Roma non fu costruita in un giorno, recita un vecchio adagio, che potremmo applicare anche al porto di Genova.
In questo post cercheremo di ricostruirne l'evoluzione nel tempo attraverso mappe e disegni, perchè dell'epoca di cui palriamo, le foto non c'erano ancora.
Se lo trovate troppo tedioso passate oltre, nessuno se ne accorgerà.
Incominciamo dalla preistoria (chi ben comincia....)
Questa pianta topo-idrografica ci da una idea di come poteva essere il territorio della città e del porto prima che la "civiltà" avesse il sopravvento sulla natura.
Vediamo che il punto di attracco più favorevole è proprio il seno naturale del Mandraccio, dalla cui estremità occidentale inizierà la costruzione del Molo, che verrà man mano allungato (ed allargato) per seguire le sempre maggiori esigenze del traffico marittimo della Città.
da: Genova Antica e dintorni - periodico ed. Mondani |
Dai primi pontili in legno, il porto si sviluppò lentamente nel corso dei secoli acquisendo pontili e moli in pietra ma non abbiamo documenti di quell'epoca per poterne documentare i progressi.
Ci vengono in aiuto gli studi del Poleggi che con alcune interessanti piantine.
Qui siamo all'anno zero del porto nel sec XI : non vediamo nessuna struttura permanente.
Le navi "spiaggiano" sulla riva dei torrenti e nel seno di Giano, oppure stazionano all'ancora al riparo del promontorio che diverrà il seno del Mandraccio.
sec XI da Una città portuale del Medioevo di Bianchi e E.Poleggi ed. Sagep |
Ed ecco i primi sviluppi del Porto Antico , nel XII secolo: vediamo la penisola che lentamente si trasforma in un molo atrezzato ad ormeggio e magazzini (61) e presto, a cura degli Streggiaporco, una chiesa (S.Marco).
sec XII da Una città portuale del Medioevo di Bianchi e E.Poleggi ed. Sagep |
crescita urbana sec XII tav II da Una città portuale del Medioevo di bianchi e Poleggi |
La fase seguente, secondo il Poleggi avviene dal XII al XIV secolo.
Sembrerà "poco preciso" ai profani, "spalmare" su tre secoli la nascita di una struttura portuale, avvenuta certo per gradi, anno dopo anno, generazione dopo generazione, un molo dopo l'altro. Ma i documenti dell'epoca sono pochi e spesso confusi, e certe datazioni dubbie. Quindi procediamo "con i piedi di piombo" e seguiamo la prossima mappa del Poleggi:
crescita urbana sec XII-XIV tav.VI a da Una città portuale del Medioevodi Bianchi e Poleggi |
crescita urbana sec XII-XIV tav VIa da Una città portuale del Medioevodi Bianchi e Poleggi |
Ed eccoci arrivati al sec, XV con l'ultima mappa del Poleggi che ci mostra i moli costruiti in questo secolo di forte espansione marittima. Abbiamo già la Darsena e l'Arsenale Una selva di moli mercantili e la penisola del Molo già munita di mura. (così come in parte la Darsena)
sec XV da Una città portuale del Medioevo di Bianchi e E.Poleggi ed. Sagep 5 |
Fin qui abbiamo mostrato disegni "contemporanei", ricostruzioni plausibili di strutture antiche di cui i documenti dell'epoca ci hanno lasciato solo lacunose informazioni . Ma dalla fine del secolo XV iniziamo ad avere immagini "originali" dell'epoca come questa, che è probabilmente la più antica carta a stampa di Genova. E' stata pubblicata nel 1493 nelle Cronache di Norimberga di Hartmann Schedel, ed una copia si trova nella Biblioteca Universitaria di Genova.
Vediamo la Lanterna, il Molo con la Torre dei Greci, la Darsena ed i "pennelli" di ormeggio perpendicolari alla costa banchinata (oggi Caricamento e via Gramsci). Ma il tutto è rappresentato in maniera piuttosto "fantasiosa", specialmente nella parte di ponente, raffigurando un golfo molto più angusto del reale con la Lanterna molto vicina alla testa del Molo.
Il porto antico è più realisticamente illustrato da questa veduta del 1561 di Jan Massys conservata nel museo nazionale di Stoccolma che mostra un prolungamento del Molo al di là della Torre dei Greci.
Porto di Genova Storia e Attualità - ed. Sagep |
Anche in questa acquaforte del 1572 di Franz Hogenberg, per l'opera "Civitates Orbis Terrarum" di Georg Braund, vediamo il Molo allungato ma non ancora fortificato.
Porto di Genova Storia e Attualità - ed. Sagep |
Con questa struttura il porto non era protetto dagli effetti delle tempeste da libeccio che facevano frequenti danni al naviglio ancorato nella rada.
Lo specchio d'acqua più protetto era il Mandraccio, che però aveva un diffetto: aveva poco pescaggio e si interrava facilmente a causa dell'apporto dei rivi che sboccavano nella rada. Questo rendeva necessari frequenti dragaggi e addirittura opere di scavo imponenti per i mezzi di allora, come lo scavo eseguito nel 1575, e testimoniato dalla seguente tela di Dionisio de Marino.
Vediamo la palizzata di contenimento dell'acqua posta tra il Molo e Ponte Cattaneo. Lo scavo del fondale è eseguito a mano con conferimento dei detriti su imbarcazioni mentre una draga esegue il dragaggio del fondale al di fuori della palizzata.
Civico Museo Navale - Genova |
Ma non tutte le navi potevano ancorarsi al sicuro al Mandraccio e per quelle ancorate nelle zone meno protette a volte erano guai....
Nella seguente illustrazione di J.Furttenbach del 1627 vediamo descritta (con una certa "licenza Pittorica") la libecciata del 11 novembre 1613.
Una "licenza Pittorica" che restringe la rada e piega il Molo di 45° verso sud-ovest ma in compenso ci mostra con buona approssimazione il Palazzo del Principe, Capo d'Arena, l'Arsenale, la Darsena ed i moli mercantili evidenziando la differenza delle condizioni del mare tra questi ultimi (al riparo) e la parte occidentale della rada, esposta alla mareggiata.
Porto di Genova Storia e Attualità - ed. Sagep |
In questo particolare di Civitas Janue (olio su tela del 1600 di G. Bordoni) vediamo il Molo fortificato con una nave ormeggiata alla Marinetta. La Porta del Molo, le mura ed il carcere di Malapaga. In alto la Darsena e l'arsenale.
A differenza della immagine precedente il Molo è qui riportato nella direzione corretta rispetto agli altri elementi della costa.
Sul Molo la Torre dei Greci è già stata "spianata" e l'estremità dotata di una batteria di cannoni che qui vediamo sparare a salve, ma sembra manchi di un faro che sarebbe utile per segnalare la posizione del Molo.
Palazzo San Giorgio è "con i piedi a bagno" munito solo di uno "sporgente" e circondato da piccole imbarcazioni ed il "fronte del porto" non è difeso da mura.
edit. SAGEP : porto di Genova storia e attualità |
Necessitano nuovi lavori, sia per difendere la rada dalle tempeste da Libeccio che per difendere il porto dai nemici vecchi e nuovi della Repubblica.