Ne avevamo parlato "di striscio" nel post su Piccapietra. Ora, prendendo spunto da un post di Ornella Dodero sul gruppo omonimo ne parliamo un po' più diffusamente.
Incominciamo dal Post di Ornella:
"La Chiesa di San Colombano , che aveva l'accesso accanto a Porta Aurea, era molto antica ed era la sede della Compagna Come ci racconta il Miscosi, " fondata nella prima metà del milleduecento da certo Barbaglia per le suore Cistercensi e sottomessa agli Abati di Santo Stefano.Di particolare aveva l'antico soffitto intravato come si costumava in quei tempi in tutte le Chiese. Delle opere antiche possedeva ancora parecchi trittici collocati ai lati dell'altare maggiore, nei quali sono effigiati parecchi Santi che l'Alizeri crede siano stati dipinti da Taddeo Bartoli senese."
sec XV da "Una città portuale del Medioevo" di Bianchi e E.Poleggi ed. Sagep |
"Di opere più recenti possedeva parecchi quadri di Luca Cambiaso, del Fiasella ed una statua di Domenico Parodi. Era la chiesa frequentata dei Tintori che sino dal millequattrocento possedevano in questo colle le loro tintorie e le loro abitazioni " (da I Quartieri di Genova antica, pagg 60-61) "
Mestieri sec XIV-XV da "Una città portuale del Medioevo" di Bianchi e E.Poleggi ed. Sagep |
S. Colombano venne poi inglobata nelle strutture dell'Ospedaletto, come veniva chiamato l'Ospedale degli Incurabili. Nella mappa del Foppiani 1844 vediamo (cerchiata in rosso) la chiesa e (marcato in rosa) il "perimetro principale" dell'Ospedaletto ed il suo giardino ("perimetro principale" in quanto altre parti "distaccate" dello Ospedaletto si trovavano in in varie epoche anche dalla parte opposta di Salita Cannoni qui erroneamente indicata come "Piccapietra")
Forse non abbiamo cercato bene, ma sembra che questa chiesa non sia mai stata molto "fotogenica" perché non ne abbiamo trovato nessuna immagine antica.
Pertanto dobbiamo accontentarci di una rara foto del 1942 della Chiesa di San Colombano (bombardata) nella ricostruzione della sua posizione fatta da Maurizio Re.
Per gentile concessione dell'Archivio Fotografico Comunale |
A proposito di San Colombano, vorremmo ricordare la "Compagnia del Mandilletto" riportando il post di Franco Risso:
""Questa confraternita di fondazione medievale aveva sede a S. Maria di Castello e nel 1497 venne riformata dal notaio e benefattore Ettore Vernazza.
Il senato della Repubblica aveva il compito di approvare le costituzioni, quindi sceglieva i presidenti e concedeva le esenzioni.
Alla Compagnia potevano partecipare non oltre 40 confratelli, fra i quali 4 sacerdoti e 36 laici, con la clausola del divieto di ammissione a coloro che avessero superato i 40 anni di età.
I membri di questo sodalizio, dovevano disporre di riconosciute virtù.
Lo scopo che si prefiggeva la Compagnia era la pietà cristiana, il soccorso degli indigenti e bisognosi, intento che veniva raggiunto tramite la distribuzione di elemosine.
La Compagnia assunse il titolo del Mandilletto (dall'arabo mandillo=fazzoletto) a motivo della consuetudine di raccogliere le elemosine a favore dei poveri dentro un fazzoletto o altrimenti dall'uso di alcuni confratelli di coprirsi il volto al momento della donazione per evitare di esser riconosciuto dai beneficiati.
La successiva distribuzione delle donazioni avveniva ad opera di confratelli nelle parrocchie incluse nelle mura cittadine.
Ripristinata la Compagnia dopo le soppressioni, prese sede sotto la chiesa di S. Colombano al n°34 di salita Cannoni, in Piccapietra.
Con i bombardamenti dell'ultimo conflitto, questo Borgo venne devastato per cui venne distrutta la chiesa di S. Colombano, da secoli ridotta ad Ospedale, e la sede della Compagnia del Mandilletto.
Alcune opere devozionali vennero trovate integre, fra le quali un gruppo ligneo, attribuito a Maragliano raffigurante "Ecce Homo" Un dipinto su tela raffigurante
"Cristo morto insieme alla madre e a S. Giovanni Battista" e altro raffigurante "S. Maria Maddalena "
Vi era altresì conservato il busto marmoreo di Ettore Vernazza, scolpito nel 1867 da Santo Varni, opera attualmente collocata nell'atrio d'ingresso dell'Ospedale s. Martino, sul cui piedistallo è incisa una frase pronunciata dal benefattore, che designava l'Ospedale degli incurabili, sua opera, suo domicilio e suo erede. ""
Busto di Ettore Vernazza |
Va da se che i resti della chiesa vennero spazzati via insieme a tutta Piccapietra negli anni 60.
Un bel colpo di spugna a mille anni di storia genovese, in nome del "progresso".
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