Santa Brigida è qui sopra raffigurata nel suo tipico "clichè" : riceve una visione e prende nota.
Cosi la possiamo immaginare quando, nel corso di uno dei tanti suoi viaggi, si fermò a Genova, "di passaggio". Ma di certo non doveva avere uno scrittoio quando, nel corso di una passeggiata sulle alture del Peralto (Righi) ebbe la visione dei ruderi di una Genova distrutta... Da cui la sua profezia del viandante che...
Chissà, magari nel convento di San Gerolamo di Quarto aveva dormito male e.. mangiato peggio.. e la visione le è venuta di conseguenza... Del resto anche "il sommo poeta" ci ha messi tutti all'inferno per aver avuto il "braccino corto"...
Lasciamo stare le profezie ed il "braccino dei genovesi", e torniamo alla Genova di fine 1300, (per fortuna non ancora in rovine) dove l'ordine "del Santissimo Salvatore di Santa Brigida" , venuto in possesso di un ampio appezzamento di terreno sulla collina di Pietraminuta, (più o meno da via Balbi a Corso Dogali) decise di costruirvi un insolito monastero di clausura, con una sezione femminile ed una maschile e la chiesa in comune.
Nacque così il Monastero di Santa Brigida, un insieme di costruzioni piuttosto "rebigato" nato dalla necessità di garantire due clausure separate con tutti i relativi servizi, in un unico complesso e con una chiesa in comune. Ne parla qui il Poleggi in "Una città portuale del Medioevo - Genova nei secoli X-XVI di L.G.Bianchi e E.Poleggi ed. Sagep."
Qui di seguito una delle rare immagini del complesso conventuale che ci sono pervenute. Parte del dipinto del De Grassi del 1597 C. rappresentante il ritorno nel 1482 a Genova da Otranto della flotta organizzata da SistoIV e comandata da Paolo Fregoso.
Dobbiamo annotare che questo regime di "clausura mista", diede adito a non poche dicerie e sospetti, e terminò nel 1606, con la cacciata dei frati, (per sospetto di cattiva condotta?). Le suore allora si disfarono della parte inferiore del terreno, dove i Balbi costruirono la loro strada. Qui un rilievo della strada Balbi sul terreno del convento
Una immagine precedente al 1602 col progetto di Via Balbi (tratteggiato) sovrapposto alla vecchia strada che portava in collina. Via Balbi invece piega a sinistra verso la Porta di San Tommaso.
Una mappa del 1650 ca. con i confini di tutti i monasteri della zona. Possiamo vedere che, ai bordi della appena costruita via Balbi, c'era una netta prevalenza di Monasteri.
Poi, a fine del 1700, il governo della "Repubblica Democratica" cacciò anche le suore di S.Brigida, svendendo gli immobili, che subirono ulteriori "rebighi".
E siamo giunti ai "rebighi", che hanno dato origine a questo piccolo "studio". Infatti, sul gruppo FB omonimo si era fatta "confusione" fra la "piazza S.Brigida" e la "piazza dei Trogoli di S. Brigida, perchè tutti conoscevamo la "famosa" e plurifotografata piazza dei "trogoli" che di nome esattamente fa "piazza dei trogoli di Santa Brigida. Quasi nessuno invece sapeva che sull'altro lato di via Balbi esiste la "piazza di Santa Brigida" (senza trogoli), un "luogo privato", tra due palazzi, con un accesso "segreto". Si trova anche sulle mappe moderne, ma a noi piacciono le cose vecchie, quindi ve la mostriamo prima sulla mappa Pagano del 1937, di prima della "guerra", che tante cose ha cambiato. La trovate in cima di via Balbi, dietro al palazzo dell'attuale Bar Cavo, e vi si accede da un portone anonimo ed un passaggio voltato del pomposo nome di "Archivolto di S. Brigida".
Quindi, lo scomparso Convento di S. Brigida ci ha lasciato in eredità 2 piazze e 2 archivolti (gli archivolti hanno lo stesso identico nome):
Ancora: abbiamo una salita di S. Brigida con porta e statua (ultimo resto del convento).
Buon peso, abbiamo anche un "vico di S. Brigida" di cui però non siamo riusciti a trovare l'immagine (nemmeno su google) ma che è certificto da diversi stradari, incluso il "Dizionario Delle Strade Di Genova-2aEdiz.-Tomaso Pastorino+Bianca Maria Vigliero-1973-Tolozzi edit." e sullo stradario delle "pagine gialle".
Riepilogando: in circa 100 metri, S.Brigida compare ben sette volte, una vera inflazione, che comunque ci ha dato motivo di fare un bel ripassino sulla toponomastica della nostra bella Genova.