lunedì 20 dicembre 2021

Le due chiese di Santa Sabina

 

Foto 1938 da Almiro Ramberti  -  foto 1934 da "Parrocchia Santa Sabina1934-1959"


 

 La basilica paleocristiana di Santa Sabina, (dal 1212, in quanto dedicata in origine anche a San Vittore), risaliva probabilmente al sesto secolo D.C. . Infatto accanto ad essa è stato rinvenuto un sepolcreto paleocristiano risalente a quel periodo. 

immagine avuta da Almiro Ramberti

 
foto pubblicata nel web da Almiro Ramberti

 La storia della antica chiesa ce la racconta  qui di seguito l'opuscolo della chiesa nuova "Parrocchia Santa Sabina1934-1959".  Noi aggiungiamo la solita mappa dove vediamo che  la chiesa era stata fondata fuori dalle vecchie mura, vicino alla riva, quasi allo sbocco del rio Carbonara.

Solo nel 1155 si trovò ad essere entro la cinta delle mura del Barbarossa, poco a monte della Porta dei Vacca (terminata nel 1159)

da:  Una città portuale del Medioevo - Genova nei secoli X-XVI di  L.G.Bianchi e E.Poleggi  ed. Sagep

Ed ecco la storia dell'edificio religioso tratta da:  "Parrocchia Santa Sabina1934-1959" (notizie tratte da "Le Chiese Di Genova-di Mons.Lazzaro De Simoni, che riteniamo giusto citare come fonte comune) 

da "Parrocchia Santa Sabina1934-1959"

 

Della vecchia chiesa, oltre all'altar maggiore ed alla statua di marmo della Santa (2500kg.), vennero recuperati e trasferiti in seguito nella nuova chiesa: due altari laterali, alcuni quadri, ed un crocifisso ligneo, mentre la "pala" di B. Strozzi è tuttora conservata nell'abside maggiore della chiesa vecchia.

da "Parrocchia Santa Sabina1934-1959"



Si parlava della soppressione del 1931...  e della nuova chiesa... una chiesa da costruire in una periferia dove era prevista una forte espansione edilizia e dove le chiese esistenti erano poche e molto distanziate fra di loro.  Una chiesa che doveva servire una nuova parrocchia. Si trattò di una permuta... una piccola chiesa in centro contro un grosso capannone industriale in disuso in periferia, da farci chiesa, canonica, circolo ACLI e campetto di calcio per il ricreatorio. 

Dove?  Qui ci vengono in aiuto le mappe "della nuova parrocchia" che si spiegano da sole: 

da "Parrocchia Santa Sabina1934-1959"


Nel 1931, all'atto della cessione della vecchia chiesa al Comune, la nuova parrocchia di via Donghi non era ancora stata ufficializzata, ma funzionava una chiesetta provvisoria nei fondi di un caseggiato, al n. 27r. Nell'aprile del 32 venne trasferito il "titolo". Nell'ottobre del 33 si pose la prima pietra e nel dicembre del 1934 la chiesa venne inaugurata...  nuda. 

da "Parrocchia Santa Sabina1934-1959"


Una chiesa nuova... in cemento armato, essenziale, spoglia, dove gli arredi trasferiti dalla vecchia chiesa quasi si perdono, in un vuoto assoluto.  Non "oggi", ma nel 1934...  

I "ben-pensanti" rimasero storditi, inorriditi:  che è questo "magazzino"? dove sono gli stucchi? gli ori? gli affreschi che coprono le pareti delle chiese antiche? E vai a spiegare che i tempi son cambiati, che vadano a vedere la vicina mezza-chiesa di piazza Martinez, costruita qualche anno avanti (la cui parte posteriore sarà completata negli anni 50).  Ma si sa, ai ben-pensanti, il nuovo non piace, specie se si presenta povero e nudo come Cristo in croce.

E ben che ci mettiamo anche le campane, un bel concerto, (la chiesa di piazza Martinez nel dopoguerra le campane non le aveva ancora...).

da "Parrocchia Santa Sabina1934-1959"

  

 Ma qualcuno ci rimase tanto male da prendere il tram per andar a sentir messa alla Consolazione o in San Lorenzo... Si sà, ci vogliono almeno tre generazioni per apprezzare il nuovo che fu... (che nel frattempo è diventato vecchio, quindi consueto, rivisto, digerito,  accettabile... 


Ma andiamo ora a vedere la vecchia chiesa... 

Nel 1931,  cominciarono a pensare cosa farne... Nel 39 decisero che lì ci stava bene un cinema... e cinema fu

foto da Ornella Dodero

Il cinema Imperiale funzionò dal 1940 al 1975, dopodichè venne abbattuto e sostituito dalla attuale moderna filiale della Carige.  

"nostra" foto


 Carige che ha conservato quanto restava della parte posteriore della chiesa integrandola con il moderno ufficio 

foto di P.G. Gagna


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


martedì 16 novembre 2021

La scomparsa chiesa di S. Agnese

 

 

 


 

La chiesa di cui parleremo non c'è più, travolta dagli eventi del 1898,  venduta e demolita. 

Invece del solito riassuntino, lasceremo parlare il  "Dizionario Delle Chiese Di Genova-1967-di G.Mercenaro+F.Repetto, uscito brevemente a fascicoli nel1970 edito da Tolozzi.

Riporteremo integralmente i brani più significativi  e le foto di questo testo, aggiungendo qualcuna delle "nostre mappe" per rendere più immediata la comprensione del testo. 



  


 




Giacomo Brusco 1766

Come vedete, un post "di tutto riposo". Ce la siamo cavata con 6 righe, dicendo praticamente niente, e confidando nel perdono degli autori del testo, che doverosamente ringraziamo.






lunedì 15 novembre 2021

Chiesa del Carmine e di S. Agnese

 

 

Il doppio "titolo" è dovuto al fatto che, nel 1798, la vicina chiesa e convento di S. Agnese venne soppressa e venduta dalla Repubblica Democratica.  Il titolo passò quindi alla chiesa del Carmine, che nella stessa data era stata tolta ai Carmelitani e passata al clero regolare

 

 


Nel XIII secolo alcuni frati della confraternita dei "Solitari del Monte Carmelo" , per sfuggire alla "morsa" dei Saraceni si rifugiarono in Europa.  

A Genova, nel 1262, un gruppo si stabilì nella zona di S. Agnese, lungo la strada (crosa) che dalla porta di S. Agnese conduceva a quella di Carbonara e poi su in San Nicola. Il terreno dove sorgevano chiesa e monastero in origine apparteneva all'Abbazia di San Siro, con la quale nei primi tempi sorsero alcune divergenze, in seguito appianate.


 

La zona, inizialmente a vocazione agreste, era edificata lungo le crose che portavano alla Porta di Carbonara e a San Nicola  ed abitata da artigiani, ed in seguito da droghieri che quiavevano abitazioni e botteghe ed anche una loro loggia pubblica (da cui i toponimi: vico dello zucchero e del cioccolato). 


 

Già nel 1330 la presenza della chiesa (come d'uso) provocò il cambio  del nome della zona, da Vallechiara a Carmine. 

Nel 1340 Vi eressero una cappella i caravana Bergamaschi

DizionarioDelleChieseDiGenova-1967-G.Mercenaro+F.Repetto1970Tolozzi - PDF

 

Nel 1467 fu la volta della cappella dei maestri di grammatica

e nel 1660 ne adottarono una anche i formaggiari

Il 1660 venne anche innalzato il campanile e l'interno trasformato con stucchi e pitture in stile barocco.

All'incirca in quella data (1656) sette ingegneri disegnarono la mappa completa della città, che venne rielaborata e pubblicata da Giacomo Brusco nel 1766.  Ne facciamo vedere qui uno stralcio relativo alla zona interessata, e notiamo che non ci sono importanti cambiamenti rispetto alle precedenti mappe del Poleggi.  E' stata solo aperta una nuova porta in corrispondenza del viale che portava all'Albergo dei Poveri ed un viottolo che la collegava direttamente alla Piazza Della Nunziata. La chiesa del Carmine si presenta ora circondata da costruzioni su tre lati.


 

 

Sulla forma esterna della chiesa nei tempi antichi ci sono diverse descrizioni ma abbiamo solo questo disegno di Domenico Piaggio del 1720 .

DizionarioDelleChieseDiGenova-1967-G.Mercenaro+F.Repetto1970Tolozzi - PDF

 

 

Un secolo dopo  P.D.Cambiaso ci regala questa veduta del 1827 ca. (pubblicata da Luca Dasso).

Come abbiamo detto in apertura del post, nel 1798, i Carmelitani erano stati cacciati e la chiesa era stata affidata al clero regolare. Il monastero venne diviso e in gran parte venduto a privati. 


 

 Nel 1870 si pose mano alla costruzione di via Brignole De Ferrari per stabilire un collegamento carrabile tra Piazza della Nunziata e la costruenda Circonvallazione a Monte. La nuova strada passava dal lato opposto della antica crosa, eliminando i resti del vecchio monastero e le costruzioni che nel corso del tempo si erano appicicate alla chiesa.

Fu quindi necessario modificare gli ingressi, ribaltandne la posizione per dare accesso alla chiesa dalla  nuova strada. 

In questa foto siamo nel 1890 ca. e vediamo la "nuova" sistemazione viaria, quale rimane ancor oggi. 

Foto Noack - file di Mariano Bosco


Aggiungiamo tre immagini attuali da Google maps.


 


 

 

 

 

 Non è nostra abitudine dilungarci in complicate descrizioni di immagini sacre e altari. Quindi mostreremo quel poco che abbiamo e se qualcuno ci manderà una foto ben fatta (e commentata) saremo lieti di aggiungerla, citandolo.

Iniziamo con un affresco che ornava il chiostro del monastero. Durante la demolizione del monastero è stato "strappato" ed è ora conservato nell'archivio della chiesa (sarà da restaurare?) 

DizionarioDelleChieseDiGenova-1967-G.Mercenaro+F.Repetto1970Tolozzi - PDF

 

DizionarioDelleChieseDiGenova-1967-G.Mercenaro+F.Repetto1970Tolozzi - PDF

DizionarioDelleChieseDiGenova-1967-G.Mercenaro+F.Repetto1970Tolozzi - PDF

DizionarioDelleChieseDiGenova-1967-G.Mercenaro+F.Repetto1970Tolozzi - PDF



Parlandi del carmine non possiamo non citare ciò che ne scrisse Petrucci.


E parlando del Carmine non possiamo dimenticare Don Gallo


Foto pubblicate da Giovanna Secchi










lunedì 8 novembre 2021

San Leonardo - ora Caserma Andrea Doria

 

 

 

 

 

"I tempi cambiano", si usa dire...  Ed in effeti siamo noi che li facciamo cambiare.  Noi, con le nostre nuove idee, esigenze, modi di vedere e di sentire.  E con i tempi, (con il tempo che passa), cambiano anche le città, adeguandosi alle nuove esigenze ed alle nuove aspirazioni delle popolazioni.

Fatta questa (non necessaria) premessa,  passiamo al tema di questo articoletto: San Leonardo.

San Leonardo è ancor oggi il nome di una piazza e di una salita, ed entrambe presero il nome da un antico convento.

Un convento fondato nel lontano 1317 da Leonardo Fieschi, vescovo di Palermo, e membro della potente famiglia che aveva già la "sua" chiesa (S.Maria in Vialata) accanto alla villa estiva,  in Carignano.

Si, a quei tempi le famiglie importanti si facevano vanto di costruire chiese e conventi e dotarli di terre e rendite per assicurar loro i fondi per un decoroso mantenimento. Era un modo per aumentare il proprio prestigio agli occhi del popolo e delle famiglie concorrenti, proprio come oggi invece i ricchi si comprano le squadre di calcio. (Vedi la premessa dei "tempi e degli usi" che cambiano...)  

La mappa mostra i cambiamenti  nella parte orientale della città, proprio nel periodo della fondazione di questo monastero.


  

La storia non ve la raccontiamo noi ma ve la "serviamo" bella stampata in una paginetta tratta dal libro: 



 Purtroppo al momento non possediamo le tavole citate nel testo qui sopra, pertanto continuamo con i documenti di cui disponiamo:



Nel 1637, Alessandro Baratta ce la rappresentava così nella sua pianta della "famosissima e nobilissima città di Genova...." (circoletto bianco)




Vediamo poi la mappa del Brusco/Guidotti del 1766, che è l'ultima mappa della Repubblica Aristocratica di cui prendiamo visione.



 

Nel 1799 S. Leonardo passa dalle monache ai militari, che lo occupano ancor oggi. 

Qui ne vediamo l'ingresso nel dipinto del Garibbo intorno al 1815 (la divisa del soldato di guardia è già quella del Regno Sabaudo?).


 

 Poi lo vediamo nella nostra mappa del Grondona nel 1846



 

 E finalmente arriamo alle foto. Questa mostra l'interno della Caserma Andrea Doria in una data imprecisata  (inizio del 1900 ??)


Crtolina di Genova Collezioni.

 

L'ingresso della caserma in Piazza San Leonardo datata 1929

 

Cartolina edita da  S.C.A.F. nel 1929 (da "Carignano di R.Luccardini - SAGEP)

 

Ancora un cartolina editaa da  S.C.A.F. nel 1929 (da "Carignano di R.Luccardini - SAGEP)


 

 

I bombardamenti della seconda guerra mondiale devastano la zona e la caserma Andrea Doria si presenta oggi con un ingresso molto diverso (Google map)



 

 Purtroppo, delle numerose opere d'arte contenute nell'antico complesso non si è salvato quasi nulla.  Qui il libro  "Domenico Piola Frammenti di un Barocco ricostruito-Catalogo Mostra del 2003- Accademia Ligustica- Sagep editore"  riporta notizie sull'argomento.








 

 

lunedì 27 settembre 2021

Fondazione Demetrio Canevari

 

 

 


 

La fondazione Demetrio Canevari

Una fondazione che fino ad oggi non conoscevo.
 
Demetrio Canavari, 1559-1625, fu un medico di successo alla corte papale a Roma.
Prima di morire redasse un minuzioso testamento (più di 160 pagine) in cui dispose che, con i suoi beni, venisse creata una fondazione benefica e venisse costruito un palazzo a Genova dove fosse custodita la sua biblioteca (più di 2000 volumi, ora ospitati alla Biblioteca Berio).
 
 
copertina del libro sul palazzo Canevari

 
 
I suoi discendenti, passatisi l'onere e l'onore di amministrare la fondazione hanno recentemente fatto restaurare questo palazzo, sito al n. 2 di Via Lomellini, che abbiamo visitato con l'associazione GenovApiedi.
 

Atrio di ingresso al palazzo
 
 
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lo scalone
 
 
 
facciata dopo il restauro

 
 
 
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La vista attuale da una delle finestre sul retro del palazzo su piazza Don Gallo.
 
 
 
 
Il Rappresentante della Associazione, Dr. Lazagna, ci ha illustrato gli scopi e la storia della fondazione e le vicende di alcuni suoi membri, protagonisti in passato delle vicende genovesi.
 
 
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Il Dr. Lazagna, responsabile culturale della Fondazione.
 
 
 
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Le pubblicazioni recenti che riguardano la Fondazione.
 
 
 
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testamento
 
 
 
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Pier Maria Canevari citato da Il Secolo XIX
 
 
 
 
Jl volume edito dalla Fondazione sull'assedio degli austriaci