martedì 16 novembre 2021

La scomparsa chiesa di S. Agnese

 

 

 


 

La chiesa di cui parleremo non c'è più, travolta dagli eventi del 1898,  venduta e demolita. 

Invece del solito riassuntino, lasceremo parlare il  "Dizionario Delle Chiese Di Genova-1967-di G.Mercenaro+F.Repetto, uscito brevemente a fascicoli nel1970 edito da Tolozzi.

Riporteremo integralmente i brani più significativi  e le foto di questo testo, aggiungendo qualcuna delle "nostre mappe" per rendere più immediata la comprensione del testo. 



  


 




Giacomo Brusco 1766

Come vedete, un post "di tutto riposo". Ce la siamo cavata con 6 righe, dicendo praticamente niente, e confidando nel perdono degli autori del testo, che doverosamente ringraziamo.






lunedì 15 novembre 2021

Chiesa del Carmine e di S. Agnese

 

 

Il doppio "titolo" è dovuto al fatto che, nel 1798, la vicina chiesa e convento di S. Agnese venne soppressa e venduta dalla Repubblica Democratica.  Il titolo passò quindi alla chiesa del Carmine, che nella stessa data era stata tolta ai Carmelitani e passata al clero regolare

 

 


Nel XIII secolo alcuni frati della confraternita dei "Solitari del Monte Carmelo" , per sfuggire alla "morsa" dei Saraceni si rifugiarono in Europa.  

A Genova, nel 1262, un gruppo si stabilì nella zona di S. Agnese, lungo la strada (crosa) che dalla porta di S. Agnese conduceva a quella di Carbonara e poi su in San Nicola. Il terreno dove sorgevano chiesa e monastero in origine apparteneva all'Abbazia di San Siro, con la quale nei primi tempi sorsero alcune divergenze, in seguito appianate.


 

La zona, inizialmente a vocazione agreste, era edificata lungo le crose che portavano alla Porta di Carbonara e a San Nicola  ed abitata da artigiani, ed in seguito da droghieri che quiavevano abitazioni e botteghe ed anche una loro loggia pubblica (da cui i toponimi: vico dello zucchero e del cioccolato). 


 

Già nel 1330 la presenza della chiesa (come d'uso) provocò il cambio  del nome della zona, da Vallechiara a Carmine. 

Nel 1340 Vi eressero una cappella i caravana Bergamaschi

DizionarioDelleChieseDiGenova-1967-G.Mercenaro+F.Repetto1970Tolozzi - PDF

 

Nel 1467 fu la volta della cappella dei maestri di grammatica

e nel 1660 ne adottarono una anche i formaggiari

Il 1660 venne anche innalzato il campanile e l'interno trasformato con stucchi e pitture in stile barocco.

All'incirca in quella data (1656) sette ingegneri disegnarono la mappa completa della città, che venne rielaborata e pubblicata da Giacomo Brusco nel 1766.  Ne facciamo vedere qui uno stralcio relativo alla zona interessata, e notiamo che non ci sono importanti cambiamenti rispetto alle precedenti mappe del Poleggi.  E' stata solo aperta una nuova porta in corrispondenza del viale che portava all'Albergo dei Poveri ed un viottolo che la collegava direttamente alla Piazza Della Nunziata. La chiesa del Carmine si presenta ora circondata da costruzioni su tre lati.


 

 

Sulla forma esterna della chiesa nei tempi antichi ci sono diverse descrizioni ma abbiamo solo questo disegno di Domenico Piaggio del 1720 .

DizionarioDelleChieseDiGenova-1967-G.Mercenaro+F.Repetto1970Tolozzi - PDF

 

 

Un secolo dopo  P.D.Cambiaso ci regala questa veduta del 1827 ca. (pubblicata da Luca Dasso).

Come abbiamo detto in apertura del post, nel 1798, i Carmelitani erano stati cacciati e la chiesa era stata affidata al clero regolare. Il monastero venne diviso e in gran parte venduto a privati. 


 

 Nel 1870 si pose mano alla costruzione di via Brignole De Ferrari per stabilire un collegamento carrabile tra Piazza della Nunziata e la costruenda Circonvallazione a Monte. La nuova strada passava dal lato opposto della antica crosa, eliminando i resti del vecchio monastero e le costruzioni che nel corso del tempo si erano appicicate alla chiesa.

Fu quindi necessario modificare gli ingressi, ribaltandne la posizione per dare accesso alla chiesa dalla  nuova strada. 

In questa foto siamo nel 1890 ca. e vediamo la "nuova" sistemazione viaria, quale rimane ancor oggi. 

Foto Noack - file di Mariano Bosco


Aggiungiamo tre immagini attuali da Google maps.


 


 

 

 

 

 Non è nostra abitudine dilungarci in complicate descrizioni di immagini sacre e altari. Quindi mostreremo quel poco che abbiamo e se qualcuno ci manderà una foto ben fatta (e commentata) saremo lieti di aggiungerla, citandolo.

Iniziamo con un affresco che ornava il chiostro del monastero. Durante la demolizione del monastero è stato "strappato" ed è ora conservato nell'archivio della chiesa (sarà da restaurare?) 

DizionarioDelleChieseDiGenova-1967-G.Mercenaro+F.Repetto1970Tolozzi - PDF

 

DizionarioDelleChieseDiGenova-1967-G.Mercenaro+F.Repetto1970Tolozzi - PDF

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DizionarioDelleChieseDiGenova-1967-G.Mercenaro+F.Repetto1970Tolozzi - PDF



Parlandi del carmine non possiamo non citare ciò che ne scrisse Petrucci.


E parlando del Carmine non possiamo dimenticare Don Gallo


Foto pubblicate da Giovanna Secchi










lunedì 8 novembre 2021

San Leonardo - ora Caserma Andrea Doria

 

 

 

 

 

"I tempi cambiano", si usa dire...  Ed in effeti siamo noi che li facciamo cambiare.  Noi, con le nostre nuove idee, esigenze, modi di vedere e di sentire.  E con i tempi, (con il tempo che passa), cambiano anche le città, adeguandosi alle nuove esigenze ed alle nuove aspirazioni delle popolazioni.

Fatta questa (non necessaria) premessa,  passiamo al tema di questo articoletto: San Leonardo.

San Leonardo è ancor oggi il nome di una piazza e di una salita, ed entrambe presero il nome da un antico convento.

Un convento fondato nel lontano 1317 da Leonardo Fieschi, vescovo di Palermo, e membro della potente famiglia che aveva già la "sua" chiesa (S.Maria in Vialata) accanto alla villa estiva,  in Carignano.

Si, a quei tempi le famiglie importanti si facevano vanto di costruire chiese e conventi e dotarli di terre e rendite per assicurar loro i fondi per un decoroso mantenimento. Era un modo per aumentare il proprio prestigio agli occhi del popolo e delle famiglie concorrenti, proprio come oggi invece i ricchi si comprano le squadre di calcio. (Vedi la premessa dei "tempi e degli usi" che cambiano...)  

La mappa mostra i cambiamenti  nella parte orientale della città, proprio nel periodo della fondazione di questo monastero.


  

La storia non ve la raccontiamo noi ma ve la "serviamo" bella stampata in una paginetta tratta dal libro: 



 Purtroppo al momento non possediamo le tavole citate nel testo qui sopra, pertanto continuamo con i documenti di cui disponiamo:



Nel 1637, Alessandro Baratta ce la rappresentava così nella sua pianta della "famosissima e nobilissima città di Genova...." (circoletto bianco)




Vediamo poi la mappa del Brusco/Guidotti del 1766, che è l'ultima mappa della Repubblica Aristocratica di cui prendiamo visione.



 

Nel 1799 S. Leonardo passa dalle monache ai militari, che lo occupano ancor oggi. 

Qui ne vediamo l'ingresso nel dipinto del Garibbo intorno al 1815 (la divisa del soldato di guardia è già quella del Regno Sabaudo?).


 

 Poi lo vediamo nella nostra mappa del Grondona nel 1846



 

 E finalmente arriamo alle foto. Questa mostra l'interno della Caserma Andrea Doria in una data imprecisata  (inizio del 1900 ??)


Crtolina di Genova Collezioni.

 

L'ingresso della caserma in Piazza San Leonardo datata 1929

 

Cartolina edita da  S.C.A.F. nel 1929 (da "Carignano di R.Luccardini - SAGEP)

 

Ancora un cartolina editaa da  S.C.A.F. nel 1929 (da "Carignano di R.Luccardini - SAGEP)


 

 

I bombardamenti della seconda guerra mondiale devastano la zona e la caserma Andrea Doria si presenta oggi con un ingresso molto diverso (Google map)



 

 Purtroppo, delle numerose opere d'arte contenute nell'antico complesso non si è salvato quasi nulla.  Qui il libro  "Domenico Piola Frammenti di un Barocco ricostruito-Catalogo Mostra del 2003- Accademia Ligustica- Sagep editore"  riporta notizie sull'argomento.