra l'insegna di una ricevitoria del lotto.
Non riusciamo ad interpretare bene l'insegna del locale sulla sinistra dell'immagine ma ci sembra una rivendita di vini.

cartolina -  ed.  Bianco&Pancaldi - sped 1910

Ci chiediamo come il  Paradossi abbia preteso di vendere una cartolina con una foto così malfatta, eppure qualcuno l'ha comprata, anche se poi non ha trovato il coraggio di spedirla.....

cartolina - ed. Paradossi - non circolata

Questa inquadratura è leggermente migliore della precedente, a parte i curiosi in posa, in attesa di passare, gratis, alla storia.
La targa stradale sulla sinistra, ben leggibile ci conferma che quella era proprio la "Salita del Cannone" ( alias "salita Cannoni" ). 

cartolina - ed. Brunner Como - non circolata


 Questo è il cortile interno dell'Ospedale Pammatone in una litografia dell'epoca

litografia - ed. Orsolini



Qui siamo di nuovo all'esterno, sull'angolo dell'ospedale e vediamo la chiesa di San Camillo (all'epoca risparmiata dal piccone e tuttora esistente)  sull'altro lato della strada.

copertina di pubblicazione periodica - ed. Tolozzi


Con la creazione dell'Ospedale di San Martino, e del nuovo manicomio, nei primi anni del 1900,  entrambi i complessi ospedalieri furono man mano dismessi e  dedicati ad altre attività (facoltà universitarie ed uffici pubblici)

Gravemente danneggiati dai bombardamenti della seconda guerra mondiale i due complessi vennero demoliti con il resto del quartiere di Piccapietra per dar "vita" ad un nuovo"quartiere direzionale".

Ma le demolizioni erano cominciate già prima, perchè, nei primi anni del 1900, con la costruzione di via XX Settembre erano stati demoliti gli edifici prospicienti via Giulia sostituendoli con imponenti palazzi di nuova costruzione e creando via Ettore Vernazza .
L'edificazione  di via Vernazza (gli attuali  palazzi lato monte) fu completata poi negli anni 60, insieme al resto della "nuova Piccapietra".

Questa, stando alla nota a piè di foto, dovrebbe essere una immagine dello stato dei lavori nel 1899 durante le demolizioni degli edifici adiacenti via Giulia.
Usiamo il condizionale in quanto ci mancano riferimenti topografici noti,  anche se possiamo pensare che gli edifici ancora in piedi a centro immagine appartengano al retro del complesso dell'Ospedale degli Incurabili, demoliti in seguito, negli anni 60.

riproduzione fotografica non annotata


Ma non possiamo parlare di Piccapietra senza menzionare il Rio Torbido, che scendendo da Manin attraversava piazza Corvetto e percorreva Via S.Giuseppe e via di Portoria per sbucare in Piazza Campetto. Rivo che venne tombato fin dai tempi antichi e che venne ricostruito negli anni 60, durante i lavori  di "riedificazione " della zona,  come vediamo dalla foto che segue.





Come sempre, saremo ben lieti se qualcuno fosse in grado di fornirci maggiori particolari, notizie o correzioni.

Finora abbiamo parlato  di grandi ospedali e chiese e torri, ma Piccapietra non era solo queste cose, era un quartiere popolare, con abitazioni modeste, stretti vicoli in salita dove viveva e lavorava tanta gente modesta ed operosa, bravi artigiani di cento mestieri.
Oltre ai già citati scalpellini (il bisnonno "teneva bottega" proprio in piazza Piccapietra) c'erano di sicuro i tintori  (vico Tintori)  ed i fabbri (vico delle Fucine) .
Un tessuto sociale vivo e vitale che è stato cancellato per sempre sradicando le persone dal loro ambiente per disperderle in case-dormitorio nelle estreme periferie che una cementificazione selvaggia andava creando sulle colline.  
 
Ma non siamo qui fare sterili polemiche (anche se a volte ti verrebbe uno  "scciuppon de futta")  ma per mostrare quello che non c'è più.

Qui abbiamo la scalinata Casacce.
Sull'archivolto si intravede traccia di una edicola votiva
Quello piastrellato e con tettoia in metallo, sulla scalinata, dovrebbe essere un orinatoio (?).
Caratteristico anche il balcone verandato sopra alla macelleria, la quale espone un prosciutto appeso proprio all'entrata (oggi l'Ufficio di Igiene avrebbe qualcosa a ridire...).
Due manifesti sull'angolo: una ragazza pronta a tuffarsi dal trampolino ed una reclam di un panettone ?

foto d'epoca



Ed ecco vico Tintori, che ci mostra sulla destra il portone signorile di un edificio che aveva visto tempi migliori .

da Genova antica e dintorni -  ed.  Mondano


 Salita Piccapietra, di cui abbiamo parlato più sopra.

da Genova antica e dintorni - ed.  Mondani

Vico Fucine

Foto pubblicata su FB da Corallo Giorgio, che ringraziamo.



Vico Pellissoni, con fruttivendola

vico Pellissoni foto d'epoca da viaggio nei Caruggi di Riccardo Navone - fratelli Frilli editore


Vico Zuccarello, la foto non è nostra ma pubblicata sul nostro "gruppo gemello" su FB da Pietro Cassani che ringraziamo.




Siamo nel 1960, e le vecchie case di via Bartolomeo Bosco sfidano la ruspa, sventolando orgogliose... ...i panni stesi.

cartolina - ed. Mangini - non circolata



26 commenti:

  1. Salita Cannoni portava da Portoria in Piccapietra, mentre Salita Piccapietra era dalla parte opposta cioè da Via Cebà sino al "Piano Piccapetra".

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    1. ciao Nelly,
      grazie dell'intervento, mi sbaglio io, non ho buona memoria per le strade ed ho il senso di orientamento di un "piccione di marmo", quindi mi aiuto con mappe e foto però a volte non ci "azzecco".
      Ora che me lo dici mi rendo conto che, in rapporto al monumento, sal.cannoni vada in Portoria e non verso Cebà.
      ?mi aiuti ad identificare salCannoni sulla mappa del 1916? . perché sulla mappa del 1916 verso Portoria vedo indicata solo "via di Portoria" :
      ? "salita cannoni" coincideva con "via di Portoria" oppure era una parallela non segnata sulla mappa?
      gentilmente, puoi dare una occhiata alla mappa e sciogliermi il dubbio??
      grazie ancora del tuo prezioso intervento, ciao

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    4. ciao Nelly
      ho ricontrollato su una altra cartina, questa del 1926, ovvero ancora più recente sulla quale mi ero già documentato prima di scrivere il post.
      Mi spiace dirti che da ragione a me in quanto riporta Salita Cannoni da Piccapietra a via Cebà proprio "al posto di sal. Piccapietra", proprio come avevo scritto.
      Non riesco ad inserire la mappa in questo spazio (ho già fatto due prove con esito negativo, sono poco pratico), quindi o mi mandi l'indirizzo e-mail o mi devi credere sulla parola.
      grazie comunque dell'intervento, ciao

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    5. Ciao, ti ringrazio dell’interessante articolo, io posseggo due litografie di A. Bel fiore che ritraggono la salita dei cannoni da Piano Piccapietre e la piazza Pammatone con il monumento Balilla e di sfondo il negozio di biancheria R. Achille …

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  2. E' preciso e corretto quanto afferma la sig.a Nelly. Se esistono ancora dei vecchi a conoscenza dei luoghi, potrebbero agevolmente confermare e chiarire. Se avete dubbi in proposito, si può consultare la vecchia guida del Castagna che spiega chiaramente che si tratta di due percorsi distinti. Inoltre, potreste anche consultare la Rivista municipale dell'anno 1939 - mese di febbraio - . Contiene il reportage fotografico più completo che esista sul vecchio quartiere. Le foto che si riferiscono alle due salite sono distinte e si vede anche bene che non si tratta affatto della stessa salita. Salita Cannoni iniziava o sbucava - a seconda delle interpretazioni - poco metri più avanti - cioè verso via XX Settembre - rispetto alla statua del Balilla. Cioè all'angolo del caseggiato popolare - con esercizi pubblici - che faceva da modesto "sfondo" al "modesto" monumento in un contesto globale più che "modesto" - almeno secondo i canoni attuali - . . . Cordialità

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  3. Vediamo se riesco a essere più chiaro. Da dove ho detto si saliva lungo la salita Cannoni incrociata sulla destra -per chi saliva - da vico Zuccarello - prima - e vico delle Fucine -poi, cioè quasi in cima - , giungendo, così, sul cosiddetto piano di Piccapietra. Oltre - cioè a valledel "Piano" (per così dire) -si "discendeva" lungo la salita - discesa nella direzione che vi sto proponendo - incrociata a destra (in realtà, realizzando un quadrivio col piano di Piccapietra) - per chi stava per scendere e, cioè, prima di iniziare a scendere effettivamente- da vico Tintori e - a sinistra - dal vico chiuso di S. Francesco. In fondo - cioè in basso -si finiva in via Cebà. Che c'è ancora. Rispetto alle mura coeve alla porta, la salita dei Cannoni risultava esterna. Per evidenti ragioni difensive non erano mai presenti discese davanti a una porta urbana. Il piano di Piccapietra e l'omonima salita - invece - interne. Le mappe del Touring venivano preparate da chi non aveva mai visto i posti. Se si vuole arrivare a questo livello di dettaglio e non si sono mai visti i luoghi direttamente, occorrerebbe consultare le antiche mappe catastali. Molto affidabili e precise. E soprattutto -credetemi - dare fiducia a persone come la sig.a Nelly o ai vecchi che hanno visto e ancora ricordano bene. Perché non dovrebbero essere ritenuti affidabili? Saluti

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  4. Mi ero ripromesso di non tormentarvi più, ma . . . Non è mai stata la salita del Cannone - ma, Cannoni, plurale - e certamente - fate mente locale - il "famoso" cannone trasportato dagli Austriaci non è mai potuto transitare da lì. Non sarebbe stato materialmente possibile. Basterebbe aver visto direttamente i posti. Il cannone proveniva da altra parte . . . Cannoni e non Cannone - e ci sono altre denominazioni identiche a Genova e tutte con lo stesso significato - proviene banalmente dal fatto che erano presenti le condutture dell'antico acquedotto così denominate in genovese. Tutto qui. Qualunque testo su Genova può confermarlo tranquillamente Saluti

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    1. Ciao, Anonimo,
      nessun tormento, ci fa piacere se qualcuno ci aiuta a capire perche fra l'altro scriviamo qui anche per chiarirci le idee.
      1) la signora Nelly affermava che salita cannoni portava da Piccapietra in Portoria (sbagliando), mentre tu ci confermi che saliva verso via Cebà ed aveva come traversa a destra vico Zuccarello e poi vico delle Fucine (che si congiungeva in fondo con via Cebà per poi piegare a destra verso via S.Giuseppe da cui salivano anche due vicoli di cui non sappiamo i nomi che andavano da via S. Giuseppe a vico Zuccarello uno era in parte una scalinata).
      2) salita dei cannoni è di sicuro quella che dici tu e la mappa del 1926 (non pubblicata) ce lo confermerebbe però le due targhe stradali che si vedono nelle cartoline (ed.Brunner ed ed. Bianco&P.) una volta ingrandite mostrano chiaramente la dicitura ""Salita del Cannone" . Evidentemente le due denominazioni si sovrapponevano tanto da ingannare anche gli impiegati del comune ed i disegnatori di mappe. Questo, quando abbiamo pubblicato la mappa del 1916 che riportava questa salita col nome di "Salita Piccapietra" ci ha fatto pensare ad una ulteriore denominazione in uso per questa strada.
      3)Se Salita Piccapietra non coincide con Salita Cannoni, allora dove si trovava ? era la parallela cieca che andava all'Ospedaletto verso via XX settembre? o non esisteva? .
      4)Da altre fonti risulterebbe che l' "ospedaletto" (spedale degli incurabili) era stato costruito in "via Piccapietra" e questo ci ha fatto ancora pensare che la dicitura della mappa del 1916 fosse plausibile, nonostante targhe stradali e la mappa del 1926 parlassero rispettivamente di "Cannone" e "Cannoni" per cui abbiamo scritto che la strada doveva avere entrambe le denominazioni.
      Comunque ci documenteremo ancora come hai suggerito tu; e quando saremo ragionevolmente sicuri correggeremo questo post e ne daremo notizia nei commenti.
      Scrivici ancora con tutte le notizie in tuo possesso e se vuoi possiamo vederci di persona e confrontare le documentazioni in nostro possesso per completare al meglio la nostra conoscenza dei luoghi.
      Grazie ancora dell'intervento , speriamo di risentirti presto.

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  5. Gentile Pilusmax,
    provo a rispondere - dato anche il commento molto cortese e incoraggiante - . Premesso che non conosco la sig.a Nelly - e, in generale, nessuna sig.a Nelly - quanto la signora scrive è perfettamente corretto e sintetico. E coincide con quanto ho scritto anch'io. Che speravo potesse risultare chiaro. Ma - forse - occorre un'immagine mentale. Provate a immaginare un triangolo. Col vertice in alto smussato. Il lato di destra rappresenterebbe salita Cannoni, La s'imbocca e si sale dal livello della piazza antistante l'ospedale di Pammatone - dove c'è il monumento a Balilla - . Fino a dove? Fino - ovviamente - all'inizio dello smusso. Che cosa rappresenta l'inizio dello smusso? Ovviamente, la porta. Ci troviamo esattamente nella situazione opposta a quella dell'omino della vostra foto - sotto la statua della Madonna - . Lui volge il viso verso salita Cannoni come stesse per discenderla. Bene! Che cos'è lo smusso? Il piano di Piccapietra - pochi metri quadri lastricati - . Visibile nella vostra foto. Lì lavorava - evidentemente - l'antenato menzionato, perché piazza Piccapietra . . . semplicemente . . . non esisteva . . . ! Bene! Che cosa ci rimane da fare? Percorrere lo smusso = piano di Piccapietra - pochi metri - e scendere verso via Cebà - posta in basso - lungo l'altro lato del triangolo non ancora considerato - quello di sinistra per rifarci all'immagine mentale proposta - . Che rappresenta - appunto - la salita di Piccapietra. Lungo la quale, invece, noi - mentalmente - scenderemo. Tutto qui ! Esattamente come ha scritto la sig.a Nelly ! Chiarito bene ciò, tutte le altre modeste intersezioni che mi sono permesso di citare trovano agevolmente la loro sistemazione nella mappa mentale proposta.Che può anche - con sforzo minimo - essere segnata sulla carta, se ciò può aiutare.
    Certamente non ho - né c'è - motivo di dubitare in merito al fatto che qualche ufficio comunale - probabilmente suggestionato dalle "storiche vicende" - abbia sbagliato in merito al singolare Cannone. Ma i vecchi genovesi - memori delle condutture dell'acquedotto - dicevano - comunque - Cannoni e, inoltre - come già riferito - , nessun esercito dell'epoca sarebbe mai potuto riuscire a trasportare un cannone lungo la salita. O la discesa. Sono presenti foto in rete e ci si può sincerare direttamente. Ciò che si è verificato nella mappa del Touring in cui compare esclusivamente salita Piccapietra - nome troppo lungo in paragone alla scala della mappa - è - banalmente - l'effetto Liechtenstein. Per cui molte mappe cittadine del Touring erano negativamente note. Nella piccola scala di vecchie cartine geografiche o mappamondi la scritta Liechtenstein - un po' lunga, effettivamente - occupava anche mezza Svizzera e mezza Austria. Ma ciò non implicava affatto che il principe sovrano potesse accampare diritti su quelle terre . . . Se ritenete, fatemi sapere se l'intervento è risultato chiaro . . . Cordialmente

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  6. Sig. Anonimo
    la ringrazio per la pronta risposta.
    Come avrà certamente inteso nè io ne mia moglie (il blog è scritto a due mani) abbiamo memoria dei nomi delle strade in questione. Nel 1960 io avevo 15 anni, mia moglie 12, e nessuno dei due abitava in zona, per cui se più o meno io riesco a ricordare qualcosa della disposizione delle strade, assolutamente non ne so collegare i nomi.
    Non capivo il commento della signora Nelly perchè partivo dal monumento e non dalla porta. Ora comincio a capire (ma non del tutto, perdonatemi ed aiutatemi).
    allora:
    1) la porta stava al vertice di un triangolo e da una parte si scendeva la salita cannoni mentre dallaltra c'erano i pochi metri del "piano di Piccapietra" (non Piazza ma Piano, fin qui OK) .
    2) finito il piano di Piccapietra cosa c'era?? via Cebà, come sembrerebbe dalla "mia" piantina del 1926?? oppure lì cominciava salita Piccapietra che poi diventava via Cebà?? Non ho ancora inquadrato questo particolare: potete fare riferimento alla "mia" cartina del TCI e chiarirmi le rispettive posizioni in rapporto alla cartina stessa?
    Chiedo scusa se siamo tardi di comprendonio e Ringrazio in anticipo della cortesia anche a nome di Loredana

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    1. dal piano di piccapietra come fosse una prosecuzione di salita cannoni si scendeva per una discesa ripida che poi svoltava a sinistra per passare davanti all'ingresso di servizio del carlo felice ed arrivare all'imbocco di galleria mazzini. prima della curva incontrava a destra via cebà che attraverso una scalinata portava in via san giuseppe. dal piano di piccapietra dando le spalle alla porta sulla destra c'era vico tintori lungo e stretto in fondo al quale si trovava la scalinata indicata dalla foto con
      il portone perennemente chiuso già negli anni 50 e si arrivava in cima a via cebà. per dare un'indicazione che dia il senso di quanto scrivo, basta pensare che via cebà affiaancava per tutta la sua lunghezza galleria mazzini infatti le case che vi si affacciavano era proprio quelle della gallerie con i terrazzini sopra i tetti.

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    2. Liliana, grazie della precisazione , ne facciamo tesoro

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  7. Gent. Pilusmax,
    1) Nì. Avevo proposto un triangolo col vertice smussato. Cioè, una specie di trapezio. Col lato orizzontale più corto in alto. Il lato obliquo di destra rappresenterebbe la salita Cannoni. Il vertice in alto a destra la porta.Il lato orizzontale corto in alto il piano di Piccapietra. Residua un solo lato obliquo - a sinistra - : è la salita di Piccapietra che iniziava, prendendola dall'alto, dove finiva il piano di Piccapietra - all'incirca orizzontale - e terminava - in modo più o meno ortogonale - incrociando- alla propria base - via Cebà. Così il quadro è completo. Nella realtà, il trapezio sarebbe stato parecchio "sbilenco" perché sommando insieme le dimensioni lineari del piano e della salita di Piccapietra si arrivava - come lunghezza - solo alla metà - circa - della lunghezza della salita dei Cannoni. Che era molto più lunga di ciascuno degli altri 2 segmenti menzionati.
    2) vedi 1) : finito il piano di Piccapietra - cioè dalla parte opposta del piccolo spazio piano rispetto alla parte interna della porta - si iniziava a scendere lungo la salita di Piccapietra - alquanto ripida - per incrociare - in basso e circa ad angolo retto - la via Cebà.
    Il piano e la salita di Piccapietra non risultavano perfettamente in asse con salita Cannoni, ma formavano un piccolo angolo. Cioè, "tendevano" a destra rispetto a chi scendeva. Si trattava di ambienti modestissimi, direi degradati e penso che - indipendentemente dalle vicende belliche - la loro sorte fosse già segnata. Ciò spiega anche perché esista pochissima iconografia. Nessuno avrebbe mai inviato cartoline di queste zone e chi era costretto ad abitarci - a pochi passi da via XX Settembre - all'epoca se ne vergognava. Mi auguro di essere riuscito a chiarire anche se non posso effettuare riscontri con la piantina del Touring del '26 che non possiedo. Mi permetto solo di osservare che - per conseguire competenze così di dettaglio come stiamo facendo qui noi ora - le mappe cittadine del Touring risultano - solitamente - insufficienti. Cordialmente

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    1. Gentile signor Anonimo,
      grazie ancora per le pronta risposta. Stavolta dovremmo aver capito tutto e faremo le opportune ricerche per trovare una cartina (stavolta esatta) da pubblicare al posto di quella del TCI del 1916 (la quarta immagine di questo post) che è con tutta evidenza sbagliata. Appena la avremo trovata provvederemo a correggere anche il testo del post ove necessario.
      Continui a seguirci ed a correggerci quando lo ritiene opportuno.
      cordiali saluti
      Lore e Gian (pilusmax)

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  8. Io sono nato in Portoria nel 1949, e ci sono stato sino al 1955, quando , con la famiglia ci siamo trasferiti a Marassi. Nel 1955 avevo 6 anni, per cui non ricordo granché del Quartiere, a parte i nomi delle Stade essendoci stato poco e mi spiace non poter essere utile in questa affascinante ricerca. (I miei nonni paterni erano del Colle, nonno materno di Ravecca, padre della Maddalena,qualcosa mi avevano detto ma dopo tanti anni...Ricordo comunque la mia disperazione quando nonno mi portava a vedere scomparire Portoria !!!)

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    1. Salve a tutti, mi chiamo Adriano e sono nato in Piccapietra nel 1939, Ci sono rimasto con la famiglia fino a quando no àn cacciòu zù a casa (1960). La Nelly ha ragione, dal Piano di Piccapietra, passato l'arco delle mura, c'era Salita Cannoni (in discesa) che portava in Portoria, dove adesso c'è il tribunale. Dall'altra parte di fronte c'era Salita Piccapietra (anche questa in discesa) che dal Piano portava all'inizio di Galleria Mazzini.
      Saluti
      Adriano Agostino

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    2. Ciao, grazie del contributo, continua a seguirci.

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  9. scusaremi , mia bisnonna era nata in piazza della villetta e mi farebbe piacere vedere qualche foto della via o avere una cartina con l'ubicazione precisa...mi farebbe piacere...Ringrazio tutti , vittorio dal tigullio

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    1. Ne abbiamo parlato nel gruppo omonimo, trovi mappa e foto qui: https://www.facebook.com/photo.php?fbid=1201449356605586&set=p.1201449356605586&type=3 e qui https://www.facebook.com/photo.php?fbid=1201451416605380&set=p.1201451416605380&type=3

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  10. Ciao, da bambina andavo spesso a trovare la zia Ida, sposata con Otello Restani, a piano Piccapietra dove abitavano al quinto piano. Credo che il palazzo si situasse all’estremo di un’altura poiché c’erano due discese ai lati opposti della piazza. Da una si scendeva per andare ai mercati dall’altra se non ricordo male si arrivava ad un luogo devastato dalla guerra e lì andavamo qualche volta a giocare. Dal palazzo dirimpetto a quello della zia si giocava sulle scale dalle cui finestre soffiavamo con le cannucce coni di carta. La zia aveva una gatta nera di nome « Balina » , quando la chiamava con voce stridula allungano la aaaaa la gatta faceva a razzo le scale, appena in tempo per trovarsi la porta aperta. Si andava a fare i bagni in corso Italia da Perasso (uniche foto che ho). Nella discesa del mercato mi sono rotta un braccio andando a sbattere contro il muro perché non sapevo frenare. Avevo fore 6_7 anni, Sono nata nel 49. Gli zii lasciarono piano piccapietra credo negli anni 60 perché dovevano ricostruirla.

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  11. Ciao a tutti, sono nata in Piccapietra 1950,esattamente in vico Tintori, nell'asilo degli slattati, allora si chiamava così, mia mamma era la direttrice, e vivevamo lì.Sono la nipote della Teresa(parla ma). Chi è di Piccapietra sa chi era mia nonna!!! Ho vissuto fino al 1958, poi il comune ci ha assegnato la casa a Coronata, appena costruite. Confermo quello che è stato detto da Nelly, salita Cannoni iniziava da Portoria, dove c'erano i banchi dei pesci, e arrivava dalla madonetta, poi c'era la piazza, in fondo sulla destra c'era vico Tintori, in fondo al vicolo la scalinata che portava in via Ceba', Quando si arrivava lì, sempre a destra si scendeva per la scalinata di San Giuseppe si arrivava praticamente dall'edicola in fondo di via Roma. Se qualcuno che legge è di Piccapitra e mi riconosce, mi farebbe piacere ritrovare qualche compagno/a di giochi, anche di mio fratello Walter,che proprio nella discesa di Piccapietra, che arrivava fino al Carlo Felice, mezzo bombardato, ma nonostante ciò, facevamo le comparse nelle opere, faceva le gare con la bicicletta da corsa, in quella strada c'erano i fabbri, mentre in salita Cannoni c'erano gli straccivendoli. Detto ciò ci siamo molto divertiti nonostante la povertà che c'era dopo la guerra. Quando ne parlo mi commuovo sempre, perché non avrebbero dovuto demolire il piano di Piccapietra. Se mi volete fare delle domande, mi ricordo benissimo tutte le strade.

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    1. Buonasera signora Carla.. io sono nato e cresciuto al Carmine, sono del 1981. Per fortuna il quartiere non ha subito i ben noti scempi che purtroppo sono capitati altrove.. grazie per il suo intervento, mi è capitato per caso ma è stato veramente preciso e dettagliato. Immagino il dolore nel ripercorrere con la memoria o, ancora peggio, quando capita dalle parti di piccapietra.. non capirò mai come fecero a prendere delle decisioni così scellerate con tanta leggerezza.

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  12. E in vico Tintori oltre gli slattati si trovava l asilo comunale San Giovanni Battista con un grande terrazzo che sovrastava via Ceba

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  13. Ciao, ti ringrazio dell’interessante articolo, io posseggo due litografie di A. Belfiore che ritraggono la salita dei cannoni da Piano Piccapietre e la piazza Pammatone con il monumento Balilla e di sfondo il negozio di biancheria R. Achille … (Purtroppo qui non riesco ad allegare Immagini)

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