martedì 5 marzo 2019

Villa Lercari-Spinola di San Pietro a Sampierdarena



L'originaria facciata principale nel disegno di Rubens

La villa nasce intorno al 1560 (con tutta probabilità) ad opera di Bernardino Cantore, su committenza di Giovanni Battista Lercari.  Ne abbiamo notizia in quel periodo da alcune fatture di materiali edili.  Nel 1582 ne parla il Visitatore Apostolico, mons. Bossio. La villa merita l'attenzione del Rubens che la disegna e la fa mettere in pianta.







Nel 1592 la villa passa per eredità agli Spinola "di San Pietro" per via del matrimonio di Pellina Lercari con Gio.Maria Spinola.
Il primogenito Gio.Battista Spinola, duca di San Pietro eredita la villa che vi aggiunge due avancorpi laterali porticati.




Secondo i contemporanei che la descrivono,  di gran pregio erano anche i giardini.
Quello inferiore arrivava fino al mare, mentre quello retrostante si alzava gradatamente e culminava in una graziosa villetta.





Questa incisione di J.C.Volkammer del 1708 (da Nurbergisches Hesperides)  identifica la villa con la lettera "A" per cui abbiamo provato a tracciarvi i confini secondo la piantina del Vinzoni ma abbiamo trovato alcune differenze ovvero un maggior numero di costruzioni entro i suddetti confini. 





Agli inizi del 1800 la villa fu poi a vari istituti religiosi (prima le Dame del Sacro Cuore e poi le Figlie della Cerità di S.Vincenzo De Paoli, note come "Cappellone").

La foto della villa è della seconda metà del 1800 , vista dal lato mare,  e la brutale presenza di un muraglione fa pensare che il giardino lato mare sia utilizzato per scopi agricoli (sic transit gloria mundi)




L'ipotesi "agricola" dell'uso del giardino è confermata da questa panoramica dei primi anni del 1900

Foto dal Web




Infine nel 1920 al comune di Sampierdarena che la adibì a scuola.
Nel frattempo tutto intorno si costruivano case di "civile" abitazione.
Con la stessa prospettiva della foto precedente ecco una foto della facciata lato mare degli anni 50 del 1900 con la villa circondata di costruzioni abitative di scarso pregio.




La facciata "lato monte"  con l'ingresso della scuola

Luca Dasso 1984



La villa è costruita secondo il classico modello Alessiano, ma non si conosce il nome del progettista. È uno dei due palazzi sampierdarenesi descritti da Rubens nel volume "Palazzi di Genova" (l'altro è La Fortezza), dove è identificato come il palazzo "C". Come molte ville del cinquecento fu dotata di una "torretta"

 All'interno è presente un importante ciclo di affreschi riferibili a Bernardo Castello, Giovanni Carlone, e Giovanni Andrea Ansaldo.
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Particolare degli affreschi del piano nobile con le imprese di Megollo Lercari dipinte da Giovanni Carlone
Particolare degli affreschi del piano nobile con le imprese di Megollo Lercari dipinte da Giovanni Carlone



sabato 2 marzo 2019

San Bartolomeo della Costa o di Promontorio





foto dal web


La chiesa è situata su un poggio alle spalle di Sampierdarena in una zona che aveva conservato la sua vocazione agricola che fino alla metà del 1900

Pianta di Sampierdarena tra le mura di Genova e la foce del torrente Polcevera. (sec.XVIII) -Archivio di Stato



Il documento più antico che si riferisce alla Chiesa data  1311  ma i resti archeologici rinvenuti (e la stessa titolazione dell'edificio)  ci parlano di una costruzione romanica (XII secolo?).
Nacque come monastero "Vallombrosano" e solo nel XVI sec.   eretta in parrocchia.

La torre nolare viene probabilmente  modificata intorno al 1580  con l'apertura di 4 grandi finestre sormontate da una cornice mistilinea modanata.

S.Bartolomeo della Costa di Promontorio- Clario Di Fabio - da Medioevo Demolito - Pinella editore





Come tutti gli edifici, nel corso del tempo, la chiesa ha subito riparazioni e rifacimenti parziali ma ha mantenuto, fino alla fine del sec.XVIII,  la sua struttura base:  a croce commissa triabsidata e coronata (all'incrocio dei bracci) da una torre nolare.

Foto dal Web



A fine 1700 venne aggiunta la navata sud mentre la navata nord venne costruita nella prima metà del 1800.   In conseguenza di queste aggiunte venne rifatta anche la facciata della chiesa.  Nel 1844 si ha l'ampliamento dell'abside maggiore.

S.Bartolomeo della Costa di Promontorio- Clario Di Fabio - da Medioevo Demolito - Pinella editore




Nel 1888 D'Andrade visita la chiesa e ne disegna la torre nolare che da già segni di decadimento.

S.Bartolomeo della Costa di Promontorio- Clario Di Fabio - da Medioevo Demolito - Pinella editore






Nel 1894-95 il parroco e l'economo ragguagliano l'ufficio per la conservazione dei monumenti e poi personalmente il D'Andrade sullo stato della torre.

S.Bartolomeo della Costa di Promontorio- Clario Di Fabio - da Medioevo Demolito - Pinella editore




Vengono fatte le necessarie perizie e nel 1895 si montano i ponteggi.
In attesa dello svolgimento delle pratiche necessarie allo stanziamento dei fondi per un restauro definitivo la torre viene "messa in sicurezza" medante il lavoro gratuito domenicale dei parrocchiani sotto la direzione dell'ufficio (De Marchi).
Nel 1896 iniziano i lavori con l'intenzione di ripristinare la torre nella sua forma originale rilevata esegundo saggi e scrostamenti vari.

S.Bartolomeo della Costa di Promontorio- Clario Di Fabio - da Medioevo Demolito - Pinella editore



A questo punto diamo direttamente la parola al professore  Clario Di Fabio, autore del saggio da cui abbiamo preso spunto (ed informazioni) per questa paginetta.

S.Bartolomeo della Costa di Promontorio- Clario Di Fabio - da Medioevo Demolito - Pinella editore



Insomma, stavolta il D'Andrade non "ricostruisce il medioevo" ma rispetta le modifiche cinquecentesche giudicandole meritevoli di conservazione e tutela.

berneri1Storia di Sampierdarena di Tito Tuvo e marcello G. Campagnol- D'Amore editore

anni70 - Dizionario delle strade di Genova-Bianca Maria Vigliero- Tommaso Pastorino -Tolozzi editore


Interni in B/N

Foto dal web



Dall'epoca di questi restauri la chiesa ha subito ulteriri interventi di manutenzione straordinaria che non staremo ad elencare ma non ha subito mutamenti sostanziali alla struttura.
Oggi si presenta così.

Google maps

Foto di Carlo Casareto

Foto di Carlo Casareto

Foto di Carlo Casareto

Foto di Carlo Casareto



venerdì 1 marzo 2019

La Chiesa di San Siro

S.Siro - cartolina di G.Modiano&Co. Milano



Secondo la tradizione la chiesa di San Siro venne edificata sull'area di una necropoli paleocristiana situata vicino ad una strada extraurbana romana.

Questa antica strada  rimase per quasi due millenni la principale  "arteria" di uscita da Genova verso il ponente (ed il nord Italia) in quanto usciva dalla porta di San Pietro in Banchi diretta a San Tommaso (odierne vie S.Luca, Fossatello, Campo, Prè).  La vediamo segnata in questa mappa (da:  "Storia di Genova di Teofilo Ossian de Negri, CARIGE 1969)  che ci mostra  al n. 1 la posizione della chiesa di S.Siro.



La data di fondazione è incerta, ma situabile in un intervallo di due secoli tra il IV ed il VI secolo. Alcuni documenti  antichi la menzionano come chiesa dei XII Apostoli ma nel VI sec. la vediamo già menzionata con il titolo di San Siro e successivamente assume funzioni di cattedrale, che divide nel IX e X secolo con San Lorenzo.
Questa apparentemente "strana condivisione" era giustificata dal fatto che nella buona stagione imperversavano i corsari barbareschi e San Siro era fuori dalle mura, esposta alle razzie.
Quindi, in primavera, tesori e reliquie venivano trasferiti nella "cattedrale estiva", San Lorenzo, per rientrare in autunno inoltrato nella "cattedrale invernale"
Alla fine del X secolo questa "transumanza" venne interrotta ed il titolo di cattedrale passò definitivamente a San Lorenzo.
In compenso  nel 1006/7 S.Siro viene eretta ad Abbazia ed affidata ai Benedettini che vi rimarranno fono al 1575, passando poi ai Teatini fino alla soppressione del 1798.

Il Poleggi ci da una visione della chiesa, nel XI sec. , ancora fuori delle mura che includevano a mala pena la chiesa di San Lorenzo. 

Una città portuale del Medioevo - Genova nei secolo X-XVI di  L.G.Bianchi e E.Poleggi   ed. Sagep


La visione successiva documenta la cinta del "Barbarossa"  che includerà S.Siro portando allo sviluppo edilizio del "burgus".

Una città portuale del Medioevo - Genova nei secolo X-XVI di  L.G.Bianchi e E.Poleggi   ed. Sagep


Aggiungiamo, sempre del Poleggi questa piantina che fa riferimento alla situazione abitativa alla data del 1341



La chiesa, nel corso dei secoli, subì danni, incendi e ricostruzioni che sarebbe troppo lungo elencare.
Diremo solo che la attuale struttura risale al 1619 mentre la facciata è del 1821 su progetto del Barabino che ha utilizzato alcuni elementi della distrutta chiesa di San Domenico.
Con la costruzione di via Nuovissima  (1786) la chiesa perse parte della sacrestia e del convento.

Grondona 1846 -proprietà degli autori


Una immagine del lato sud con il campanile

dipinto di P.D.Cambiaso 1850ca. da "Genova, storia di una città" (foto di Anna Secchi)




Due immagini della chiesa a fine 1800 (vista da est e da ovest)

S.Siro nel 1893 foto Alinari

Foto fine 800 ristampata in cartolina da Mangini




Il campanile, di cui ad oggi sopravvive solo un moncone, dovrebbe essere stato costruito nel XII secolo (coevo a quello delle Vigne e s.Giovanni di Prè), e aveva retto alle varie vicissitudini fino agli inizi del 1900.


da: Medioevo Demolito - saggio di Rita Cavalli - Pirella editore




Nel 1902, viene constatata una leggera inclinazione ed alcune crepe nella struttura del campanile, e  parte una campagna di stampa per chiederne la demolizione.  Campagna influenzata dalla vicenda del crollo del campanile di Venezia avvenuto nel luglio dello stesso anno, e probabilmente "orchestrata" dalle autorità cittadine del tempo, notoriamente anti-clericali e favorevoli agli abbattimenti in genere ed a quelli religiosi in particolare (S.Domenico-S.Andrea-S.Nazzaro-S.Teodoro-S.Tommaso... una lista infinita).
Così la riporta il testo "Medioevo Demolito", nel saggio di Rita Cavalli. (le parole fra virgolette sono tratte da articoli di stampa e da una lettere del D'Andrade e riportate nelle note):

da: Medioevo Demolito - saggio di Rita Cavalli - Pirella editore


Invano D'Andrade ed altri tecnici sostengono che l'edificio non è in pericolo e si può rinforzare.
Lo puntellano e vi costruiscono i ponteggi per effettuare le necessarie operazioni, ma questi provvedimenti, anzichè tranquillizzare gli abitanti, creano maggiori preoccupazioni, proteste pubbliche e richieste di risarcimenti danni per l'occupazione della pubblica via da parte di proprietari e negozianti.

da: Medioevo Demolito - saggio di Rita Cavalli - Pirella editore



Il D'Andrade si sente scavalcato e scrive al ministeri in questi "termini" allegando ulteriori studi e prospezioni:



 Alla fine di una lunga diatriba e tre anni di ispezioni, perizie e carte bollate,  sotto la pressione della "opinione pubblica" viene decisa la demolizione del campanile, fino al livello del tetto della chiesa.

da: Medioevo Demolito - saggio di Rita Cavalli - Pirella editore



Ancora oggi il moncone del campanile si trova in queste condizioni, "per fortuna" invisibile dall'esterno, una torre mozzata e mai più ricostruita, peccato.
Quindi accontentiamoci di rivedere la chiesa in una foto del 1906.

dal Web


 
La chiesa verrà pesantemente bombardata del corso della WW2


 



ed ora un poco di "miscellanea" di foto "quasi antiche" degli interni della chiesa.

foto Brogi 1890ca.

Foto Brogi 1890ca.
Dal web



 ed una foto moderna ma curiosa: il chiostro con i "bagni turchi"  abbandonati e fatiscenti.

da: "I segreti dei vicoli di Genova" di Antonio Figari