Questo post nasce da una lunga discussione sul gruppo omonimo di FB e proverà a raccontare quel che sappiamo di questa "costruzione e distruzione" sintetizzando gli interventi di quella discussione che giudichiamo più significativi.
Riporteremo inoltre, se del caso, interi brani, come questo di Stefano Finauri:
""" Il documento più antico che testimonia un’attività monastica già avviata, risale al 1109; quest’atto riferisce la piena attività del convento, specifica che è femminile e di clausura.
Il monastero ha origine nell’XI secolo, come fondazione benedettina. La chiesa con annesso monastero, comprendente anche giardini ed orti, occupava un’area abbastanza estesa che andava dall’attuale porta Soprana fino al Palazzo della Borsa.
Anche questo convento fu abbandonato in seguito alla soppressione dei conventi cittadini. Solo la chiesa manterrà ancora la funzione di parrocchiale fino al 1810, quando il governo francese decise di riunire in Sant’Andrea tutti gli istituti carcerari della città.
Per questo motivo, la chiesa subirà radicali trasformazioni mentre il convento fu riadattato per ospitare, sui tre piani, le carceri. (S. Finauri, articolo su La Liguria n 15, marzo 2004) """
In questa piantina del Poleggi del XI sec. vediamo la città poco dopo la fondazione del monastero di S.Andrea. Il monastero si trovava proprio fuori della cerchia delle mura di quel periodo (seconda cerchia) come del resto anche la Torre Friolante (o Friorente) che verrà poi incorporata nel corso dell'espansione del complesso monastico.
Sec XI da Una città portuale del Medioevo di Bianchi e E.Poleggi ed. Sagep |
Come noto la terza cerchia di mura (del "Barbarossa" ) venne eretta tra il 1155 ed il 1159.
Questa cinta incorporava il monastero di S.Andrea costeggiando il limite orientale della chiesa.
La mappa del Poleggi si riferisce al XIII secolo ma riporta l'area del monastero pressochè invariata mentre nel frattempo vediamo che la zona retrostante si sta popolando, come pure il borgo di Ponticello, ancora fuori delle mura.
Sec XIII da Una città portuale del Medioevo di Bianchi e E.Poleggi ed. Sagep |
Sempre dal Poleggi abbiamo ricavato queste tre piantine che ci danno la posizione ed il popolamento della zona in tre epoche consecutive XII - XIII - XIV secolo
Nel corso dei secoli il convento si è espanso oltre la cinta delle mura del Barbarossa, come indicato dalle mappe che seguono e pertanto la cinta è stata demolita già in epoca cinquecentesca per tutto il tratto tratteggiato relativo al Convento, che ha finito per incorporare anche la torre Friorente.
Riportiamo il brano integrale che lo racconta da "Medioevo Demolito", Raccolta di Saggi di vari autori curata da Colette Dufour Bozzo-Mario Mercenaro - Pirella Editore.
I brani e le foto che abbiamo tratto da questo libro ed andiamo pubblicare fanno parte del primo capitolo a titolo "Sant'Andrea della Porta" e sono opera di ANNA MARIA DAGNINO alla quale vanno i nostri ringraziamenti per le preziose notizie che sono state fondamentali per la nostra comprensione dell'argomento.
(Rif: ASCG Magistrato dei Padri del Comune, atti, 1512-17, filza n.20, doc.n. 10, anche per le frasi citate).
I brani e le foto che abbiamo tratto da questo libro ed andiamo pubblicare fanno parte del primo capitolo a titolo "Sant'Andrea della Porta" e sono opera di ANNA MARIA DAGNINO alla quale vanno i nostri ringraziamenti per le preziose notizie che sono state fondamentali per la nostra comprensione dell'argomento.
(Rif: ASCG Magistrato dei Padri del Comune, atti, 1512-17, filza n.20, doc.n. 10, anche per le frasi citate).
Medioevo Demolito- Saggio di Anna Maria Dagnino - Pirella Editore
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Anche il Poleggi riporta , nelle sua piantine questo situazione facendoci vedere come il monastero, espandendosi, ha incorporato le mura che lo fiancheggiavano.
da Una città portuale del Medioevo di Bianchi e E.Poleggi ed. Sagep |
Ed ecco la piantina che mostra la dimensione finale del monastero, ma ormai siamo andati tanto avanti nel termpo che dobbiamo chiamarlo "carcere di S. Andrea"
S.Andrea - Archivio di Stato - Marco Cazzulo |
E questa è parte della mappa del Poleggi che mostra il monastero di S. Andrea all'epoca della sua confisca nel 1798. (cerchiato in rosso)
da Una città portuale del Medioevo di Bianchi e E.Poleggi ed. Sagep |
Un'altra piantina che ci mostra il carcere nel 1800.
Da "Medioevo Demolito", Saggio di Anna Maria Dagnino - Pirella Editore |
La salita al carcere di S. Andrea partiva dalla porta soprana e raggiungeva l'entrata del carcere.
Da "Medioevo Demolito", Saggio di Anna Maria dagnino- Pirella Editore |
L'entrata del Carcere vista dal cortile interno nel 1880
carcere di S.Andrea 1880 Archivio fotografico del servizio Beni Culturali del Comune da Fotografi Liguri dell'ottocento - ed. G.Mondani |
Nel 1904, dopo un iter burocratico molto travagliato, e nonostante l'opposizione del D'Andrade, venne decisa la demolizione del Carcere e lo sterro della collinetta, concluso nel 1907. Al suo posto si deliberò la costruzione del Palazzo della Borsa e di quello delle Poste (1909). Dalla parte opposta si costruivano gli edifici della Banca D'Italia e del Credito Italiano (1914). Nel mezzo, nasceva il primo tratto di via Dante.
In questa mappa, in mostra al museo di S.Agostino, vediamo la sovrapposizione delle strade e delle costruzioni: il vecchio ed il nuovo. Il tutto magistralmente commentato dalle didascalie di Elio Berneri. L'unico punto controverso sono le "mura del Barbarossa, qui riportate esternamente al monastero/carcere, mentre come abbiamo visto più sopra, sono state smantellate ed incorporate nel 1500 per l'espansione del monastero.
piantina fotografata al Museo S.Agostino con note di Elio Berneri |
Nell'imminenza delle demolizioni, tra il 1903 ed il 1905, vennero fatti rilievi, foto e studi di quanto rimaneva. Gli affreschi ancora esistenti vennero staccati e trasferiti nella chiesa di Oregina (dove furono distrutti nel corso della WW2).
Da "Medioevo Demolito", Saggio di Anna Maria Dagnino - Pirella Editore |
Da "Medioevo Demolito", Saggio di Anna Maria Dagnino - Pirella Editore |
Da "Medioevo Demolito", Saggio di Anna Maria Dagnino - Pirella Editore |
Da "Medioevo Demolito", Saggio di Anna Maria Dagnino - Pirella Editore |
Il chiostro medioevale venne ripulito dagli intonaci e le singole pietre numerate in vista della sua ricostruzione. Ricostruzione che però, dopo lunghe ed accanite discussioni, venne rimandata sine die ed il materiale accatastato nella ormai sconsacrata chiesa di S.Agostino in attesa di tempi migliori.
Qui vediamo la foto del chiostro con le pietre numerate
Da "Medioevo Demolito", Saggio di Anna maria Dagnino - Pirella Editore |
Ed ora qualche foto dei lavori di smaltellamento.
Cominciamo con la vista del carcere ancora integro, prima del 1904, mentre si stanno demolendo le case circostanti, affacciate su via Giulia
Sulla sinistra spunta il palazzo dell'Accademia
Vediamo spuntare una torre cilindrica che ha preso il posto della "torre Friolente" già menzionata in precedenza. Questa era una torre di origine medioevale in seguito incorporata nella costruzione delle mura del Barbarossa. Nel XVI secolo la torre era stata incorporata nella "fabbrica" del convento, insieme alle mura stesse. Al momento della incorporazione nel convento, la torre era in cattivo stato ed era stata parzialmente ricostruita dalle suore.
Purtroppo la torre non venne tenuta in nessuna considerazione e "rottamata" insieme alle altre costruzioni, nonostante l'antichità delle sue fondazioni.
Angolo Accademia e demolizione s.Andea da "Album fotografico di Genova antica" edito da Mondani |
Per quanto riguarda la torre, riportiamo quanto scritto nel libro "Medioevo Demolito" che si è dimostrato fondamentale in questa nostra (pur dilettantesca) "ricerca".
In sostanza le torri ritrovate sono due. Oltre alla Torre Seicentesca del Monastero (ex Friolente), ancora in piedi, vennero trovati i resti di una seconda torre, forse più antica, per la quale vi rimandiamo alla lettura del testo del libro come segue.
Da "Medioevo Demolito", testo di Anna maria Dagnino - Pirella Editore |
Torre "X" - Foto Noack 1904 |
Torre "X" - Disegni del D'Andrade 1905 |
Nel corso dei lavori di demolizione e di sterro vennero trovati altri reperti fra cui parti delle mura e dell'acquedotto, nonchè fondazioni di una chiesa di epoca precedente. I reperti considerati degni di conservazione furono ricoverati presso il S.Agostino, nei cui magazzini dovrebbero essere tutt'ora reperibili. Il resto finì in qualche anonimo "riempimento" , forse delle banchine del porto.
In questa foto vediamo il carcere (ancora prima del 1904) dopo la demolizione delle case di via Giulia che gli facevano da contorno.
Quello a sinistra, con i ponteggi, è il primo palazzo di via XX Settembre (sulla sinistra a scendere).
In fondo vediamo spuntare il Ponte Monumentale mentre i palazzi sulla destra di via XX sono ancora da costruire.
demolizione s.Andea da "Album fotografico di Genova antica" edito da Mondani |
In questa foto invece siamo dopo al 1905, (ma prima del 1907) con il carcere in demolizione ed i palazzi di via XX che "avanzano" verso la piazza De Ferrari.
Cartolina edita da Circolari Ge |
In pratica solo il "chiostro" venne salvato "quasi" per intero. Conservato nella chiesa di S.Agostino per un paio di decenni, venne finalmente "ripescato" negli anni 20 e ricostruito accanto alla "Casa di Colombo", con la quale ancor oggi molti turisti lo confondono e lo fotografano.
Qui vediamo il cantiere preparatorio in questa cartolina circolata nel 1925.
Cartolina edita da B&C Zurich , viaggiata nel 1925 |
Qui invece vediamo il chiostro già ricostruito nella posizione attuale.
Da: "Viaggio nei Caruggi" di Riccardo Navone - ed. Fratelli Frilli |
Si concludeva così un episodio della tormentata vicenda che ha portato alla costruzione delle odierne piazza De Ferrari e Via XX Settembre di cui abbiamo parlato anche in altri post.
Gianfranco non hai inserito lo avvicendamento degli ordini di s. Andrea e dei conventi adiacenti
RispondiEliminaGianfranco non hai inserito lo avvicendamento degli ordini di s. Andrea e dei conventi adiacenti
RispondiEliminaInfatti, Franco, non era mia intenzione raccontare questa parte delle storia perchè non la conosco. Mi sono limitato alla storia dell'edificio. Lo fatto sempre... a me interessano le vecchie pietre, a prescindere da chi , nel corso dei secoli, le ha calpestate. So bene che l'edificio è lo specchio di chi lo ha costruito e si dovrebbe senpre mettere in relazione con chi lo ha costruito, modificato e "vissuto". Ma allora non basterebbe un libro intero. e sa uno è interessato all'argomento quel libro intero lo trova già scritto da qualcun altro Io invece regalo pillole di micro-informazione, poche righe di informazioni essenziali e qualche figura significativa per meglio spiegare l'argomento. Non scrivo libri ma solo brevi post, piccole pillole, facili da mandar giù :-)
EliminaLo fatto sempre...ma il tuo maestro aveva la matita rossa ?. L'ho fatto ....a parte gli scherzi...BRAVISSIMO E BEN DOCUMENTATO, grazie
RispondiEliminaCaro Sergio, grazie della correzione. Ce ne fossero di lettori attenti come te... invece la maggior parte si limita a guardare le figure... :-)
Eliminafantastico,competente e esauriente...Grazie di cuore
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