giovedì 4 giugno 2015

Palazzo Lomellini Patrone






Palazzo Lomellini Patrone in largo Zecca.








Palazzo Lomellini venne fatto edificare dal Doge Giacomo Lomellini accorpando due unità edilizie già esistenti, una delle quali nel 1588 era stata inserita tra le dimore dei Rolli. Fu per due secoli la residenza privata dei Lomellini, grandi mercanti. Nel secolo XIX fu residenza della famiglia Patrone.

Nel 1897 l’edificio fu ceduto dall’ultimo proprietario, Fausto Patrone, al Municipio di Genova. La storia di Palazzo Lomellini, fra il 1897, anno in cui divenne proprietà comunale, e il 1928, quando vi si stabilì la sede del Fascio, è agevolmente ripercorribile tramite i verbali di Giunta Comunale di quel periodo. Il 13 dicembre 1897 la Giunta deliberò l'acquisto del palazzo. Un acquisto necessario per poter effettuare l'allargamento del passaggio tra Largo Zecca e Piazza della Nunziata allo scopo di installarvi i binari del tram.
L'edificio fu quindi parzialmente demolito in maniera tale da arrecare il minor danno possibile al palazzo, sia all'esterno che all'interno: venne demolito, così, uno spicchio del palazzo eliminando ad ogni piano un salotto e il gabinetto attiguo. I due salotti che dovevano subire la mutilazione erano affrescati, quindi la Giunta deliberò di staccare e conservare i dipinti che, collocati entro apposite armature, vennero trasportati nel Museo di Palazzo Bianco.
I nuovi uffici comunali ebbero sede a Palazzo Lomellini fino al 1928, data in cui l'edificio venne destinato alla Federazione Provinciale Genovese dei Fasci. Dal 1945 Palazzo Lomellini è sede del Comando Militare dell'Esercito Italiano in Liguria.

 A me è piaciuto già l'atrio d'ingresso con le sue rastrelliere d'alabarde ed i piccoli mortai (bombarde?) che credo fossero ancora in uso nella prima WW (se sbaglio gli esperti mi "corrigeranno")
 













Gli affreschi che abbiamo potuto ammirare si basano sulla storia di Ester, un personaggio Biblico di cui accenno brevemente.
Ester è la figlia di Abicàil (cfr. Ester 2,15) della tribù di Beniamino, una delle due tribù che costituivano il Regno di Giuda prima della sua distruzione da parte dei babilonesi e la deportazione, nel 597, dell'elite del regno nelle province dell'impero persiano.
Alla morte dei genitori è adottata dal cugino Mordechai il quale occupa una funzione amministrativa nel palazzo reale a Susa. Avendo sentito che il re Assuero (normalmente identificato con il re persiano Serse) cerca una nuova sposa, Mordechai fa partecipare la cugina Ester alle selezioni. Ester viene scelta e diventa la sposa di Assuero (cfr. Ester 2,1-18).
Quando il primo ministro Aman decide di sterminare tutti i giudei del regno, Mardocheo, che ha sempre vegliato su Ester, la esorta a presentarsi al re per intercedere in favore dei propri connazionali. Sebbene fosse proibito con pena di morte accedere al re senza essere chiamati, dopo un digiuno di tre giorni Ester si presenta a lui per domandargli il favore di accettare il suo invito a cena con Aman. Durante la cena li invita nuovamente e durante il secondo banchetto informa il re di essere giudea e che Aman ha decretato lo sterminio di tutti i giudei del regno. Ottiene allora dal re il diritto per i giudei di difendersi il giorno in cui dovevano essere sterminati.
Mordechai stila un decreto con cui istituisce la festa dei Purim, perché la tristezza si è tramutata in gioia e il lutto in giorno di festosa letizia. Così, il 14 e il 15 del mese di adbar (marzo) sono giorni di allegria, nei quali, nelle sinagoghe, si legge il libro di Ester.

 Gli affreschi sono in buona parte opera del Fiasella e successivamente opera del Carlone che ne terminò l'opera.
Io chiedo perdono se ho fotografato un pò "a casaccio", senza seguire il senso della storia nei vari quadri, ed omettendone parecchi.


























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