giovedì 24 ottobre 2019

Il Palazzetto Criminale





Il Palazzetto Criminale in una veduta aerea da Google Map. Lo vediamo circondato dai "centri del potere ufficiale" cittadino della Genova antica: Arcivescovado, Palazzo Ducale, chiostro dei Canonici, Cattedrale ed anche "fisicamente" collegato ad essi da passaggi "aerei" fra i vari palazzi.




Tornando a livello stradale... siamo in via Tommaso Reggio, tra il Palazzetto e l'Arcivescovado. In fondo, illuminato, il Palazzo Ducale.

Foto di Roberto Crisci - via Tommaso Reggio




Foto di Roberto Crisci - portone Palazzetto Criminale



Non staremo a raccontarvi la Storia  dell'edificio perché potete leggerla direttamente  qui sotto, raccontata da uno storico vero, che certamente ne sa più di noi.





Avevamo visitato il Palazzetto il 19 maggio 2018...si, 2018, e ne parliamo qui solo ora.  Ne avevamo accennato nel gruppo omonimo, riservandoci di sviluppare meglio il tema su questa pagina, poi...  poi, presi da altri impegni, ce ne eravamo dimenticati.

Ma non è mai troppo tardi... e ne parliamo adesso, riservandoci di aggiornarvi sui progressi dei lavori e studi in corso alla prossima occasione di apertura al pubblico.

Era stato aperto al pubblico nel maggio 2018 dalla direzione dell'Archivio di Stato in occasione della manifestazione dei "Rolli". Visitabile solo parzialmente in quanto lo stavano restaurando, dopo anni di abbandono, allo scopo di restituirlo all'uso da parte dell'Archivio di Stato.

Infatti nel corso della prima visita abbiamo trovato lavori "in corso" quasi dappertutto.
Ci sarebbe piaciuto visitare i sotterranei ma non erano accessibili in quanto ci stavano scavando gli archeologi, perché sono state scoperte antiche tombe ancora da datare.  Anche le murature dei sotterranei sono ancora oggetto di studio.   Questo è quel poco che avevamo potuto vedere.

primo vano a vista e passaggio ai vani con tombe

Pezzo di muro antico ancora da datare tramite esami delle malte etc etc.
 





Nell'atrio ci accoglieva una reception  improvvisata per l'occasione  nobilitata dalla presenza della Dott. Annalisa Rossi, allora Direttrice dell'Archivio Storico.




Reception dove abbiamo potuto acquistare le cartoline ricavate da documenti dell'archivio di stato.




Dall'atrio una breve scala sale al cortile interno su cui si affacciano le logge


Foto di Roberto Crisci



Cortile interno, tagliate facce, impalcature ed altri rebighi


La torre vista dal cortile
A sinistra vediamo spuntare la cima della torre in questa foto che riprende i due passaggi sopraelevati che collegano il pallazzetto al Palazzo Ducale ed all'Arcivescovado/Cattedrale



Cortile interno che raccoglie acqua per la vecchia cisterna situata nei fondi del palazzo (non visitabile)
tombino in pietra della cisterna


Qui  la nostra bravissima "guida". ci nasconde un bel cancello di ferro che a sua volta ci chiude la strada verso un passaggio che conduce ai sotterranei (solo una sbirciatina, dietro una parete, niente foto, ci manca la faccia tosta necessaria






Come avrete letto più sopra, nella relazione del Dott. Santamaria, dal 1817 questo edificio ospitava l'Archivio di Stato, traslocatosi nel Complesso di S.Ignazio nel 1992.  Pertanto, quando lo abbiamo visitato, lo abbiamo trovato così come lo avevano lasciato nel 94.   Come dei "fantasmi" ci sono apparse le targhe degli uffici che  si affacciavano sul cortile:

 






 insieme ad altri "cimeli" 

parla della estinzione di una  gabella... ma lascio la spiegazione ai latinisti del gruppo



ed addirittura il "fantasma" di un proiettile che spunta dal muro




Ma gli echi dei fantasmi del palazzetto sono sopratutto nei graffiti che "ornano"le  pareti e le balaustre degli scaloni.

Graffiti eseguiti per lo più dalle guardie nelle lunghe ore di veglia, disegni facilmente identificabili ma difficilmente fotografabili con le nostre modeste risorse. Ne riporteremo i meglio riusciti.







 




Stato dell'edificio e progetti:



Presentazione Progetto di Restauro






Dove non altrimenti indicato le foto sono state scattate dagli autori del post.
In attesa di una nuova visita al Palazzetto o di ulteriori notizie sul suo restauro per ora chiudiamo qui.





lunedì 14 ottobre 2019

I Pizzi della CARIGE







Michela Cucicea al Tombolo








Quest'anno la Carige, per la sua partecipazione alle giornate dei Rolli  ha scelto un tema forse poco "bancario" ma che con il passato di Genova ha una buona attinenza : L'abbigliamento di lusso.





Nasce così la mostra "sul filo del lusso nel secolo dei genovesi"  che ci riporta alla moda del 1600.
Un'epoca dove i ricchi erano molto ricchi e non si vergognavano di mostrarsi tali, tanto che il governo della Repubblica cercava di reprimere lo sfoggio di ornamenti preziosi in pubblico per mezzo di apposite leggi.




Così, morigerati nell'apparire in pubblico "per pubblico editto", i genovesi, maschi e femmine, esibivano il massimo sfarzo possibile nelle feste private, che certo non mancavano.
A parte i gioielli, un decoro particolarmente di moda era costituito dagli ornamenti in pizzo.




 
Dalla biancheria intima in su il pizzo doveva abbondare nel guardaroba delle signore e dei signori dell'alta società. 
La "mutanda" di pizzo la portavano anche gli uomini. Qui uno scatto "proibito" concessoci da Michela a dimostrazione della moda dell'epoca.  


Enormi colletti, polsini, sbuffi, e persino orli dei pantaloni esibivano preziosi ricami.




"Come si conviene", iniziamo dalle gentili signore ad entrare nel dettaglio della moda di allora.





Ed a seguire presentiamo la moda dei signori uomini, che all'epoca si presentavano tanto "ingiarmati" di trine e merletti da far invidia alle loro signore.






Persino i "feroci guerrieri" si facevano ritrarre con l'armatura da parata ornata di preziosi ricami, cosa che oggi ci pare poco "marziale".




Questa moda si estendeva anche a personaggi di secondo piano, come nel ritratto di questo ignoto capitano (notare la rima)




Parlando di militari e ricami: abbiamo un esempio di galloni ricamati in filo d'oro. 
(oro?...  finalmente qualcosa da mettere in banca...CARIGE)





Scherzi a parte, continuiamo con moda e merletti.  Per esigenze di spazio abbiamo arbitrariamente accoppiato due ritratti in signore ed una signora, chissà se da cosa nasce cosa...







Vediamo ora qualche esempio di pizzo al tombolo (lavorazione a fuselli)





I pizzi erano lavorati dalle popolane, su ordinazione per lavori specifici  oppure su commissione di un commerciante del ramo, che provvedeva a venderli sia su piazza che sui mercati esteri. Qui vediamo un campionario d'epoca, con la sua lettera di accompagnamento.



Sperando di non avervi annoiati troppo,   premiamo quelli che hanno avuto la costanza di arrivare in fondo alla pagina, con  la cosa più preziosa fotografata nel corso dell'evento:  un panorama di Genova dalla terrazza della CARIGE.


Tutte le foto sono state scattate (maluccio) dagli autori del post.