lunedì 11 novembre 2013

via Balbi



Cominceremo illustrando la planimetria del ponente della città nel 1600.

Genova ha sempre avuto una orografia complessa ed i problemi di "circolazione" non sono solo di oggi: a Genova le strade sono state da sempre poche, strette e tortuose.

E così era anche tra il 1000 ed il 1600. Nel 1600 la nuova cerchia di mura aveva allargato lo spazio abitabile e la ricchezza dei mercanti e sopratutto dei "banchieri" poteva essere ora investita nella costruzione di nuovi palazzi, e di nuove strade dando il via ad un periodo che vorremmo definire "delle strade nuove".

Già nel 1350 le mura erano state estese quasi a lambire il palazzo del Principe (a destra freccia bianca),  facendo perno su Capo D'Arena (freccia rossa).

Ma ancora esistevano le vecchie mura "del Barbarossa"  che partivano dalla porta  "dei Vacca" (freccia gialla), svoltavano ad angolo retto in piazza Nunziata (cerchietto rosso) e proseguivano verso Castelletto, con l'apertura della porta di S.Agnese (pallino giallo) che da via Lomellini dava accesso alla zona del Carmine.

L'unica "strada"  per il ponente era via Prè che da Porta dei Vacca portava alla Porta San Tommaso, davanti al palazzo del Principe (freccia arancio),  e che in questa piantina è nascosta dal complesso della Darsena (freccia blu) e dell' Arsenale di Marina.
Per miglior comprensione ne abbiamo segnato il percorso approssimativo con la linea gialla sottile fra i due "fiori" gialli.

particolare dalla Mappa di Antonio Lafrery-Roma 1537- copia a stampa del  1581 - Palazzo Rosso

Già nel 1550 si era cominciato a costruire la Strada Maggiore (poi Strada Nuova, poi Via Aurea, ora Via Garibaldi) sulla quale i "potenti" di allora avevano edificato lussuosi palazzi.

I Balbi non stettero a guardare:  tra il 1601 ed il 1618 fecero edificare i loro nuovi palazzi sulla nuova strada  a cui diedero il nome della loro famiglia: "Strada delli Signori Balbi".

Progettata da Bartolomeo Bianco, la strada parte da piazza della Nunziata (pallino rosso)e termina oggi in piazza Acquaverde , che non era ancora segnata sulla mappa precedente in quanto all'epoca era una specie di acquitrino d'acqua verde e stagnante (da cui il nome).
Il Rio S.Ugo, scendendo con forte pendenza dalle alture circostanti vi si impantanava prima di proseguire e sboccare a ponente della Darsena Per miglior riferimento abbiamo segnato la zona sulla mappa precedente con un cerchietto verde.
La zona venne bonificata incanalando il rio S.Ugo e creando la piazza che vediamo segnata nella mappa che segue, che mostra anche il percorso di via Prè.

particolare dalla Pianta di Giacomo Brusco - 1766 - dalla raccolta del Giolfi a Palazzo Rosso - ufficio Belle Arti


Ed infine una piantina un poco più dettagliata della zona intorno a via Balbi nel 1846.

particolare dalla carta topografica della città di Genova  - 1846 - ed. Libreria Grondona di proprietà degli autori


Passiamo alle foto, la prima che vogliamo mostrare è niente meno che un "arco di trionfo".
Un arco di trionfo in via Balbi?   mai visto.... infatti è durato poco....


Inaugurato il 15 ottobre 1859 (arch. Ignazio Gardella) alla presenza di Vittorio Emanuele II,
in cima di via Balbi a cura della Camera di Commercio in occasione della venuta a Genova del Re V.Emanuele II, mostrava  con le seguenti iscrizioni:

"A Vittorio Emanuele II / che il patto col suo popolo mantenne inviolato, l'onore del bel paese propugnò / il grido di dolore ne accolse e nei suoi prodi e nel suo diritto fidando si fè / primo soldato d'Italia simbolo di concordia e di unità / autore ed auspice di civile grandezza il Commercio Genovese C."
 

Sull'altro lato
"TE PRODIGO DELLA GRAND’ANIMA
PROSEGUI TREPIDANDO FRA LE PUGNE E LE VITTORIE
GENOVA TUA
CHE OGGI TI SALUTA
TRIONFATORE."


Per "fortuna" lo avevano eretto in un posto "scomodo" a fare da strozzatura al traffico di via Balbi in una zona molto trafficata in prossimità della stazione Principe, così che furono poi "costretti"  a demolirlo  per ragioni di "pubblica utilità" (ma non chiedeteci quando perchè a tale demolizione non fu fatta nessuna pubblicità.....)
 


Ai genovesi daltronde il monumento non piacque da subito. Non dimentichiamoci che Vittorio Emanuele II , è colui che, in una lettera scritta in francese a La Marmora complimentandosi delle atrocità commesse contro i Genovesi nella città abbandonata al sacco nell'aprile del 1849, definì i rivoltosi  «vile e infetta razza di canaglie» .

Ma un monumento in occasione della visita del Re ci voleva..... ed è stato eretto con il tipico atteggiamento da "Camera del Commercio" (guardiamo ai soldoni.... ovvero "le uova ormai sono rotte....tanto vale mangiarci la frittata....  i gusci li butteremo dopo.....)" 
1859, A. Godard, Arco trionfale in onore di Vittorio Emanuele II   da "Genova come era 1870-1915" di Luciana Frassati -  ed. Carige .


Ma, ora che abbiamo visto "il pezzo forte del post"  cerchiamo di andare con ordine, cominciando dal basso e troviamo un disegno del Giolfi (1770) che ci mostra l'inizio della via con un pezzetto della chiesa dell'Annunziata.




Questa cartolina invece è stata spedita nel 1917, e ci mostra la stessa veduta già con le prime auto: a  sinistra il palazzo di Gio Francesco Balbi ed a destra il palazzo Balbi-Durazzo, ora Cattaneo-Adorno.





Ci avviciniamo un tantino lasciandoci alle spalle la chiesa con una cartolina edita da Valenti e spedita nel 1914





Più in su troviamo il Collegio dei Gesuiti con la sua chiesa (oggi sede dell'Università) Sempre dall'album del Giolfi del 1770) , di cui parliamo in un altro post.

Giolfi :  collegio Gesuiti con chiesa ss.Gerolamo e Francesco Saverio da Attori e strumenti del credito in Liguria



Un poco più su, sul lato opposto della strada, troviamo il Palazzo Durazzo (poi "Reale").

dall'album del Giolfi del 1770





Risalendo ancora  via Balbi arriviamo all'altezza di piazza San Carlo , nel 1922, e vediamo un caratteristico veicolo con chiusura posteriore a "persiana genovese"  e vetturino in piedi a cassetta.


cartolina - ed. STA -  sped. 1922

























Non siamo riusciti a trovare una foto antica del frontone della chiesa di San Carlo (e Vittore) di cui parleremo in un prossimo post. Invece "ci hanno voluto dire che in via Balbi c'era anche un cinema, di cui abbiamo trovato la foto sul web. (comincia ad essere un vizio... quello di rubare immagini sul web... ma è così "comodo"... che a volte non riusciamo a resistere alla tentazione)

cine Eden1909-Principe1913-Astra1944-




Arrivati quasi in cima a via Balbi, non possiamo non ricordare la storica Farmacia Pescetto che qui vediamo in una foto forse già "centenaria" (o poco ci manca). La foto non è "nostra" e ce ne scusiamo, ma... non si può avere tutto nella vita.

foto pubblicata su FB da Adriano Meneghini



Ed eccoci arrivati in cima di via Balbi, con una foto presa da piazza Acquaverde dove vediamo due costruzioni che non ci sono più. A sinistra la palazzina dell'Hotel London, demolita per esigenze di traffico.  A destra la villa Faraggiana demolita nel 1937 per far posto all'hotel Colombia. 

da:  Genova antica e dintorni - ed. Mondani



Vogliamo concludere con una ennesima mappa (ci piacciono le mappe).  Questa è del del  Poleggi e ci mostra la situazione della zona prima del 1602 con maggior dovizia di particolari di quanto abbiamo potuto fare noi in apertura di post.  La presentiamo con la sua legenda, in chiusura di post, per chi avrà la pazienza di approfondire l'argomento.


Balbi prima del 1602  da Una città portuale del Medioevo di Bianchi e E.Poleggi   ed. Sagep




giovedì 7 novembre 2013

Piazza della Nunziata



Ci veniva voglia di  non pubblicare cartine,  di andare a memoria.
Già, a memoria perchè è da un bel pò che la piazza è lì, con la sua basilica e le sue strade adiacenti.
Le bombe dell'ultima guerra hanno fatto qua e là posto per un palazzo "nuovo", ma è da secoli che la topografia della zona è sempre la stessa.
Una zona risparmiata per secoli dal piccone, ai margini del "centro storico" è cosa degna di nota.
I genovesi che ci seguono possono, come noi, andare a memoria.
Ma i "foresti" ?   già, i "foresti"......,  dubitiamo che capitino molti "foresti" su queste pagine, ma anche se fosse uno solo .....  si merita una cartina per vedere dove siamo.

particolare dalla Pianta di Giacomo Brusco 1766 - dalla raccolta del Giolfi  - Palazzo Rosso - ufficio Belle Arti



Già nel 1228 una comunità religiosa detta dei "Frati Umiliati" aveva fondato sul luogo un convento con chiesa accanto al corso di rio Carbonara.

All'epoca la località era fuori dalle mura (del "Barbarossa") che partivano da Porta dei Vacca e salivano lungo l'attuale via Fontane dove all'epoca scorreva il rio Carbonara.  Le mura piegavano quindi verso destra ad angolo retto, costeggiando piazza dell'Annunziata e la piazza dei Forni per inerpicarsi verso Castelletto.
Via Lomellini dava sulla Porta di S. Agese per la quale si proseguiva fuori dalle mura per salita S. Agnese, verso le colline.

La piazza dell'Annunziata costituiva quindi in origine "un'area di rispetto", spianata apposta davanti alle mura, e serviva anche come  "piazza d'armi" e campo di tiro per i balestrieri.

Nel 1500 il complesso monastico passò ai frati Francescani che gli diedero il nome attuale di Basilica della Santissima Annunziata del Vastato e, nel corso dei secoli e con alterne vicende, la ampliarono ed abbellirono fino alla forma attuale.

I lavori, fino alla fine del 1700, furono finanziati dalla famiglia Lomellini in cambio dell'uso della chiesa come Cappella di Famiglia

All'epoca il complesso si trovava già entro la cinta delle mura, estese fino a Principe nel 1350,  
 
acquarello XIX sec.  da copertina di pubblicazione periodica -  ed.Tolozzi


La facciata della chiesa assunse la fisionomia attuale nel 1841 ad opera di G..Resasco che mise in opera (con qualche modifica) un progetto di Carlo Barabino del 1834.
In questa foto di fine 1800 / inizio 1900 vediamo la nuova facciata.
Sul selciato notiamo i binari del tram. Tre carrozze sono in attesa mentre un tizio tira un carretto a mano (in basso al centro).

Foto d'epoca non annotata

Un'altra immagine della stessa epoca ci mostra contemporaneamente un tam elettrico ed una  "diligenza" a cavalli.

cartolina - edit. Trenkler Lipsia -  sped 1907


In piazza della Nunziata si teneva il mercato della frutta e verdura (i bisagnini) che qui vediamo affollato di venditori ed acquirenti.

La cartolina, sovrascritta e ristampata nel dopoguerra, porta la data del 1920 ma pensiamo che la foto sia stata scattata tra fine 1800 ed inizio 1900 in quanto vediamo ancora transitare sui binari i tram a cavalli ....

Al primo piano dell'edificio d'angolo con via Balbi, sopra i tendoni del  "Caffè Americano",  c'è l'insegna dell' Acquedotto de Ferrari-Galliera.

Per inciso, ci riferiamo al palazzo al n 2 di via Balbi, strada di cui ci riserviamo di parlare in un prossimo post.

cartolina - ristampata da Mangini in epoca "moderna" - non circolata


A maggior sostegno della datazione della immagine precedente vediamo questa cartolina spedita nel 1917, che ci mostra un tram elettrico in via Balbi e "ben" due automobili in piazza della Nunziata.

cartolina - editore non rilevato -  sped 1917


Altra immagine della stessa epoca, con tram elettrico, "Caffè Americano"  ed "Acquedotto...."

cartolina - ed VG Berlino - non circolata



Ed ora una immagine in bianco e nero dell'interno della basilica prima dei bombardamenti dell'ultima guerra.

riproduzione fotografica non annotata


Già, la seconda guerra mondiale con i suo bombardamenti non ha risparmiato certo le chiese. Anche la Nunziata ha ricevuto la sua buona dose di bombe.

Bollettino Comunale del Gennaio 1943

Notiziario PNF 1942 "Bombardare Genova"


I danni sono stati riparati nel dopoguerra ed oggi la chiesa si presenta in tutta la sua maestosità.






Abbiamo parlato della piazza ma ne abbiamo mostrato meno della metà (la chiesa e parte del lato su via Balbi) in quanto è la parte che monopolizza l'occhio dei fotografi nell'ottica  dei venditori di cartoline.

Vediamo di rimediare con questa stampa del 1760 del Giolfi.

dal "Dizionario delle chiese di Genova"


e ad una un tantino più tarda

da Strade Ritrovate - Reg.Liguria



Di fronte alla chiesa, c'è il bellissimo "palazzo Belimbau"  la cui costruzione risale al 1594 per la committenza di Antoniotto Cattaneo.  Modificato a più riprese dai successivi proprietari, assunse l'attuale fisionomia nel 1785.

Nel 1815 ospitò il papa Pio VII, prigioniero di Napoleone, come ricorda una iscrizione posta sopra il portale d'ingresso.





qui vediamo il palazzo in una foto di fine 1800 (foto di Guido Bruzzone, che ringraziamo)

Foto di Guido Gruzzone su FB



Nel 2000, l'ultima proprietaria, la signora Rossana Iannoni lo donò alla Università di Genova  in memoria del marito Enrico Luigi Berlimbau.
Recentemente l'esterno è stato restaurato e ne mettiamo una immagine recente per completare questo post.
foto (storta, da sostituire) degli autori del post che come fotografi lasciano a desiderare.