2021 Villa Migone e dintorni - Google map |
La villa è nota in quanto vi si firmò una "resa" molto peculiare, forse l'unica del suo genere, di cui avremo modo di parlare nel corso di questo racconto.
Foto di Roberto Crisci 2020 |
Ma vorremmo procedere con ordine cronologico raccontando quel (poco) che sappiamo della storia di questo edificio. Faremo il solito "riassuntino", ispirandoci a quanto pubblicato nel sito ufficiale della villa a cui vi rimandiamo per gli opportuni approfondimenti: http://www.villamigonegenova.it/storia/ , dal quale riportiamo "quasi" integralmente questo paragrafo:
"""L’edificio originario consisteva in una grande casa-torre quadrata, realizzata molto probabilmente tra XIII e XIV secolo, a cui era stata addossata, nel secolo successivo, una loggia con archi e colonna ottagonale, ancora oggi visibile sul lato sud-est.
Successivamente, tra XVI e XVII secolo, l’edificio fu ingrandito fino ad arrivare alle attuali dimensioni planimetriche, mentre l’altezza era limitata a due piani fuori terra. Sull’angolo a sud, al primo piano, si apriva un ampio loggiato con affacci su due facciate (sud-est e sud-ovest). Poco si conosce relativamente all’assetto proprietario originale, ma è certo che nei primi anni quaranta del 1600 la villa apparteneva a Maria del Carretto, vedova di Torquato II Malaspina marchese di Suvero, e a sua madre Lelia. """"
Nel 1769 Antonio Giolfi ci mostrava le Ville Ayroli+Migone già unite, cosa che farebbe supporre che in precedenza fossero appartenute ad un unico proprietario. Purtroppo non sappiamo rispondere alla domanda. La villa Ayroli in seguito è passata di proprietà delle suore Gianelline che hanno costruito monastero e scuola sui terreni annessi.
Antonio Giolfi, Inc. su carta 1769 - Museo Galata - Particolare VilleAyroli+Migone |
A seguito di numrosi successivi passaggi di proprietà la villa fu acquistata da Agostino Migone detto “il Banchiere” nel 1792. I Migone fecero apportare alcune sostanziali modifiche su progetto dell’architetto Gaetano Cantone: fu aperto il grande scalone che dall’atrio del piano terra porta al terrazzo, fece chiudere la loggia sul lato sud e fece sopraelevare di un piano l’intero edificio.
1928 Atrio inferiore e scalone che porta al piano nobile (foto dal sito Villa Migone) |
A questo punto cominciamo ad avere riscontri più precisi sul Catasto Napoleonico:
Mappa di Davide Canazza |
Nel 1866 fu aggiunto un ulteriore piano e fu realizzata la facciata in stile neoclassico, portando la Villa all’attuale aspetto esterno.
foto di Roberto Crisci 2020 |
Poi, nei primi anni del 1900, arrivarono le prime foto e le prime cartoline
foto dal sito Villa Migone |
foto dal sito Villa Migone |
La villa era dotata di portineria e di un accesso carrabile separato che, mediante una strada in lieve pendenza, da via San Fruttuoso attraversava il parco e conduceva all'ingresso inferiore della villa.
Qui vediamo la strada "marcata in rosso". Inoltre sono evidenziate portineria e scuderie.
Il tinta "lilla" sono evidenziati i due edifici che sono stati costruiti nel parco negli anni 60 cancellando la strada (segnata in rosso).
Mappa elaborata da Davide Canazza situazione prima del 1960 |
Come curiosità segnaliamo che nel giardino della villa c'erano un campo da tennis ed una peschiera di cui riportiomo la posizione approssimativa riportandole sulla mappa precedente.
Dopo la costruzione del palazzo che ospita l'ufficio postale, la strada venne modificata come risulta dalla mappa che segue:
Mappa elaborata da Davide Canazza situazione prima del 1965 |
Dopo il 1965, con la costruzione del nuovo palazzo tra la villa e quello della posta, la vecchia strada venne eliminata e sostituita da un percorso carrabile, diritto, in salita, accanto al confine della villa Imperiale. La portineria venne definitivamente eliminata e sotituita da un cancello ed un piccolo posteggio. In questa foto si vede il segno lasciato dalla portineria Migone sulla facciata della contigua ex portineria della villa Imperiale.
Foto Davide Canazza 2021 |
Bene o male, all'inizio degli anni 70 siamo arrivati alla situazione che vedete nella prima foto del post.
Da tutto lo sfacelo del giardino e della strada sono state risparmiate le scuderie che vi mostriamo in una recentissima foto.
foto Davide Canazza |
Facciamo una parentesi e ritorniamo al 1949 per assistere ad una insolita processione dove la statua della Madonna della Guardia si reca in processione alla tipografia A.Porcile & Figli che si trovava nei locali al piano terra della "portineria" della villa Migone. Non chiedeteci perchè la Madonna si prendesse tale disturbo... con tutte le disgrazie che succedono, non ci sembra il caso di disturbarla per una semplice curiosità. Comunque la visita è debitamente documentata ed ha mobilitato gli abitanti della zona. Qui vediamo la processione in via San Fruttuoso, spalle a "Genova" e vediamo gli alberi che stanno davanti alla ex portineria della villa Imperiale. A sinistra la portineria di Villa Migone "parata a festa". Nella prossima immagine un ingrandimento delle persone affacciate alle finestre.
per gentile concessione della famiglia Campi-Geretto |
Ed ecco l'ingrandimento che ci mostra La anziana signora Migone in preghiera, attorniata da tutte le donne delle famiglia Campi (gli uomini Campi sono tutti sotto le stanghe a reggere la Madonna)
per gentile concessione della famiglia Campi-Geretto |
Appena qualche metro più avanti vediamo il portone della portineria ed una finestra della tipografia decorati per l'occasione.
per gentile concessione della famiglia Campi-Geretto |
Chiusa la parentesi "processione" torniamo ancora indietro nel tempo al motivo che ha reso questa villa un luogo importante per i genovesi.
Nel marzo del 1945, poiché il palazzo vescovile di stradone S. Agostino
(attuale sede della Facoltà di Architettura) era stato gravemente
danneggiato dai bombardamenti anglo-americani, l’Arcivescovo Cardinale Boetto fu ospitato a Villa Migone, in quanto amico di famiglia. Gli era stato riservato il piano nobile , al quale poteva accedere dal contiguo giardino della villa Imperiale in quanto il suo cuore malato gli impediva di salire le scale.
1928 atrio del piano nobile - foto dal sito Villa Migone |
foto dal sito Villa Migone - terrazza con accesso al piano nobile |
Gli americani avanzavano da sud senza eccessiva fretta ed i tedeschi erano imbottigliati a Genova dai partigiani che controllavano i passi appenninici. Una ritirata attravero i monti per i tedeschi sarebbe stata un bagno di sangue. Daltronde i tedeschi controllavano le artiglierie di Monte Moro ed avevano minato porto ed impianti industriali. A tutti conveniva trovare una via d'uscita che evitasse ulteriori morti ed inutili danni. Il Cardinale si offerse di garantire pacifici negoziati e Tedeschi e Partigiani si incontrarono a Villa Migone per negoziare la resa.
La "sala della resa" teatro della negoziazione della resa - foto dal sito Villa Migone |
Un generale che si arrende ad un operaio, un "civile combattente" che fino al giorno prima definiva "bandito", non è cosa di tutti i giorni. E' un evento che permise ai genovesi di accogliere gli "americani" da città libera e vittoriosa, con una amministrazione già funzionante.
Tavolo al quale avvenne la negoziazione della resa - foto dal sito Villa Migone |
La villa conserva le memorie di questo evento:
Copia bilingue dell'atto di resa - foto dal sito Villa Migone |
copia del documento originale in italiano con le firme dei sottoscrittori |
Le minute dell'accordo. Le numerose correzioni testimoniano le mumerose ore di discussione - foto dal sito Villa Migone |
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