giovedì 18 maggio 2017

Politeama Genovese






Cartolina edita da Mangini, non circolata

Nel 1868 al momento della sua costruzione, il Politeama Genovese era diverso da come ora lo conosciamo.
Una palazzina diritta nascondeva alla vista il teatro a pianta rotonda, senza copertura.
Teatro e palazzina in stile neoclassico, secondo la moda del tempo, adagiati sulla allora salita dei Capuccini, oggi via Martin Piaggio.
Qui vediamo il teatro in una mappa di 11 anni dopo l'inaugurazione.

Pianta topografica della città di Genova 1879 di S.Muggiani.Mi.


A sinistra il teatro, poi piazza Corvetto e l'Acquasola sullo sfondo, presi dalla Salita dei Capuccini.

da - I quartieri di Genova Antica -  ed. Tolozzi


Il Politeama Genovese visto da piazza Corvetto

1882-Genovese - da Genova come era 1870-1915 di Luciana Frassati Carige ed.


Ora passiamo all'interno con una una foto non datata dove vediamo una platea un po' "spartana" .
Questo anche perché, essendo a "rischio pioggia", metterci delle poltrone imbottite non era il caso.

 Politeama Genovese foto E.banchieri - f.lli Chiarella - non datata


Un dettaglio del palcoscenico ce lo da Luciana Frassati con questa immagine purtroppo non datata.
Vediamo il voltone a quadri dipinti (ma non abbiamo i dettagli delle figure rappresentate).
Il sipario molto "pubblicitario" stavolta ci permette di inserire il logo del blog senza stonare troppo.

 da Genova come era 1870-1915 di Luciana Frassati - ed. Carige


Il teatro visto dal palcoscenico. Posti in piedi in terrazza?

GENOVESE da Genova come era 1870-1915 di Luciana Frassati - ed. Carige


Ed ecco un sipario meno "commerciale del precedente

GENOVESE da Genova come era 1870-1915 di Luciana Frassati - ed. Carige



 
Sempre la Frassati ci da una serie di locandine che ci permettono di capire cosa si rappresentava in questo teatro.  Questa è del 1870, quando (secondo la locandina) vi avvenne la prima rappresentazione.
GENOVESE da Genova come era 1870-1915 di Luciana Frassati - ed. Carige
 
1877, Balilla e Pietro Micca, un abbinamento vincente

GENOVESE da Genova come era 1870-1915 di Luciana Frassati Carige


La struggente Bohème

GENOVESE da Genova come era 1870-1915 di Luciana Frassati - ed.  Carige

GENOVESE da Genova come era 1870-1915 di Luciana Frassati - ed. Carige


Nel 1942 il teatro venne distrutto dalle bombe

Politeama genovese Rivista Comune genn. 1943

Rivista PNF 1942



Il teatro è stato ricostruito nel 1955  e dal 1994 è gestito da una società privata.



lunedì 15 maggio 2017

Il Manicomio del quartiere di S.Vincenzo



Un altro post scritto a due mani:

Testo di Franco Russo
Impaginazione ed illustrazioni a cura di Pilusmax



Ricordo dell'ospedale per alienati nel quartiere di s. Vincenzo a Genova





Nel 1825 erano rimasti a Genova solamente 3 ospedali ;
Quello di s. Lazzaro a Fassolo, l'ospedale di n.s. di Loreto alla foce detto 'il Lazzaretto e l' ospedale degli Incurabili, in Portoria, unificato con quello di Pammatone.
Quest'ultimo però non accettava malati di mente.
Visto che all'epoca i posti letto erano in diminuzione e i degenti ricoverati in promiscuità di malattie, fra loro incompatibili, nel 1825 la Deputazione Opere Pie, propose la costruzione di un ricovero, per dare assistenza agli alienati, utilizzando gli accantonamenti dei bilanci attivi degli altri ospedali.


 





L'area per la costruzione venne reperita nel quartiere di s. Vincenzo, in località poco edificata, che a secondo delle epoche assunse i nomi di Braida, Abrara e Brera.



 
La zona dove sorgerà il Manicomio dietro al ponte Pila.





Nel 1834 iniziarono i lavori su progetto di Carlo Barabino, poi completati alla morte di costui dall'architetto Celestino Foppiano.
La costruzione era formata da un padiglione centrale di forma circolare, disposto su 5 piani, dove erano ospitati anche uffici amministrativi e servizi comuni.
Dal padiglione centrale si diramavano 6 raggi di fabbrica, dove erano collocate le celle dei ricoverati.
Negli spazi fra i padiglioni erano ricavati giardini.

All'interno era allestita una cappella dedicata al patrono S. Giovanni Battista.
Il complesso era chiuso da un recinto circolare.




Manicomio Pianta del 1892  da Immagini di vita tra terra e mare-r
Pianta topografica della città di Genova 1879 di S.Muggiani-Milano

 



L'ospedale era limitato a nord da via della Consolazione e a sud dalle mura di s. Chiara.
Vi si accedeva dalla strada "Crosa Larga" (attuale via Cesarea) via che nel periodo in cui l'istituto era in attività, assunse il titolo di "Strada del Manicomio"



Crosa larga-via del Manicomio-via Cesarea - Il Manicomio visto dalla parte di via Galata

 
Il Manicomio visto dalle mura delle Capuccine - da 5c Manicomio - da  I quartieri di Genova Antica ed. Tolozzi




A causa della della confusione e della risonanza del vociare e delle urla che la cupola del padiglione ampliava a dismisura, perse rilevanza, fino a quando ne venne disposto l'abbattimento in esecuzione del nuovo piano regolatore per l'atterramento di Strada Giulia.
Quindi venne decisa la costruzione di un nuovo ospedale per alienati a Quarto dove i pazienti vennero trasferiti nel 1894.
Il manicomio di s. Vincenzo venne abbattuto nel 1914





lunedì 8 maggio 2017

Museo dei Capuccini - La grande peste a Genova 1656-7 - Le ri-sepolture nelle gallerie del bastione dell'Acquasola




Manifesto della mostra al museo dei Cappuccini


Al museo dei Cappuccini,  nell'ambito della mostra sulla "Grande Peste", un interessantissimo cartellone introduce la proiezione delle immagini di una visita speleologica nei cunicoli dell'antico bastione dell'Acquasola effettuata dal CENTRO STUDI SOTTERRANEI, che spero ci perdonerà di aver piratato le sue immagini.

Il cartellone è composto di 4 quadri.
Nella prima foto vediamo il cartellone completo, nelle seguenti vedremo e commenteremo i dettagli.





Nella seconda foto abbiamo l'immagine delle mura orientali nel 1656-7 gli anni della "grande peste". La zona in grigio chiaro sotto i bastioni di destra rappresenta l'area di sepoltura (oggi alcuni metri sotto giardini dell'Acquasola).





La terza foto ci mostra un ingrandimento del bastione dell'Acquasola come era fino al 1825. e le gallerie ancora percorribili.





La quarta foto ci mostra l'esumazione degli scheletri, avvenuta nel 1825, e la loro traslazione nelle gallerie del bastione.





La quinta immagine ci mostra la situazione attuale con il vecchio bastione inglobato nelle mura ottocentesche dell'Acquasola che vediamo ancor oggi.





Ed ora passiamo alle foto della visita speleologica alle gallerie.
Dalla sequenza delle foto risulta che gli speleologi sono entrati da un pozzo situato nel parco dell'Acquasola raggiungendo una delle gallerie di contromina che si trovavano lungo il perimetro del Bastione.  Poi da questa sono passati alle gallerie di ri-sepoltura attraversando un passaggio allagato.
Ma procediamo con ordine.

Discesa nel pozzo alla galleria di contromina
transito nella galleria di contromina
 
tratto di galleria di contromina grossolanamente puntellato

si preparano all'immersione per passare alle gallerie di ri-deposizione delle ossa

inizia l'immersione

si entra nel ramo sommerso

emersione nella galleria delle concrezioni
le concrezioni

Il gocciolamento è continuo

Una cortina di sottili ricami fra cui bisogna transitare con cautela



dopo aver superato una ostruzione artificiale costituita da un cumulo di macerie si giunge al primo deposito di ossa.












Continuano le infiltrazioni di acqua che in alcuni tratti si accumula sul pavimento. A volte si prosegue "a guado".




Un passaggio laterale è chiuso da una grata ... dove conduce ?


Un'altra ostruzione lascia solo uno stretto passaggio.


L'ostruzione in materiale di riporto chiudeva un altro ossario





E qui finisce l'esplorazione, saranno finite le gallerie?  saranno finite le ossa? si saranno esaurite le batterie?
Forse lo sapremo fra qualche giorno... nella prossima puntata.