C'era una volta a Genova... la chiesa di Nostra Signora dei Servi (di Maria).
Direte che c'è ancora, o meglio, c'è di nuovo, alla Foce, ricostruita "bella nuova". Nuova, si. Bella? forse... ma costruita in quello stile "odierno" che noi "vecchi" non riusciremo mai ad apprezzare.
Vogliamo invece parlarvi della "vecchia" chiesa (e convento) che aveva dato il nome alla via dei Servi. Una chiesa distrutta dalle bombe dell'ultima guerra mondiale.
Ma prima che le ruspe del "Centro dei Liguri" arrivassero in via dei Servi, di lì erano già passate quelle del Grattacielo Piacentini. Sia la foto precedente che quella che segue sono antecedenti alla WW2, ovvero databili al 1936/1937 ca. Infatti, in quel periodo, la chiesa ha "perso" il suo convento, che si trovava nella parte sinistra della foto rispetto all'osservatore. I "danni" che vediamo, non sono imputabili alle bombe ma alle ruspe che stanno "facendo spazio" alle fondamenta del grattacielo Piacentini (grattacielo Sud).
Qui invece vediamo il Grattacielo Piacentini quasi sfiorare la chiesa. Dietro ad entrambi "corre" via Fieschi, il Borgo Lanaioli è sparito, via dei Servi incomincia davanti alla chiesa, e per raggiungerla da piazza Dante si usa una stradina che gira intorno alla base del grattacielo (alla sinistra nella foto) foto datata 1939.
Un'altra foto della stessa serie, scattata qualche anno prima delle precedenti, ci mostra via Fieschi con la chiesa dei Servi. Il convento c'è ancora, ma vediamo solo un pezzo del suo terrazzo. Come vedete, la costruzione di via Fieschi, con il muraglione che la sorregge, ha quasi "sepolto" la chiesa e le abitazioni che costeggiavano via dei Servi. Prima c'era un declivio erboso in parte coltivato su cui si "arrampicava" la Salita alla Montagnola dei Servi, come vedremo in una prossima mappa.
Ma stiamo divagando... meglio cominciare dal principio:
L'Ordine dei Servi di Maria ebbe origine a Firenze nel 1233 secondo la regola di S.Agostino (l'approvazione del papa AlessandroIV data 1255).
A Genova li introdusse il cardinale Ottobono Fieschi (poi papa Adriano V) sistemandoli in una cappelletta alle pendici di Carignano. La chiesa ed il convento di cui parliamo sorsero nel 1327 al posto di una precedente chiesa di San Gerolamo, soggetta all'abbazia di Santo Stefano, proprietaria del terreno. Si era all'incrocio tra la via (allora) Rivotorbido e la Salita San Leonardo, una zona di recente edificazione, fuori dalle mura del Barbarossa ed abitata da artigiani e "foresti".
Siccome la chiesa sorgeva sulle sponde del Rivo Torbido, inizialmente era chiamata anche "S.Maria de Rivoturbido" come attestava una lapide del 1377 presente in sacrestia. In seguito fu quel tratto della strada che andava da Ponticello alla Marina, a prendere il nome dalla chiesa. Infatti le vecchie mappe ci consegnano la successione toponomastica: piazza Ponticello, Borgo Lanaioli, via del Servi, via Madre di Dio, Marina. (mappa TCI 1916, uno dei nostri "cavalli da battaglia")
Passiamo ora ad una breve descrizione dell'edificio che, come tutti gli edifici subì numerose riparazioni e parziali rifacimenti nel corso della sua lunga esistenza. Ma non ci dilunghiamo nei particolari e mettiamo subito una piantina. Vediamo che l'entrata (unica) è da Via dei Servi, a sinistra nella foto. Dalla chiesa si passa alla sacrestia e da questa al convento.
Una mappa più dettagliata della chiesa e dei suoi decori. sempre da "N.S.deiServi" -1927-Padre A.N.Bono+Mario Labò.
A proposito della entrata della chiesa, si era anche supposto che in origine l'entrata della chiesa fosse sulla destra, dalla "salita alla Montagnola dei Servi" come mostrerebbero certi resti architettonici presenti da quel lato, ma è più logico pensare ad una doppia entrata, con la principale a ponente sulla strada principale che portava da Ponticello alla Marina. Del resto anche il dipinto di Cristoforo Grassi ci mostra l'entrata principale da via dei Servi e ci sembra di scorgere anche una entrata secondaria sul lato destro su una piazzetta dove dal 1524 risulterebbe esserci stato trasferito il mercato della legna (precedentemente ubicato in piazza Ponticello). Piazzetta sulla quale il Barabino, nel 1797, per conto della Repubblica Democratica, eresse il Lavatoio dei Servi (oggi riposizionato sotto via del Colle, dalla parte opposta della valle). Alle spalle del convento c'era un ampio declivio coltivato dove poi vennero costruite via Fieschi e le case circostanti.
La chiesa, grazie alla sua posizione, sottostante a Carignano, potè godere della benevolenza dei Fieschi e dei Sauli.
Ospitava anche diverse "Consorterie di mutuo soccorso" come quella dei "Forestieri" o delle "4 nazioni" (Romana-Tedesca-Francese-Lombarda) già nota nel 1393. I Forestieri patrocinavano la Cappella del Sacro Cuore (già di Maria Vergine e Santa Barbara). Le consorterie in genere "adottavano" una cappella di una chiesa che facevano adornare a loro spese e nella cui cripta sepellivano i loro morti. Del 1396 era una iscrizione su una casa di fronte alla chiesa che la qualificava come "Spedale dei Forestieri".
Vi si ricordano anche le Consorterie: "B.Virginis de septem doloris", "SS.mi Crucifixi", "S.Filippo Bernizzi" (che però aveva l'Oratorio attiguo al convento, in sal. S.Leonardo). Pertinenza della "Arte dei fornai" risulterebbero nel tempo un altare di S.Benigno, la cappella di S.Gioacchino e poi in quella dei "Quattro Santi Coronati".
Il Portale della chiesa risaliva alla fondazione della chiesa, stile gotico ligure, forse almeno in parte di recupero. Come l'architrave con "Agnus Dei", chiaramente di reimpiego (Labò)
Barnaba da Modena 1375 - Madonna della Misericordia, in ricordo della epidemia di peste del 1375
La chiesa ospitava opere ed arredi provenienti dal ex convento di S. Andrea (trasformato in carcere e poi distrutto). Questo quadro è poi stato trasferito alla chiesa del Gesù.
Nel 1810 le autorità napoleoniche requisirono chiesa e convento, utilizzate rispettivamente come ufficio di leva e caserma della gendarmeria di marina, ma nel 1814 i padri ne rientrarono in possesso alla caduta dell'impero francese.
E così arriviamo alla seconda guerra mondiale. Come abbiamo già visto, la chiesa aveva già perso buona parte del suo convento a causa della costruzione del grattacielo Piacentini e su di essa, e sulla zona sottostante pendeva la "spada di Damocle" dei vari piani regolatori che, da più di 50 anni, regolarmente si ripresentavano con il "nobile intento di risanare il quartiere".
Piani regolatori che si scontravano con il fatto che i previsti condomini di lusso che dovevano finanziare l'opera avevano preso la strada delle colline di Albaro, vi si trovavano bene, e non avevano nessuna intenzione di farsi costruire nella vecchia valle del Rivo Torbido. Però la minaccia restava... lì appesa... in attesa dell'occasione propizia... e di un progetto economicamente valido.
Occasione che arrivò sulle ali dei bombambardieri, che per qualche anno tennero desti i genovesi con i loro spettacoli notturni gratuiti. La nostra chiesa non fu centrata, ma venne lesionata dal bombardamento del 15 novembre 1942, tanto da venir chiusa al culto.
I successivi bombardamenti dell'agosto 1943 aprirono nuove crepe in tutti i muri, e nella notte del 13 ottobre 1944, durante una violenta tempesta di pioggia e vento, chiesa e campanile colassarono in un mare di macerie che vennero sgombrate creando un bel piazzale dove nel dopoguerra vennero eretti dei capannoni.
La Curia, che vedeva lontano, cedette l'area e ricostruì la chiesa alla Foce, dove una chiesa mancava e pareggiò il conto...
Così, quando arrivarono le ruspe del Centro dei Liguri, risparmiarono tempo e palanche.
Per finire certo ci perdonerete un piccolo "scherzo lessicale" a proposito dei "Padri dell'Ordine dei Servi di Maria SS.". Questi frati vengono chiamati "Padri Serviti" quindi "Servi o Serviti?" o "Servi Serviti?" ma "Serviti da chi?"