La "telfer" era una monorotaia costruita appositamente per la Esposizione Internazionale di Marina-Igiene-Colonie-Mostra Italo-Americana del 1914. Per l'epoca una vera novità, simbolo del progresso della tecnica di una nazione "recente" che rivendicava il suo posto nel "mondo che contava".
Ne abbiamo già parlato di sfuggita in vari post ( http://ceraunavoltagenova.blogspot.it/2013/05/expo-1914-marina-igiene-e-colonie-nella_7.html - http://ceraunavoltagenova.blogspot.it/2013/06/circonvallazione-mare-quando-cerano-i.html ).
Ma non le abbiamo mai dato un post tutto suo, ed ora intendiamo colmare la lacuna.
L'idea di fare la Telfer era venuta in quanto, per l'occasione, sarebbero arrivate in porto numerose navi da guerra straniere che trasportavano le delegazioni ufficiali delle nazioni invitate all'evento (era più agevole viaggiare per mare... ma, sopratutto, arrivare con il "meglio" della propria marina militare faceva "molta scena" ).
Persino la Famiglia Reale italiana arrivò via mare, preceduta e scortata dalle più moderne unità militari disponibili.
Tutte navi che rimanevano ormeggiate alla diga foranea e mandavano la loro gente a terra, appunto al Molo Giano, per mezzo delle proprie scialuppe o di imbarcazioni predisposte dagli organizzatori della fiera. Quindi un "trenino" che facesse la spola tra l'imbarcadero e la Fiera era un vero "tocco di classe" (faceva "tanto sciato").
Inoltre, nessuno dei "normali" visitatori della fiera si sarebbe perso un giro andata e ritorno sul "trenino panoramico" per andare al Molo Giano a vedere da vicino la gran flotta e prendersi un caffè al nuovo caffè-ristorante costruito per l'occasione sul Molo Giano, proprio accanto al terminale della Telfer. Questo edificio ospitava anche il padiglione fieristico del Consorzio Autonomo del Porto che aveva finanziato la sua costruzione e quella della Telfer.
Dalla stazione della Telfer al Molo Giano, per tutta la durata della fiera, partivano anche i battelli per fare il giro turistico del porto.
Qui la mappa con il precorso del trenino.
La Telfer costituita da un convoglio di vagoncini a trazione elettrica che faceva avanti e indietro dal Molo Giano alla fiera alla velocità di 20 KM orari.
Il convoglio viaggiava su una monorotaia montata su piloni e campate in parte fatte di cemento armato, in parte costituite da travature metalliche ed in parte da travature di legno. Era stata costruita e collaudata in soli dieci mesi di intenso lavoro.
costruzione monorotaia lungo Bisagno in Piazza di Francia |
Stazione della Telfer all'expo sotto le Mura delle Cappuccine (Piazza di Francia) |
Dettaglio della stazione di Piazza di Francia |
In corso Aurelio Saffi (stampa omaggio del Secolo XIX) |
Sotto il curvone di di corso A. Saffi - Foto AMT - Alessandro Lombardo |
Bagni Strega |
Telfer sopra i Bagni della Cava - Il tunnel sotto la Batteria Stella |
Ultima curva prima del Molo Giano |
Molo Giano Levante |
Ed ecco la stazione Telfer di Molo Giano con il padiglione del C.A.P. , il ristorante, ed una imbarcazione in banchina in attesa dei passeggeri per la gita nel porto.
La monorotaia era stata costruita in fretta, per non durare molto.
Aveva "i piedi" esposti alle mareggiate, alla corrosione del salino. I costi di manutenzione erano proibitivi.
Aveva fatto la sua "bella figura", ma "finita la festa" non trovava un "impiego remunerativo"
Passeggeri che andassero al molo Giano (zona di cantieri e bacini) ce n'erano pochi. Non arrivava alla stazione Brignole, e per salirci bisognava fare le scale. Morale: la gente prendeva il tram che ti portava da Brignole a Caricamento e la Telfer viaggiava vuota a costi altissimi.
Avevano provato anche a trasportarci il carbone. Ma alla stazione del molo Giano il carbone bisognava portarcelo a mano e scaricarlo a mano in piazza di Francia... per portalo dove? Alla Foce non c'erano più industrie né cantieri navali.
Arrivata la guerra, pensarono bene di smontare tutto ciò che poteva servire all'industria bellica e lasciare il resto alla furia del mare.
Quando non altrimenti indicato, le foto si intendono tratte dal libro :