mercoledì 25 febbraio 2015

Piazza Banchi






Fino alla costruzione delle Mura del Barbarossa Piazza Banchi nemmeno esisteva. C'erano giusto due case e la chiesa di San Pietro della Porta proprio fuori delle mura del 900, il resto era "campagna".
S.Pietro della Porta?, si della Porta, perchè era giusto fuori della omonima porta da cui, provenendo dal Carrubeus Recto si lasciava la città diretti a ponente. Ce lo mostra il Poleggi nella sua mappa del XI secolo.

Banchi sec.XI -  da Una città portuale del Medioevo di Bianchi e E.Poleggi   ed. Sagep 


Una volta al sicuro, protetta dalle "nuove" mura del Barbarossa, Piazza Banchi divenne il cuore pulsante della vecchia Genova.
Un luogo che ha vissuto le vicende commerciali della città nell'ultimo millennio.
Fino dal 1100 vi funzionava un mercato del grano ed in seguito vi "tennero banco" i cambiavalute.

Ma Piazza Banchi non è stata sempre come la vediamo ora. L'attuale sistemazione architettonica risale al secolo XVI quando la Repubblica mise mano all'usuale procedura di espropri, demolizioni e ricostruzioni ed ha consegnato ai posteri la piazza nella sua versione definitiva, politici e palazzinari presenti e futuri permettendo (speriamo bene.....).

Fino all'inizio  secolo XVI il luogo si presentava un tantino più disordinato come ci mostra la cartina che segue:

Banchi sec.XVI  da:  "Una città portuale del Medioevo"   di Bianchi ed E.Poleggi  -  ed. Sagep




Vennero demoliti numerosi edifici, altri ricostruiti allargando le due principali vie di transito sia verso il mare (via Ponte Reale) che verso monte (via Orefici). La chiesa di S. Pietro venne ricostruita, nel 1590,  in posizione elevata, sopra un loggiato con botteghe.

 Venne costruita anche una nuova loggia, per ospitare la Borsa, dando alla piazza una connotazione commerciale che durò fino ai primi anni del 1900.

Nella cartina precedente vediamo segnate in marrone le demolizioni e con il tratteggio rosso la chiesa e la loggia.

Nella piantina che segue vediamo invece la nuova sistemazione della zona:

Banchi sec.XVI  da:  "Una città portuale del Medioevo"   di Bianchi ed E.Poleggi  -  ed. Sagep





Passiamo ora a qualche illustrazione. Le prime che possiamo mostrare sono illustrazioni del 1600 o giù di lì.

 Banchi: 1600ca - dipinto di Sebastien Vrancx  -  da "Una Storia Dipinta" ed. ggallery


Banchi sec.XVIII  da:  "Una città portuale del Medioevo"   di Bianchi ed E.Poleggi  -  ed. Sagep



inc. sec XIX da "Attori e strumenti del credito in Liguria"



Una illustrazione dell'interno della loggia di Banchi:

Loggia dei mercanti -  Incis. 1885 -  da  "Attori e strumenti del credito in Liguria" 




Ma le contrattazioni avvenivano anche all'esterno della loggia.

Banchi, fine 1800  -  da  "Attori e strumenti del credito in Liguria" 



Col tempo (e la scarsa manutenzione) la chiesa divenne inagibile e venne chiusa al culto nel 1914.

S.Pietro in Banchi -  edit. non rilevato  -  sped 1913




In seguito venne bombardata nel corso della seconda guerra mondiale.




Restaurata nel dopoguerra, la chiesa  oggi si presenta così.  (vi risparmio la piazza, affollata di chioschi e di banchetti).  









mercoledì 18 febbraio 2015

Genova: il Palazzo SanGiorgio







Parliamo stavolta di un singolo edificio ma pensiamo che ne valga la pena visto che si tratta di uno dei simboli della città. Ci riferiamo infatti  al Palazzo San Giorgio.

La parte più antica dell'edificio, ovvero quella prospicente Sottoripa, fu costruita proprio sulla "ripa" ovvero  sulla riva del mare. La costruzione fu iniziata nel 1260 per ordine di Guglielmo Boccanegra e l'edificio fu adibito a sede del "Capitano del Popolo" ed in seguito ospitò anche le dogane.


 
Nel 1408 divenne sede del Banco di San Giorgio, costituito per sovraintendere alla amministrazione del debito pubblico.

Dopo il 1800 tornò ad ospitare le Dogane e venne molto trascurato. Nella prima metà del 1800 la sua parte medioevale rischiò di essere demolita per il prolungamento della "Carrettiera Carlo Alberto"

1890 ca. all'inizio dei restauri.




In questa cartolina, spedita nel 1901, la parte più antica del palazzo è vista da levante,  con i portici di Sottoripa in una scena di vita quotidiana.

Da: "Liguria in cartolina" di F.Almirante e P.De Novi - edit. Luna




In quest'altra, purtroppo non circolata, e quindi priva di una datazione precisa vediamo la facciata del palazzo che dà  su piazza Caricamento.

Singolare il tetto "merlato" (inventato nel 1900 dal D'Andrade nel corso dei restauti) e molto belle le finestre a trifore e quadrifore.

A sinistra, vicino alla garitta dei "cessi",  notiamo un calesse che vende "GHIACCIO E NEVE" .
Davanti al porticato un furgone a cavalli sta scaricando qualcosa dallo sportello posteriore,
alcuni calessi sono in attesa davanti al palazzo.

Cartolina  - ed.  B&C Zurich -   non circolata



In questa cartolina, circolata nel 1913, vediamo di nuovo il lato corto, che da su via Frate Oliverio (l'architetto che ha costruito la parte antica dell'edificio) e quindi su Sottoripa

Cartolina  - sped. 1913 - edit. non rilevato




L'edificio fu oggetto di vari ampliamenti verso il lato mare fino ad arrivare alla forma odierna nel 1570.

Nel 1904 divenne sede del Consorzio Autonomo del Porto.
Vediamo ora l'intero edificio come si presentava nel 1916 visto dal lato di piazza Caricamento.

Cartolina  -  ed.  STA - sped. 1916

 

 

Fino agli anni 20 i "fondi" del palazzo, con ingresso da piazza Raibetta, erano adibiti al mercato all'ingosso del pesce.

1914 - Aurelio Craffonara




In questa  immagine, più o meno della stessa epoca, vediamo meglio la parte più antica sulla quale erano state appoggiate delle baracche, forse piccoli uffici inerenti al traffico commerciale che si svolgeva nella antistante piazza Caricamento.


Da: "Liguria in cartolina" di F.Almirante e P.De Novi - edit. Luna



Durante la seconda guerra mondiale il palazzo venne sventrato dalle bombe e venne restaurato nel dopoguerra.

Archivio CAP

 



Quello che vediamo nella prossima immagine è il frutto dell'ultimo restauro (1987/1990) che ha riportato le decorazioni esterne all'antico splendore.
Qui il palazzo è visto da levante, inserito ormai nel contesto turistico-ricreativo del "nuovo porto antico".


Cartolina  - ed. tabaccai - sped.1992



alcune immagini degli interni (dall'Archivio del CAP) :





EdificiStorici-e-GrandiDimore-EmanuelaBrignoneCattaneo&RobertoSchezen-edit.UmbertoAllemandi&C










lunedì 9 febbraio 2015

Genova : il porto nel 1900 - espansione a ponente






Nelle "precedenti puntate" eravamo arrivati alla costruzione del  "Bacino della Lanterna", ma l'espansione del porto non si ferma qui e continua con "l'ampliamento a Ponente".
Ampliamento a ponente....  ma a ponente della Lanterna c'era la spiaggia di Sanpierdarena .....

C'era anche un cantiere navale, ma il resto erano spiagge e stabilimenti balneari con le case subito dietro. Case con vista mare, accesso alla spiaggia, aria buona ......

Qui la vediamo spuntare da dietro il colle di S.Benigno in un dipinto del 1822.

 SAMPIERDARENA Vista DA SAN BENIGNO (PART. dal  DIPINTO DI HENRY PERLE PARKER DEL 1822 - COLL. CARIGE - TRATTO  DA "ICONOGRAFIA DI GENOVA E DELLE RIVIERE" - Ed. CARIGE



Qui,  in una cartolina del 1900, ne vediamo la parte adiacente alla Lanterna, dominata dalle fortificazioni del colle di San Benigno.

In quella che segue abbiamo tutta la panoramica della spiaggia, con i cantieri navali e le case che godono dell'accesso alla spiaggia e di una bella vista sul mare.

Cartolina Ed.Vierbucher Milano - sped. 1900



Cartolina Ed. SIA - sped. 1917


..... finchè tutto questo non cambiò, inghiottito dal nuovo bacino portuale.

Questa  cartolina è stata spedita nel 1929 ma lo scatto è di qualche anno prima. Possiamo già vedere il cambiamento sullo sfondo, con una gettata di massi ed il nuovo porto in costruzione sotto la Lanterna. Ma non vediamo la centrale termoelettrica.

Ma la vita continua,  bagnanti e pescatori proseguono le proprie attività e senbrano non preoccuparsi  del nuovo che avanza. Sembrano.... ma chissà quanti mugugni.... a bassa voce però, perchè erano tempi in cui le decisioni prese "dall'alto" non ammettevano contestazioni.

Dietro la massicciata, a sinistra si vede il "pontone posapietre" ITALICO

Cartolina Ed. non rilevato - sped 1929





Ed ecco  il "pontone posapietre" INTREPIDO"  in tutta la sua maestosità.


 da LA GRANDE GENOVA - BOLLETTINO MUNICIPALE 1929



Questa invece  è la reale  situazione dell'avanzamento lavori nel 1929 come mostra la seguente foto dell'archivio comunale.

 da LA GRANDE GENOVA - BOLLETTINO MUNICIPALE 1929



L'immagine precedente ci permette di datare allo stesso periodo la cartolina dell'IGDA che segue e che ci mostra una sitazione lavori quasi analoga alla precedente..

Cartolina Ed. IGDA Novara - non circolata



Qui abbiamo quella che sembra già una banchina (dell'Idroscalo?)  e la centrale termoelettrica già costruita.  Anche qui la foto è di qualche anno precedente alla data di spedizione della cartolina.
Dietro la banchina vediamo una gru a ponte ed un pontone al lavoro per la costruzione dei nuovi pontili.

Cartolina Ed.OTC - sped 1931




Panorama della città,  che ci mostra la diga foranea ed i nuovi moli di Sanpierdarena  in costruzione.
Inoltre notiamo a sinistra un pezzetto della Stazione Marittima di Ponte dei Mille, Ponte A.Doria, Ponte  Colombo e Ponte Assereto.  La collina di S.Benigno e le caserme sono in fase di demolizione ma ancora riconoscibili.

Cartolina Ed. Sbarbo - non circolata



Lavori in corso : in primo piano l'Idroscalo con porticciolo Ignazio Inglese  in avanzata fase di completamento.
 A Ponte Etiopia e nei i ponti successivi i lavori procedono con gradualità.

da guida SAGEP n 42




Nel 1937 : vediamo il raccordo elicoidale, San Benigno,Lanterna, Idroscalo, Porticciolo Ignazio Inglese, Ponte Etiopia con Magazzini sul lato di Ponente, Ponte Eritrea con elevatori per rinfuse.

 1937 raccordo elicoidale SAGEP porto di Genova



La Pianta dell' Espansione a Ponente e lo stato dei lavori nel 1941

 da "Il Porto Frainteso" di Macciò e Migliorino - ed. Costa&Nolan




La cementificazione di questa parte del litorale verrà completata durante la guerra e proseguirà inesorabilmente nel dopoguerra.

 Nel 1954 all'Idroscalo venne inaugurata una linea aerea con idrovolanti da Southampton a Genova.
La linea era gestita dalla "Aquila Airways ltd." ma cessò il servizio nell'anno successivo.


da:  "Genova Antica e Dintorni"  edit. Mondani


 Delle altre spiagge rubate alla città dalle acciaierie di Cornigliano, dal Porto Petroli a Pegli, dall'Aereoporto e dal Terminal Container a Voltri,  parlemo in altre occasioni.









giovedì 5 febbraio 2015

Genova - Marassi e Quezzi








Marassi .... oggi ..... ha due realtà che molti dei residenti vorrebbero trasferire altrove: carcere e stadio calcistico.

Il Carcere e lo stadio del calcio,   croce e delizia ?  forse, ma  forse solo due strutture che avevano ragion d'essere lì un secolo fa ma che oggi devono fare i conti con una città che gli è cresciuta attorno, con un traffico sempre più intenso ed esigenze sempre più diverse, sempre più pressanti di una popolazione cresciuta nel numero e nelle aspettative,  e  che avrebbe bisogno di spazi più vivibili, spazi diversi.  Ma su questo argomento torneremo più avanti, ora vorremmo mostrare e commentare immagini d'un tempo lontano.

Alcuni studiosi affermano che in epoca pre-romana le zone della Foce e San Fruttuoso bassa costituivano un golfo e che Marassi era una palude dove sfociavano sia il Bisagno che il rio Fereggiano.
Per noi riesce difficile immaginare che alla confluenza dei due torrenti potessero ormeggiare le navi Fenicie e Greche che allora monopolizzavano il commercio nel Mediterraneo: il primo porto di Genova era in via Monticelli !?!
Il materiale trasportato dai due torrenti ha in seguito creato la fertile piana coltivata dai "Bisagnini". Poi, dal primo 900,  è arrivata l'espansione edilizia e tutto è nuovamente cambiato.

Le prime notizie "certe" arrivano solo da dopo l'anno 1000.... quando abbiamo notizia scritta dell'esistenza della chiesa di Santa Margherita  che vegliava sulle poche case sparse del "Borgo Superiore di Bisagno".

Chiesa di S. Margherita a Marassi da:  "La Valbisagno"    edit. Stringa

Chiesa di S. Margherita a Marassi da:  "La Valbisagno"    edit. Stringa

 


All'incirca della stessa epoca, la chiesa della Natività di Maria Santissima, situata nell'alto corso del Fereggiano, raccoglieva intorno a se le poche case del Borgo di Quezzi.

Chiesa di S. Maria a Quezzi da:  "La Valbisagno"    edit. Stringa




Borghi contadini che faticavano a contare 200 anime e campavano alla meno peggio vendendo i loro prodotti nella vicina città di Genova.  Ma erano tempi duri per tutti.....

Le prime immagini che possediamo partono dalla metà del 1800. Cercheremo di mostrarle con ordine, tenuto conto che il quartiere di Marassi si sviluppa su entrambe le sponde del Bisagno.

La parte principale del quartiere si è sviluppata intorno alla chiesa di Santa Margherita nei pressi della quale si trovava il ponte che permetteva il passaggio sulla sponda opposta. Questo ponte è passato alla storia  con il nome di "ponte rotto" in quanto, danneggiato da varie alluvioni venne definitivamente dismesso nel 1800.  Il ponte si trovava in corrispondenza dell'attuale stadio di calcio e ne resta il ricordo nel nome della stradina che corre parallela al fiume sulla sponda opposta (via Ponterotto).

"Ponte Rotto"  di  Cambiaso Domenico Pasquale, seconda
 metà 1800,   da:   "La Valbisagno"   ed. Stringa




Nell'immagine che segue vediamo entrambe le sponde del Bisagno a Marassi nel 1850.
Sulla sinistra il Ponte di S.Agata e Borgo Incrociati, mentre sulla destra vediamo il Ponte Rotto.

 F.Schmid-E.Ciceri  1850 ca - ed.Lemercier Paris - da:  "Paesaggio e Immagine di Genova" di Ennio Poleggi edit.  Sagep




Nel corso del 1800 fu costruito un nuovo ponte, più a valle in corrispondenza ed in concomitanza della copertura della parte inferiore del rio Fereggiano.  Il nuovo ponte,  cambiò più volte di nome nel corso del tempo ed oggi lo conosciamo come  ponte G.Serra.

da: "Genova e paesi circostanti vol 1"  -  ed. Mondani



Marassi nel 1911 era ancora  "campagna"con numerose ville, molte delle quali ora scomparse.

da:  Genova e paesi circostanti vol 1"   ed. Mondani




Palazzo Monticelli, circondato ancora da  un briciolo di verde.

  pal. Monticelli rpf




Una panoramica più ampia ci viene offerta dalla cartolina di Stefano Finauri che ci ha anche descritto i vari edifici che compaiono nell'immagine:
""Marassi, 1904. Credo di aver identificato almeno sette ville ...
A: Villa Piantelli.
B: Villa ?. Demolita. Era in fondo alle odierne via Marassi, angolo via Bertuccioni. (dietro si vede la chiesa di S.Margherita di Marassi)
C: Villa? Demolita. Era collocata in salita Franzonina, al posto del palazzo civici 3 e 6. Credo fosse l'antica sede del Comune di Marassi.
D: Villa?, attuale sede della Polizia Municipale in via Marassi.
E: Villa? Demolita. Posta grossomodo presso l'attuale incrocio fra via Casata Centuriona e corso De Stefanis.
F: Attuale sede dell'Istututo San Francesco da Paola, in via Marassi.
G: Villa ?. Demolita. Questa villa, dovrebbe trovarsi lungo l'attuale via Tortosa, credo nei pressi dell'incrocio con corso De Stefanis.
Villa Monticelli è la sede delle Brignoline in Viale Bracelli... E' la costruzione gigantesca al centro della foto. Ancora oggi conserva bellissimi dipinti fiamminghi.

Nell'immagine, manca la villa attuale sede delle Maria Ausiliatrice, in quanto fuori campo.""
A Destra della villa G scorre il Fereggiano, mentre il Bisagno è in basso, parallelo al bordo inferiore della foto ma anch'esso fuori campo.

cartolina di Stefano Finauri






Ma ben presto iniziarono a costruire "casermoni" residenziali. Qui vediamo le prime case costruite tra via del Piano e via Monticelli:  siamo solo nel 1911.
La villa al centro, adiacente a via Monticelli, (che vediamo dietro l'angolo destro del  caseggiato al centro in primo piano), villa Cataldi,  è oggi parte integrante del complesso scolastico di Maria Ausiliatrice.

da: "Genova Antica e Dintorni" -  edit. Mondani



ed ora nel 1913

da:  "Genova e paesi circostanti vol 1"   ed. Mondani



L'edificazione della sponda orientale del Bisagno procede: qui , se non sbagliamo, siamo in via Rino Mandoli.

cartolina  - ed.  Bianco&Pancaldi -   sped 1911





Tempi con poco traffico e lampioni a gas come ci spiega il Mondani commentando questa foto del Mercato in via E. Toti .

da: Genova Antica e Dintorni -  edit. Mondani



Sulla sponda opposta vediamo via Bobbio all'inizio di via Montaldo col deposito dei tram.
A mezza costa è ancora ben visibile l'acquedotto.






Lo stesso punto con una inquadratura un pò più ravvicinata e con l'aggiunta di due tram.

 v.Bobbio-Montaldo da:   "La Valbisagno dal 900 ad oggi"   di Luciano Rosselli    ed. Nuova Editrice Genovese





Sempre in via Bobbio il Mondani ci commenta la sua foto con la scuola G. Da Passano.

da: Genova Antica e Dintorni -  edit. Mondani




Torniamo in via del Piano, nel 1920. Il greto del torrente si riempie di baracche "abusive" che ospitano piccole attività artigianali.

da:  "Genova Antica e Dintorni"  -  ed. Mondani



Allarghiamo la visuale ad entrambe le sponde per questa foto del 1927 che ci da una vista fino a Staglieno.

 da:   "La Valbisagno dal 900 ad oggi"  di Luciano Rosselli   ed. Nuova Editrice Genovese







Ed ora un pò di salita (meno male che c'è il tram) in un tratto di via Fereggiano  nel 1922.
In alto, il forte dei Ratti domina la valle.

da: "Genova e paesi circostanti vol 1"  ed. Mondani




 Un pò più in su  troviamo Quezzi con via Egoli

da:  GENOVA SCOMPARSA  -  ed. MONDANI




Infatti, se passiamo sull'altro lato: sorpresa; via Bobbio e via Burlando ci mostrano già un bel pò di costruzioni.  La cartolina è stata spedita nel 1929, ma è stata stampata alla rovescia.

cartolina  - edit.  SCAF -  sped. 1929
Questa è la visione corretta:
 



Torniamo sulla sponda orientale , negli anni 30 per rivedere il ponte G. Serra, lo sbocco del rio Fereggiano, e via del Piano ben arginata e fittamente edificata (anche il palazzo d'angolo con via Monticelli)
da: GENOVA SCOMPARSA - edit. MONDANI




Ed ora una veduta generale più "moderna" con la penultima versione dello stadio di calcio.
Chi ha pubblicato la cartolina non doveva essere genovese, in quanto ha "ciccato" il nome dello stadio e parla di una "città giardino" nei fatti  mai realizzata. 

Marassi da:  "La Valbisagno dal 900 ad oggi"   di Luciano Rosselli -   ed. Nuova Editrice Genovese




Parlando di Marassi non possiamo dimenticare il treno, che portava il carbone alle officine del gas delle Gavette, La rumenta da e per la Volpara, e la carne ai macelli di Montesignano.
Il treno attraversava lentamente il quartiere, affumicandolo con la sua locomotiva.
Qui, tratteggiata in nero, la prima parte del percorso. 

da:  "L'Epopea del Gas"  -  Erga - ed. x AMGA


Ed ecco la "famigerata vaporiera"

da:  "L'Epopea del Gas"  -  Erga - ed. x AMGA




Chiudiamo con una foto "recente" : anni 60, ponte Campanella e piazzale Parenzo.

Marassi da:  "La Valbisagno dal 900 ad oggi"   di Luciano Rosselli -   ed. Nuova Editrice Genovese