Questa storia delle gru a Genova comincia quando le gru non c'erano ancora. Un controsenso? ebbene si un controsenso bello grosso, tanto per incominciare.
Fino alla seconda metà del 1800 quasi tutta la merce imbarcata e sbarcata veniva movimentata a mano da "camalli" e "caravana"
caravana da "Una Storia Dipinta" di Flavio Costantini ed. ggallery |
Si mettevano delle passerelle dalla nave alla banchina ed i camalli si caricavano sacchi, casse e coffe dalla nave ai carri e vagoni. O viceversa. Lavoro duro, faticoso, ma era comunque lavoro per molte persone, e "pane" per molte famiglie.
Foto pubblicata su FB da Corallo Giorgio |
Foto pubblicata su FB da Guido Bruzzone |
Non che le gru non ci fossero, esistevano gru ed argani fin da prima dei "Romani", ma venivano impiegati (quasi tali e quali a quelli dei Romani) per sollevare "colli" pesanti, che uno o due facchini non riuscivano a trasportare. Argani manuali (come sulle navi a vela) ed argani "a Ruota" (come nella immagine che segue) , fissi in banchina, o più spesso montati su "pontoni galleggianti" erano sempre a disposizione nel porto. Ma erano aggeggi lenti e difficili da maneggiare e non venivano certo impiegati per fare il lavoro che una squadra di camalli poteva fare altettanto bene, più in fretta, e forse anche a costi minori.
Alberto Maria di Salle 1845 E,W.Cooke CG.Lewis- Pubblicato sub FB da Alberto Maria di Salle |
Ma, col passare del tempo, le organizzazioni dei portuali riuscivano a spuntare salari sempre migliori e, con l'avvento della industrializzazione, la tipologia delle merci manipolate cambiava e si dovevano maneggiare merci sempre più pesanti, come i grossi macchinari che l'industria produceva in numero sempre maggiore. Ma l'industria ora metteva questi macchinari anche a disposizione del lavoro portuale, la forza del vapore poteva muovere le merci più velocemente e più economicamente delle spalle dei camalli. Nella foto qui sotto una gru a manovella del 1850ca, di portata limitata, che verrà sostituita dalle gru idrauliche
1886 - calata Rotonda - stazione merci di Caricamento |
Già il treno aveva dimostrato quello che la forza meccanica poteva fare nel campo dei trasporti, ora bisognava applicare la forza meccanica nel sollevamento dei pesi. Vennero così proggettate le gru a vapore, montate sui grossi pontoni di sollevamento. Ma non era pratico costruire una macchina a vapore per ogni gru di banchina. Le avrebbe rese troppo pesnti ed ingombranti, richedendo numerosa manodopera specializzata per la gestione delle caldaie e dei macchinari.
Così si proggettò un sistema di gru idrauliche, mosse dalla pressione di un liquido (acqua saponata) che una sola stazione di pompaggio a vapore poteva tenere in pressione, aiutata da un certo numero di serbatoi di "compensazione" montati su torrette e situati nei punti idonei del porto.
La mappa che segue riassume lo schema delle gru e degli impianti di pompaggio in funzione a Genova nel 1892.
1892- Genio Civile |
L'acqua saponata in pressione veniva portata alle grue da apposite tubazioni.
Ad intervalli regolari sulle banchine appositi pozzetti davano accesso alle valvole cui si collegavano le gru per ricevere la pressione. Riporto il testo che avevo fotografato da una pubblicazione di cui ho dimenticato di prendere nota del titolo, dell'autore ed editore (che non ricordo più). Se qualcuno mi fornisce questi dati sarò lieto di inserirli appena possibile. Nel frattempo mi scuso per l'inconveniente.
Sempre dalla stessa pubblicazione
La stessa inquadratura in una foto a colori un tantino più moderna:
Gru a "cavalletto" ed a "caprazoppa" erano però "miglioramenti" di un modello originario molto più semplice: la gru fissa di banchina , di cui un esemplare è ancora visibile nel Porto Antico e che corrispondeva al seguente modello. Si trattava di un marchingegno fissato sul bordo della banchina ed adatto a "pescare" su natanti di modeste dimensioni, come chiatte e piccoli velieri ma non adatto a lavorare su grandi navi perchè era bassa ed aveva uno sbraccio corto.
Venne quindi montata su una alta struttura a 4 "gambe" (cavalletto) , cosa che permetteva ai vagoni di passarci sotto (vedi foto precedente)
Ecco la foto d'epoca di una gru ancora esistente al Porto Antico. Era una gru "forzuta" che poteva sollevare carichi fino a 10 tonnellate. Per questo il "pescante" era costutuito da una catena anzichè dal solito cavo metallico.
Questa gru era ancora attiva negli anni 70, come vediamo nella foto che segue.
da: La Memoria del Porto di G.Boero |
Ecco la n.4 in una foto "attuale", restaurata "staticamente ma non più funzionante.
Ulteriori perfezionamenti sopravvennero nel corso degli anni, come l'adozione del "braccio mobile", e la "caprazoppa".
In questa cartina del TCI del 1916 sono riportate le linee di pressione e le grue idrauliche in funzione dal Ponte Colombo al Ponte Embriaco, nonchè le posizioni degli argani per la manovra dei vagoni che funzionavano con lo stesso sistema idraulico.
La torretta-accumulatore della calata della Darsena in questa cartolina del 1907 edita da B&C Zurigo
Impiego delle gru idrauliche nello sbarco di granaglie alla rinfusa. L'operazione era piuttosto complessa in quanto, nella stiva, il grano veniva "spalato" manualmente dentro un grosso bidone metallico fornito di chiusura a cerniera sul fondo. La gru "versava" il contenuto del barile in una "tramoggia insaccatrice" munita di pesa. Il grano veniva insaccato e pesato ed i sacchi trasportati a "dorso umano" e stivati nel vagone.
Al Silos le operazioni erano molto più veloci ed economiche ma in caso di bisogno le gru idrauliche potevano dare sempre una mano.
Cartolina postata su FB da Guido Bruzzone |
Come nel caso dello sbarco delle rinfuse con la "paletta". Le "benne" degli elevatori alle "banchine delle rinfuse" erano fatte apposta per quel lavoro. Ma, in caso di necessità, le "multi-funzionali gru idrauliche erano in grado di "tapullare" sufficientemente bene...
Foto pubblicata su FB da Ernesto Traverso |
Ricarico tavoloni da una chiatta: in contemporanea con camalli (a spalla) e con gru idraulica.
chi vincerà la gara?
legname da chiatta da "Genova in cartolina" di V.E. Petrucci ed. Sagep |
Grue idrauliche e "caravana" in Darsena nel 1920
1920ca in Darsena da GENOVA SCOMPARSA -ed. MONDANI |
Sbarco cotone con gru a cavaliere a ponte Andrea Doria prima del 1930 quando non c'era ancora la stazione Passeggeri.
Poi vennero le gru elettriche, installate nei nuovi moli del porto, ma le vecchie "idrauliche" continuarono a fare il loro dovere fino alla fine.
La fine? Bè, le cose cambiano. Ogni cosa, alla fine, ha una fine. Arrivarono i "traghetti" ed i "containers" ed il lavoro portuale cambiò radicalmente. Fu la fine di un'epoca. Le gru, la chiatte ed i vecchi magazzini, e gli uomini che vi lavoravano, non servivano più.
In pochi anni il panorama del porto è cambiato, destando non pochi rimpianti.
Qui finisce la nostra storia, ma per chi volesse approfondire l'argomento segnalo la tesi di laurea di Paolo Biasetton sull'argomento, che riporta anche alcune testimonianze dei "mancinanti" :
http://www.storiaindustria.it/universita_ricerca/dwd/L%27ULTIMA%20GRU%20AD%20ACQUA.pdf
grazie come sempre
RispondiEliminaInteressante
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