martedì 31 marzo 2020

La fine di una Repubblica 1797-1815 - 5




Ci eravamo lasciati com Massena che se ne andava da Genova con l'onore delle armi e "la coda fra le gambe" esclamando: "ritorneremo" ... e fu buon profeta.

Il 6 giugno gli austriaci avevano già nominato una "Reale ed Imperiale Reggenza" composta di sette elementi della aristocrazioa genovese, che si dovevano occupare dell'amministrazione della ex Repubblica.

Da: La Meravigliosa Storia Di Genova-Dal 1797 ai Nostri Giorni - Maurizio Lamponi -Mondani edit.


Ma Massena era stato "buon profeta" e meno di  10 giorni dopo Napoleone in persona sconfiggeva gli austriaci a Marengo costringendoli a lasciare Genova in tutta fretta, non senza aver ottenuto dai genovesi, una "buonuscita" di 550 mila lire a titolo di "rimborso spese" (per piombo e polvere da sparo, naturalmente).  A pagare ci eravamo abituati... amici o nemici che fossero...  del resto meglio un pacifico "rimborso spese" che un cruento saccheggio...
Gli inglesi, più "signorilmente" non persero tempo a contrattare una "buonuscita" ma si portarono via tutte le navi da guerra presenti in porto.

I francesi, rientrati il 24 giugno, abolirono l'effimera struttura amministrativa messa su dagli austriaci e ripristinarono l'amministrazione precedente, come vediamo dall'apposito decreto.

Da: La Meravigliosa Storia Di Genova-Dal 1797 ai Nostri Giorni - Maurizio Lamponi -Mondani edit.

In autunno, con 3 mesi di ritardo rispetto agli austriaci, per il miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie, e sopratutto con le provviste arrivate a blocco finito, andò via anche il colera.
Fra le altre notizie dobbiamo rilevare che, a fine blocco, vittime della ritrovata abbondanza, alcuni genovesi morirono di indigestione ("danni collaterali?").

Restavano, sempre come "danni collaterali", alcune bande armate di ex "combattenti volontari" di entrambi i campi, che avevano rifiutato di farsi disarmare e si dedicavano con successo al brigantaggio. Problema che diede filo da torcere alla Guardia nazionale per un pò, finchè il gruppo principale che faceva capo a Luigi Domenico Assereto, non decise di cambiare aria andando a fare danni altrove.

Problematica restava la gestione degli ospedali genovesi, che prima facevano quadrare i bilanci con le "offerte" dei nobili; offerte che ora venivano a mancare. Le soluzioni prese, diminuire il personale e le razioni di cibo al Pammatone - Incurabili - ed Albergo dei Poveri, non riuscirono a pareggiare i bilanci e crearono malcontento e problemi di gestione.

Pammatone - Da: La Meravigliosa Storia Di Genova-Dal 1797 ai Nostri Giorni - Maurizio Lamponi -Mondani edit.

Intanto Napoleone, esaurito lo "spirito rivoluzionario", stava già cullando "sogni imperiali" e nel 1802 ripristinò a Genova il dogato nella persona di  Girolamo Luigi Durazzo, riservando per sè la carica di Presidente della Repubblica Italiana.

Girolamo Luigi Durazzo - Foto dal web

 
I giacobini genovesi ormai si ritrovavano in una Repubblica Democratica di facciata, governata da un Doge aristocratico, dove imperava la censura politica francese e tutto veniva deciso a Parigi.











lunedì 30 marzo 2020

La fine di una Repubblica 1797-1815 - 4




1800  Veduta del Borgo di S. Pier d’Arena sulla riviera del Fiume "Polcevera” disegnata dal vero dal Cittadino Salucci, Ufficiale Toscano - durante l'assedio di Genova  - Acquerello-

immagine pubblicata sul web da Alberto Maria Di Salle



Abbiamo visto finora la nascita della Repubblica Democratica e la sua affermazione, grazie all'appoggio dell'esercito francese e  nonostante l'opposizine della nobiltà terriera e del clero del contado.
I primi due anni sono trascorsi tra feste popolari e difficoltà finanziarie che non sono state risolte neppure con la confisca dei beni ecclesiastici.
Era stata una rivoluzione anomala, quasi incruenta, appoggiata da parte del clero cittadino, sopportata e benedetta (a denti stretti) dal vescovo locale. Una rivoluzione che aveva visto la partecipazione di parecchi elementi della nobiltà cittadina, specie nella persona dei giovani figli cadetti, che avevano subito il fascino delle nuove idee e che avevano meno da perdere nella loro messa in pratica, mentre i "patriarchi", chiusi nei loro palazzi, attendevano pazienti gli sviluppi del caso, forti delle loro relazioni e della loro influenza in tutti i ceti sociali.

Piazza del Principe Doria - chissà come l'avevano battezzata i Giacobini? -  Da: La Meravigliosa Storia Di Genova-Dal 1797 ai Nostri Giorni - Maurizio Lamponi -Mondani edit. -  Autore non citato.


Insomma, nonostante qualche "incidente", finora ai genovesi era andata "di lusso", da una parte le feste e bisboccie, dall'altra tasse esagerate e stagnazione economica, ma la vita continuava a scorrere senza troppe scosse.
I genovesi si sentivano dalla parte vincente (Napoleone) e pensavano che la situazione sarebbe presto migliorata.

I francesi si esercitavano alla guerra ed i borghesi passeggiavano tranquilli e soddisfatti  nella "Piazza della Libertà".

Da: La Meravigliosa Storia Di Genova-Dal 1797 ai Nostri Giorni - Maurizio Lamponi -Mondani edit. - ma ho usato la foto di Alberto Maria Di Salle che riprendeva un campo più largo.


Invece il 1798 fu l'inizio di un periodo negativo. La disfatta della flotta Francese ad Abukir fu seguita dalle sconfitte dell'armata francese sul Trebbia e Novi Ligure, che costrinsero Massena ad arroccarsi a Genova, assediato dagli autro-piemontesi che premevano dai monti e dalla flotta inglese che bloccava il porto dal mare.

Intanto il debito dei Genovesi per la "protezione" francese cresceva, in maniera proporzionale ai rovesci bellici dell'armée,   e nel 1799 era arrivato alla "fantastica" cifra di 20 milioni di lire.

Il 7 dicembre 1799 l'inizio dei guai fu preannunciato dallo scioglimento del "Direttorio" ed i francesi assunsero direttamente il potere tramite un "collegio" di 9 membri di loro nomina.

Senza rifornimenti, con solo 12mila soldati contro 40 mila autriaci Massena resistette il più a lungo possibile per dare tempo a Napoleone di riorganizzare l'esercito e tornare in Italia.

Bombardamento notturno da parte delle navi Inglesi - Foto Umberto Basevi


Gli austriaci, promettendo libertà, indipendenza e prosperità, ottennero anche l'appoggio di molti valligiani, che già prima avevano espresso, con le sollevazioni dei "viva Maria", la propia avversione per le idee giacobine.  Li armarono e li organizzarono in brigate di supporto.

Da: La Meravigliosa Storia Di Genova-Dal 1797 ai Nostri Giorni - Maurizio Lamponi -Mondani edit.


Qui di seguito un proclama austriaco. Chissà perchè "tutti" ci amavano e volevano proteggerci e liberarci, ma nel frattempo, per il nostro bene, non ci lasciavano vivere in pace, ci affamavano e ci prendevano a cannonate.

Da: La Meravigliosa Storia Di Genova-Dal 1797 ai Nostri Giorni - Maurizio Lamponi -Mondani edit.
Entrambi gli eserciti si trincerarono. Attacchi, contrattacchi sortite e colpi da mano, si susseguirono per mesi con gran spargimento di sangue da entrambe le parti.

Da: La Meravigliosa Storia Di Genova-Dal 1797 ai Nostri Giorni - Maurizio Lamponi -Mondani edit.


Dal punto di vista militare si era giunti ad una fase di stallo, ma a Genova, una volta divorati cani, gatti, topi e pipisrelli, la fame ed il colera fecero più vittime  dei proiettili austriaci. (le fonti parlano di 15 mila civili morti di fame e malattie)

1800 - Bardi inc. - mappa trinceramenti francesi (Alberto Maria Di Salle)
Il blocco navale inglese da: La Meravigliosa Storia Di Genova-Dal 1797 ai Nostri Giorni - Maurizio Lamponi -Mondani edit



Di fronte alla prospettiva di una strage per inedia, e pressato dalla popolazione civile, Massena riusci a negoziare la resa che prevedeva l'immunità per la guardia nazionale ed i civili genovesi che avevano combattuto a favore dei francesi.   Era il pomeriggio del 4 giugno, sul ponte di Cornigliano.

Massena firma la resa - Da: La Meravigliosa Storia Di Genova-Dal 1797 ai Nostri Giorni - Maurizio Lamponi -Mondani edit.
Il giorno seguente i circa 4000 francesi superstiti sfilavano in armi fra i reggimenti austriaci silenziosamente schierati e si imbarcavano per Nizza  su cinque navi corsare genovesi. L'imbarco veniva salutato dalle salve di cannone dei forti, ormai in mano austriaca.




domenica 29 marzo 2020

La fine di una Repubblica 1797-1815 - 3



Genova nel 1769 - stampa di Giolfi - Torricelli 


Eravamo alla fine del 1797 alle prese con la travagliata stesura della nuova Costituzione, che venne redatta sulla falsariga di quella francese, ed approvata il 2 dicembre dai "comizi popolari".

Secondo la nuova Costituzione, il potere legislativo era attribuito a due assemblee:
1) il Consiglio dei Giuniori (o dei Sessanta, in quanto composto da 60 membri)
2) il Consiglio dei Senatori (30 membri).
I due consigli eleggevano un Direttorio di 5 membri, detentore del potere esecutivo. Il Direttorio svolgeva le proprie funzioni attraverso un Segretario Generale e un certo numero di ministri.
Il passaggio di consegne, con la definitiva uscita di scena del Brignole, avvenne il 17 gennaio 1798.
I cinque nuovi "Direttori" furono Luigi Emanuele Corvetto, Nicolò Litardi, Paolo Costa, Agostino Maglione, e Giorgio Ambrogio Molfino.



Il nuovo governo si trovò subito a dover far fronte alla pesante crisi finanziaria ereditata dalla gestione precedente. Situazione aggravata dalle spese di mantenimento delle truppe francesi e da quelle dei prolungati festeggiamenti dell'anno appena trascorso.
Le entrate dal commercio erano scarse perchè i pirati barbareschi e la flotta inglese imperversavano nel mediterraneo, rendendo problematico il traffico marittimo ed i commerci.
Già si erano aumentate le tasse sui redditi di lavoro e capitale ad un livello eccessivo (si erano tassate persino le finestre dei caseggiati al punto da indurre alcuni proprietari a murare quelle non indispensabili).

foto da Google Maps



Inoltre la repubblica, in primavera,  si era cacciata in una piccola, costosa ed infruttuosa guerra con i Savoia, (la guerra di Carrosio) nata dal tentativo dei giacobini nostrani di far insorgere i giacobini piemontesi ed istallarvi una repubblica popolare.  La reazione dei Savoia fu pronta ed efficace.
I Genovesi rischiarono di perdere tutto il Ponente e solo l'intervento dei reparti francesi presenti in Liguria potè riportare  la situazione allo "status quo ante".

Il paese di Carrosio, da cui iniziarono gli scontri - Da: La Meravigliosa Storia Di Genova-Dal 1797 ai Nostri Giorni - Maurizio Lamponi -Mondani edit.



Si iniziò a battere moneta... ma all'epoca la moneta voleva dire "argento" e l'unico posto dove l'argento abbondava era nelle chiese e nei monasteri, sotto forma di arredi religiosi ed ex-voto.



In questa situazione venne promulgato il decreto del 6 aprile 1798 che requisiva i beni appartenenti a chiese e conventi. Solo che nell'area di Sampierdarena, Cornigliano e Rivarolo si raccolsero 666,11 libbre d'argento e 2,25 d'oro.

Oggetti d'argento dell'epoca sopravvissuti alla fusione ed oggi inseriti a museo -  foto degli autori del post -


Purtroppo la maggior parte di queste "risorse" presero la via della Francia per sostene le sue campagne militari,  ed ai genovesi restarono le tasche vuote.
Così in ottobre venne emanato un nuovo decreto che ordinava la concentrazione di suore e monaci in pochi monasteri ed i sequestro dei restanti edifici e dei loro beni.

Secoli di storia della devozione genovese presero ancora la "via della Francia" ed inestimabili capolavori di pittura restarono ad adornare stalle, caserme, teatrini, magazzini e fucine.



Improvvisati speculatori ricavarono cospicui guadagni trasformando antichi conventi in case di abitazione  

Uno degli "adattamenti residenziali a S.Maria di Castello da:  S.MariaDiCastello-e-Il-Romanico-a-Genova-Ennio Poleggi


Tutte le rivoluzioni hanno le loro "vittime" e questa finora si era dimostrata poco "cruenta", limitandosi  a sequestri e "deportazioni" di beni artistici.  Un prezzo che i genovasi avevano pagato, come sempre, mugugnando;  ma contenti di non dover vedere in azione tutti i giorni la ghigliottina, come era successo ai loro "colleghi" parigini.

Ma il "bello" (da bellum latino=guerra) sarebbe arrivato presto, seguendo le alterne vicende della "guerra italiana" di Napoleone.
La città avrebbe pagato un tremendo prezzo di sangue, carestia ed epidemie. Nonchè "pecunia".  Ma di questo parleremo nella prossima puntata.











sabato 28 marzo 2020

La fine di una Repubblica 1797-1815 - 2




Repubblica di Genova e Feudi Imperiali



Ci eravamo lasciati con l'erezione dell'Albero della Libertà ed il popolo in festa.
Ma "passata la sbornia", i genovesi si trovarono a dover pagare il conto... e le casse erano vuote.

Inoltre serviva "subito" una nuova costituzione, che regolarizzasse i recenti cambiamenti e ponesse le basi di una Repubblica Democratica su modello francese.

E subito si diffusero le voci che , sull'esempio francese, i soldi sarebbero stati trovati sequestrando le terre ai feudatari ed i beni ecclesiastici.
Questo scatenò la "reazione" di feudatari e religiosi, che nel settembre 1797,  riunirono fittavoli e parrocchiani e marciarono, ognuno per suo conto, in tempi diversi, in ordine sparso, ed in perfetto disordine, sulla città.
Qualcuno fu dissuaso dal vescovo stesso, gli altri furono affrontati e dispersi da ben organizzati reparti francesi.  Il tutto con gran scandalo dei giacobini cittadini che non mancarono di riprovare queste "rivolte reazionarie".

Da: La Meravigliosa Storia Di Genova-Dal 1797 ai Nostri Giorni - Maurizio Lamponi -Mondani edit.

Comunque i genovesi si trovarono (come al solito) divisi in due partiti : giacobini e progressisti contro conservatori e reazionari, due fronti con mille sfacettature, da chi propugnava il dialogo a chi cercava la rissa. Ma Genova è stata abituata da sempre alle lotte interne di fazioni. Fazioni che, per prevalere, non avevano scrupolo di assoggettare la città alle potenze straniere più influenti del momento.
Mentre i "reazionari" erano in maggioranza nelle campagne, in città prevalevano i "progressisti" che stampavano le loro "ragioni" su nuove quanto effimere pubblicazioni (questa sopravvisse 5 settimane).

Da: La Meravigliosa Storia Di Genova-Dal 1797 ai Nostri Giorni - Maurizio Lamponi -Mondani edit.


In attesa della nuova Costituzione, che doveva nascere dal difficile accordo fra conservatori e progressisti (e che piacesse anche a Napoleone),   erano stati presi alcuni "provvedimenti di facciata".
Ad esempio:  Piazza Acquaverde era diventata "Piazza della Libertà"

Biblioteca Digitale Ligure

I servitori dei nobili avevano smesso di vestire le tradizionali livree,  ed improvvisati scalpellini si erano accaniti sulle statue dei due Doria poste "a guardia" del Palazzo Ducale, facendole a pezzi.

Prima della "cura"
quel che ne rimane oggi


Inoltre, gli instancabili scalpellini, si accanirono su pubbliche insegne, stemmi e portali che rammentavano il passato dominio della nobiltà.  Ma era già "buona cosa" che la furia del popolo oppresso se la prendesse con i simboli, invece che innalzare patiboli. O forse i giacobini nostrani avevano capito l'esempio parigino e tenevano in buon conto il vecchio proverbio: "chi di spada ferisce..." (spada o "ghigliottina" ... il concetto è lo stesso...)


La nuova Repubblica riceveva intanto un "piccolo dono" da Napoleone in quanto, il 17 ottobre 1797 con il Trattato di Campoformio, l'imperatore d'Austria, Francesco II, rinunciava ai feudi Imperiali liguri accettando la loro unione alla Repubblica Ligure.






Repubblica di Genova e Feudi Imperiali


Un segnale importante era stato dato nel campo della scuola dove l'istruzione gratuita era stata garantita (almeno in teoria) a tutti i fanciulli. Ma al momento gli unici insegnanti disponibili appartenevano agli ordini monastici: Scolopi, Barnabiti e Gesuiti, che da sempre avevano esercitato quella "missione" e mancavano strutture laiche in grado di tradurre le intenzioni in realtà.

Si sarebbe ovviato parzialmente al problema assegnando a questi istituti altre sedi sussidiarie ricavate dalla chiusira dei monasteri di clausura come nel caso di S. Andrea, riassegnato temporaneamente agli Scoplopi ad uso scolastico .

da:  Monastero-Carcere di S.Andrea - Anna Maria Dagnino


Altra misura che andava incontro alle apettative popolari fu l'approvazione di progetti di costruzione di pubblici lavatoi (troeggi) il cui più illustre esempio sono stati i "lavatoi del Barabino" in via dei Servi, eratti appunto nel 1797.

Da: La Meravigliosa Storia Di Genova-Dal 1797 ai Nostri Giorni - Maurizio Lamponi -Mondani edit.


Intanto gli scontenti mugugnavano fra loro senza farsi troppo notare mentre la "propaganda di regime" cercava di attirare consensi:

Da: La Meravigliosa Storia Di Genova-Dal 1797 ai Nostri Giorni - Maurizio Lamponi -Mondani edit.

A volte un modo serioso ed altre volte assumendo toni satirici,

Da: La Meravigliosa Storia Di Genova-Dal 1797 ai Nostri Giorni - Maurizio Lamponi -Mondani edit.

ed a volte in modo molto "formale" come in questo caso in cui il ministro della pubblica istruzione cerca di sedare i malumori sorti in seno ad alcune istituzioni scolastiche genovesi.

Da: La Meravigliosa Storia Di Genova-Dal 1797 ai Nostri Giorni - Maurizio Lamponi -Mondani edit.


I contro-rivoluzionari improvvisati del mese di settembre vengono graziati  con una speciale amnistia, mentre i "capetti" identificati, vengono condannati a morte in contumacia. Non sappiamo dire se i detti contumaci siano poi stati catturati o siano riusciti a sfuggire alla pena.

Da: La Meravigliosa Storia Di Genova-Dal 1797 ai Nostri Giorni - Maurizio Lamponi -Mondani edit.


E qui vi lasciamo con la promessa di tormare presto a raccontare come finisce il 1797 ed inizia un 1798 pieno di importanti novità per i sempre più tartassati genovesi.











venerdì 27 marzo 2020

La fine di una Repubblica 1797-1815 - 1


1797 in piazza Acquaverde si brucia il libro d'oro della nobiltà - foto di Marco Cazzulo


Il titolo si spiegherà da se leggendo il riassunto di un periodo cruciale per la storia di Genova.
Ma la storia di Genova e tutta fatta di periodi cruciali, ovvero tragici, eroici, euforici o disperati.
Genova ed i genovesi sono il prodotto di questa storia, mai pacifica, mai tranquilla e serena.

Scusate la considerazione precedente ed iniziamo la cronaca.
Era il maggio 1797 , l'esempio della Francia rivoluzionaria aveva acceso le speranze dei Giacobini nostrani di rovesciare le obsolete istituzioni della Repubblica Aristocratica ed instaurare una repubblica "popolare" sulla falsariga di quella francese.

da: Nobiltà e Patriziato nella Antica Repubblica Genovese - Gian Francesco Bernabò Di Negro+Gian Marino Delle Piane


Chiariamo il concetto:  "popolare" non nel senso di dare il potere al "popolo minuto" ignorante e analfabeta, ma al "ceto borghese" ormai emergente (intellettuali, commercianti, imprenditori, avvocati e funzionari), che considerava ingiusto non poter accedere alle "leve del potere" riservate per legge ad un ristretto numero di nobili (a volte incapaci) pervicacemente inchiodati alle loro poltrone.

In questo quadro, di una Liguria in fermento, si inserisce Napoleone Buonaparte, che si apprestava a riprendere in forze la sua "Campagna d'Italia".

Napoleone giovane - foto dal web


Contando sull'appoggio francese, il 22 maggio, i giacobini si armano ed iniziano la sollevazione che però  piene bloccata per l'intervento dei "Viva Maria", armati dai fautori del "vecchio regime", che catturano parecchi rivoltosi e, sopratutto, imprigionano i cittadini francesi presenti in città, come presunti sobillatori dei rivoltosi.

Il Palazzo Ducale, allora ancora fortificato dalla "cortina" - da Strade Ritrovate - Reg.Liguria


Questo dà motivo a Napoleone di emettere un ultimatum a quale il Doge non può opporsi, e quindi inizia a trattare.  Così il 6 giugno muore la Repubblica Aristocratica Genovese e nasce la "Repubblica Democratica Ligure", senza troppi cambiamenti iniziali di facciata. Infatti il "deposto Doge" Giacomo Maria Brignole,  ne diventava il "Presidente del Consiglio".  "Consiglio" però dove i nobili sono in netta minoranza.




Cambiava invece, sostanzialmente e definitivamente, lo "status" della Città, che in pratica perdeva quel giorno la sua indipendenza, diventando una specie di "protettorato francese". Infatti c'era un "commissario" francese che deteneva il reale potere politico e militare ed una guarnigione francese messa "a protezione della nuova Repubblica" ed a spese dei genovesi.  In realtà era un "esercito di occupazione" che garantiva Napoleone e la sua "logistica" da possibili "ripensamenti" dei Genovesi.

Il progetto della Nuova Costituzione - da La Meravigliosa Storia Di Genova-Dal 1797 ai Nostri Giorni - Maurizio Lamponi -Mondani edit.


Senza sparare un colpo di cannone Napoleone aveva "conquistato" il maggior porto italiano, perfetta base logistica per la sua "Campagna d'Italia" ed, insieme a Genova, tutta la Liguria dove mateneva un esercito di 20 mila soldati a spese dei liguri stessi. Scusate il termine: una vera "genialata",  che però ai Liguri tutti ed ai Genovesi in particolare, costerà lacrime, fame, malattie, distruzioni e sangue.
E non trascuriamo il costo economico, in quanto la Francia ci presentò un "conto spese Militari" che nemmeno la confisca e vendita delle proprietà ecclesiastiche riuscì a pagare (ma di questo parlemo ancora).

Allegoria della Libertà 1797 - da La Meravigliosa Storia Di Genova-Dal 1797 ai Nostri Giorni - Maurizio Lamponi -Mondani edit.

14 giugno 1797 si brucia il "Libro della Nobiltà" in piazza Acquaverde - La Meravigliosa Storia Di Genova-Dal 1797 ai Nostri Giorni - Maurizio Lamponi -Mondani edit.

Siamo appena all'inizio della storia che richiederà diverse altre "puntate" e chiudiamo qui questo paragrafo con le feste popolari con cui venne allietato il popolo per dimostrargli quanto era bello il "nuovo regime".

L'erezione dell'Albero della Libertà - foto dal web



domenica 22 marzo 2020

A Genova, quando "Berta filava..."



Quando Berta filava...


Da Folklore Di Liguria vol.1 - Aidano Schmuckher - CARIGE edit.



Quando Berta filava ... 
lo diceva anche la nonna quando voleva indicare una cosa desueta, sorpassata, quasi confinata al limite della leggenda.

Da Folklore Di Liguria vol.1 - Aidano Schmuckher - CARIGE edit.



Quando Berta filava... non c'erano le comodità che diamo per scontate, gli uonini vivevano insieme alle bestie, come e talvolta peggio delle bestie, al punto da generare il detto: "sta meglio l'asino del fattore che il figlio del bracciante".



Quando Berta filava...
 ...non accendevi la TV ...  andavi a sentire il "Cantastorie"

Da Folklore Di Liguria vol.1 - Aidano Schmuckher - CARIGE edit.



Quando Berta filava...
...c'era chi camallava...

Da Folklore Di Liguria vol.1 - Aidano Schmuckher - CARIGE edit.


...e chi si faceva camallare

Da Folklore Di Liguria vol.1 - Aidano Schmuckher - CARIGE edit.




Quando Berta filava...
...l'ambulatorio del dentista era la cucina di casa...

foto dal web
... e la cucina di casa...
era l'unico ambiente riscaldato (dal fuoco del camino)

foto dal web



Quando Berta filava...
... il medico ti salassava e ti dava in pasto alle sanguisughe...


... ed il farmacista ti avvelenava con improbabili intrugli




Quando Berta filava...
...per tenere in ordine le pentole ti affidavi allo stagnino...

Foto del web

...che, se eri un "pezzo grosso" ti mandava il conto a casa

1787 - Conto per Sua Ecc.za la Sig.ra Maria Gentile da parte di Mastro Bartolomeo Porcella Caldelaro. In Genova.Da FrancoPondrelli

Quando Berta filava...
... questo tapino scendeva giù da Struppa tutte le mattine per vendere a Genova le sue ricotte.




Quando Berta filava...